Quest’ estate noi giovani per la pace di Trieste abbiamo organizzato una colonia insieme ai bambini della scuola della pace che aiutiamo durante l’ anno. Come tema abbiamo scelto la pace e diviso i bambini in quattro squadre ognuna intitolata ad un persona differente e abbinata ad un colore: Madre Teresa di Calcutta (azzurro), Gandhi (arancione), Malala (rosso), Martin Luther King(verde). Abbiamo spiegato ai bambini chi erano questi uomini e queste donne di pace e abbiamo cercato di trasmettere loro il loro messaggio e pensiero. Assieme abbiamo poi realizzato degli oggetti rappresentativi uno diverso per ogni squadra: una matita decorata per ricordare che Madre Teresa si dichiarava come una matita nelle mano di Dio, un vasetto di sale dipinto per la marcia del sale di Gandhi, un quaderno per Malala e una maglietta con la celebre frase di Martin Luther King, I have a dream. Siamo riusciti a donare un sorriso anche a due signore anziane amiche della Comunitá, Marta e Giuseppina, che sono venute a passare un pomeriggio noi. A loro abbiamo regalato alcuni dei lavoretti fatti assieme ai bambini. Il bello della Comunitá, alla fin fine, é questo: ognuno, di qualunque etá, sesso o religione, puó trovare in essa un luogo dove sentirsi come a casa. Come al pranzo di Natale!
Author Archive for: adminGxP
Contattaci con un WhatsApp o un SMS +39 351 972 5555
I bambini ci sanno portare indietro nel tempo, sanno mostrare la parte spensierata e genuina della vita, ma sanno anche essere grandi, ci sanno insegnare quanto valga la memoria. Proprio ieri i bambini delle scuole della pace di Napoli hanno partecipato anche quest’ anno alla preghiera in memoria di Violetta e Cristina, due bambine rom, morte in spiaggia qualche anno fa nell’ indifferenza totale dei bagnanti, mentre cercavano di guadagnare qualche soldo per mangiare, il caldo le spinse in mare, un mare che non conoscevano e non sapevano affrontare. Violetta e Cristina sono annegate, ma per tutti fu un giorno normale. Ecco, i bambini non sanno essere indifferenti, infatti non hanno trascorso il loro pomeriggio in spiaggia, nonostante il caldo, ma hanno ricordato due bambine come loro, che non vanno dimenticate, perché i bambini non vogliano essere dimenticati mai, proprio come i grandi che a volte dimenticano. Ieri é stato un giorno di giochi e memoria. Ieri è stato uno di quei giorni che fanno la differenza rispetto al resto. I bambini della scuola della pace fanno diverso il mondo di tutti! di Francesca Sepe
A Milano c’è stata una serata speciale: l’Iftar tra musulmani, cristiani ed ebrei, invitati dalla Comunità di Sant’ Egidio. L’Iftar è la cena che i musulmani consumano dopo il tramonto durante il mese di Ramadan. Il Ramadan è un mese importante in cui i seguaci dell’Islam si astengono da bere e mangiare dall’alba al tramonto. Dopo la preghiera serale, si rompe il digiuno bevendo latte e mangiando un dattero; infine si consuma la cena. Questa volta, però, i musulmani non hanno pregato da soli: nella chiesa a fianco i cristiani delle diverse chiese hanno fatto in contemporanea la loro preghiera. Ha commentato Mahmoud Asfa della Casa della cultura islamica di via Padova: “Quant’è bello pregare con gli amici! È un’esperienza straordinaria che ci fa crescere, per questo ringrazio i fratelli cristiani che ci invitano a rompere il digiuno a casa loro». È stata per tutti un momento familiare: si è pregato gli uni accanto agli altri, ognuno secondo la propria tradizione. Poi tutti a cena, da amici. Chi c’era? I rappresentanti delle diverse comunità islamiche di Milano ma anche singoli: da Sami, giovane kosovaro che aveva appena finito il suo lavoro come giardiniere, ai giovani ragazzi curdi; hanno portato la loro testimonianza anche alcuni profughi siriani e alcuni giovani musulmani di seconda generazione. C’erano anche alcuni rappresentanti della Comunità ebraica di Milano. In fondo è questo il nostro sogno: una città dove cadano le barriere e si possa dire che convivere è possibile! Di Elisabetta D’Agostino
Tenerezza, strano come una sola parola possa racchiudere al suo interno mille emozioni, che affiorano quando guardi qualcuno che nonostante le mille differenze, età per prima, crede in te e ti dimostra tutto il suo affetto con un semplice sguardo, generato da un dono semplice ma preziosissimo: il tempo. Quel tempo che noi dedichiamo a loro nei piccoli gesti di tutti i giorni…una passeggiata, un abbraccio, due parole, un sorriso. Quel tempo che a noi sembra così poco, in confronto a tutto quello che pensiamo di avere, ma che in realtà è davvero tanto per chi è consapevole di averne poco. Vivere alla giornata potrebbe essere la soluzione…ma perché invece non condividere il nostro tempo liberandoci dall’egoismo di tutti i giorni, presi dalle nostre faccende di routine?! E’ quello che ho provato ad Asolo, alla vacanza che noi Giovani per la Pace del Veneto abbiamo organizzato per gli anziani degli istituti, strappati per quattro giorni alla monotonia della vita, racchiusa entro quattro mura. E’ ormai il quinto anno che organizziamo questa vacanza e mi sorprendo sempre nel vedere la gioia dipinta nei volti degli anziani. E’ la mia stessa gioia di condividere il tempo con loro, di imparare dalla loro saggezza, nel vivere momenti carichi di amore che mi hanno fatto sentire a casa. Ricorderò sempre le parole di un’anziana, scritte sotto forma anonima in un foglietto che abbiamo letto durante la festa finale: “Io non conosco il dono di Dio che avete ricevuto, conosco da oggi come viene distribuito, con tanto amore, disponibilità, gioia di vivere contagiosa. Vi ringrazio tutti per la speranza che ci date per il futuro, finché c’è questa gioventù, il mondo non può finire”. Queste parole mi hanno fatto commuovere e capire che non importa quanto grande sarò, ma avrò sempre 5 anni quando riceverò una bella notizia, 10 quando mi preparerò a partire facendo la valigia, 18 quando mi prenderò qualche libertà tra le mille responsabilità, 20 quando crederò di poter cambiare il mondo, 40 anni quando mi stupirò di qualcosa a cui non prestavo più attenzione, 70 quando mi sentirò sola e vorrei tutti al mio fianco, 80 quando mi racconteranno qualcosa che non sapevo o ricordavo, 100 quando raggiungerò un traguardo che sembrava impossibile… e continuerò a vivere altre 1000 vite ogni volta che vivrò esperienze uniche come Asolo assieme a persone di tutte le età che stanno assieme come una famiglia felice ed unita. Vittoria Benfatto (Giovani per la Pace di Padova)
A Ramacca, i giovani per la Pace, stanno trasformando positivamente i pensieri e i pregiudizi della comunità ramacchese sui poveri, sugli anziani e sugli immigrati. Siamo giovani liceali che hanno preso l’impegno, promettendo di condividere alcuni momenti della loro vita con persone definite “emarginate” dalla comunità ramacchese. Ma entriamo nel merito. Chi sono queste persone? Sono gli anziani, ospiti di una casa di riposo di Ramacca, dove non fanno nulla l’intera giornata oltre a dialogare tra di loro. In tal modo, fanno crescere in loro la voglia di abbandonare quel luogo o nel peggiore dei casi la voglia di andare via da questo mondo. L’amicizia con gli anziani è un’amicizia destinata a durare in eterno, poiché fondate sull’aiuto reciproco. Ogni sabato pomeriggio, fedelmente, alle ore 16.30, i Giovani per la Pace si danno appuntamento davanti l’entrata di Casa Serena, ovvero l’istituto dove alloggiano gli anziani, per far loro visita. Gli anziani (che all’incirca sono una ventina), all’arrivo, sono strafelici di vedere i Giovani per la Pace andare da loro, mentre alla fine dell’incontro, che avviene poco prima di cena, ci fanno capire che non possiamo lasciarci. Durante la visita, gli anziani, danno sfogo a tutti i loro pensieri raccontando le loro vite, ciò che hanno fatto da giovani, come hanno vissuto il periodo della guerra, raccontandoci per intero la storia da chi l’ha vissuta in prima persona. Evento che ha segnato l’azione e la vita dei GXP,è stato quando il 23 Maggio 2015, in ricordo della strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Falcone insieme alla moglie ed alla loro scorta, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha consegnato ai GXP di Sicilia il “Commentario Breve al Codice Penale”, usato da Giovanni Falcone durante i processi a Cosa Nostra, per conservarlo e custodirlo fino al prossimo 23 Maggio.
Sono circa le 20 a Messina, davanti la Chiesa di San Giuseppe è appena finita la preghiera dei giovani per la pace, siamo tutti pronti per partire, ci dividiamo in due gruppi, io salgo in macchina con Pietro, insieme ad Andrea, Francesca e Beatrice, l’altro gruppo si dirige verso la stazione, ci incontreremo tutti là più tardi. In due minuti arriviamo davanti al tribunale, sdraiato in una aiuola c’è Singh, mentre in piedi ad aspettarci c’è Giridhar. Insieme a loro ci sono anche Vadim e Achille, li salutiamo, diamo loro un panino e un bicchiere d’acqua e ci fermiamo a parlare un po’ con loro. Achille ci canta qualche canzone di Vasco Rossi, mentre Vadim scherza un po’ con noi, parliamo anche con Giridhar che ci racconta che qualche giorno prima qualcuno è venuto e si è portato via la sua coperta e quella di Singh, Pietro allora torna in sede per vedere se ne abbiamo qualcuna da dare loro. Nel frattempo ascoltiamo la storia di Vadim, lui è Ucraino ed è venuto in Italia per lavorare, è un macchinista e per un po’ di tempo ha lavorato a Reggio Calabria, dopo qualche tempo ha perso il lavoro ed ha iniziato a fare piccoli lavori come giardiniere e operaio. Non ha più alcun alcun impiego e da qualche anno vive in strada. Gli chiediamo: “Perchè non torni a casa, dalla tua famiglia, in Ucraina?”. Lui ci risponde:: “E cosa dovrei raccontargli, che sono andato via per finire a vivere in strada?”. La sua è una storia triste, ed è simile a quella di tante altre persone che, avendo perso il lavoro, sono finite a vivere in strada. Pietro è appena tornato, e per fortuna è riuscito a trovare delle coperte per i nostri amici, loro sorridono e ci ringraziano, non dovranno passare una notte al freddo. Si è fatto tardi , allora salutiamo tutti e ci diamo il consueto appuntamento al prossimo venerdì. Io vado a salutare Vadim: “Ciao Vadim, stammi bene, ci vediamo al più presto”, lui mi stringe la mano e poi mi abbraccia dicendo: “Grazie, io ti voglio bene perchè tu mi chiami col mio nome, ormai quasi nessuno lo fa, stammi bene anche tu, dottore.”. Risaliamo tutti in macchina e andiamo alla stazione per incontrarci con gli altri. Hanno già iniziato a distribuire i panini e noi ci uniamo per dare una mano. Alla stazione ci sono molti migranti, alcuni stanno al nei centri di accoglienza, altri a Messina, c’è chi è arrivato in Italia da qualche mese, chi da qualche anno, quasi tutti in attesa di risposta alla richiesta di asilo. Facciamo la conoscenza di molti ragazzi del Niger, dell’Etiopia, del Mali, parliamo con loro tranquillamente, scherziamo un po’ e ci facciamo raccontare le loro storie. Sono le 21:30 e per concludere scattiamo una foto-ricordo con i nostri nuovi amici, siamo stanchi ma sorridiamo tutti, è stata una bella giornata, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima settimana. Sono quasi le 10 e io...
Chi pensa che solo il male é contagioso si sbaglia. L’estate dei bambini di Napoli ha smosso un circolo di contagio del bene! Sarà che l’abbiamo chiamato sogno, ma i sognatori non si sono fatti aspettare. #ADreamForChildren é l’ evento che i giovani per la pace di Napoli hanno organizzato per raccogliere i fondi a sostegno della colonia estiva di circa 100 bambini. Abbiamo cominciato a raccontare a tutti che crediamo in Napoli e soprattutto nel cambiamento della nostra città, e lo facciamo a partire dai bambini, e che un piccolo gesto può regalare sorrisi che durano una vita intera. E allora il salumiere e il macellaio hanno cominciato a donarci qualcosa dai loro negozi, la signora della casa di fronte ci ha prestato la sue piante per abbellire, c’è chi ha investito tanto tempo, noi come loro ci abbiamo messo tutto il cuore e abbiamo invitato tutti ad una grande serata fatta di musica dal vivo e momenti da dj. Sembrava a tutti gli effetti una serata normale, ma aveva dietro quel sogno che si faceva realtà: la colonia dei bambini, la loro settimana, la loro gioia. La generosità é arrivata anche da chi non ha partecipato ai nostri eventi, ma si é sentito vicino alla nostra causa. L’ estate a Napoli é cominciata con il contagio del bene, sembrava quasi Natale, o forse era proprio quel Natale che non finisce. #ADreamForChildren ha avuto altre repliche rivolte ad adulti, amici, parenti di ogni età e ci ha lasciato anche un grande insegnamento: in mezzo a tanta rassegnazione c’ é chi aspetta un motivo per donare e donarsi, nonostante i se, nonostante i ma. E che tirar fuori la voce nostra e quella dei più poveri e’ già cambiare! Il nostro grazie va a tutti quelli che ci hanno creduto e che ancora credono. di Francesca Sepe Puoi continuare a sostenere economicamente #ADreamForChildren cliccando qui
Siamo i Giovani per la Pace di Padova e oggi abbiamo fatto una raccolta fondi per portare in vacanza i bambini e gli anziani. Le Scuole della Pace di due quartieri padovani hanno raccolto moltissime iscrizioni quest’anno e il sogno di noi giovani è quello di riuscire a portare in vacanza tutti i bambini. Ma il nostro sogno non finisce qui…… da qualche anno, insieme ai Giovani per la Pace di Verona, Mestre e Treviso, organizziamo una vacanza a Asolo con gli anziani di diversi istituti del Veneto ! Tra balli, feste e gite ci divertiamo tantissimo! Vendendo queste torte vorremmo raccogliere dei fondi che ci serviranno per fare delle vacanze coi fiocchi e far divertire i nostri amici di tutte l’età e di tutte le nazioni! #estatesolidali Di Alessio Ferretto
Piazza Bologna, una mattina d’estate. Una quindicina di ragazzi ventenni eritrei, ospiti del centro Baobab di via Cupa si ritrovano con tanti giovani e studenti universitari del quartiere per passare una mattinata diversa. I passanti guardano incuriositi, sicuramente ciò che notano è insolito. Infatti armati di rastrelli e palette concessi gentilmente dall’AMA, europei e nuovi europei, come una cosa sola, puliscono la piazza dallo sporco, bottiglie, bicchieri da cocktail. È un gesto concreto per il quartiere. Lavorare insieme crea legami, ci capiamo al volo nel gestire le cose da fare. Insieme raccogliamo una quindicina di sacchi neri di immondizia e, una volta finito, decidiamo di andare insieme a villa Torlonia. Sulla strada, anche se con difficoltà, cerchiamo di comunicare (solo Laga, il più grande, parla inglese e traduce per gli altri in tigrino). Una cosa che si rivela utile è la cartina dell’Africa mostrata sul cellulare. Su di essa cercano di spiegarci che viaggio hanno fatto, da dove vengono, dove sono i fratelli e le mamme. Qualcuno li va a raggiungere in Europa, alcuni ci raccontano che i propri parenti non hanno visto l’Europa a causa del terrorismo del Daesh. Dopodiché ci separiamo, ognuno torna a casa, chi alla sua, chi al Baobab, ma è nata l’amicizia di chi si chiama per nome e di chi vuol bene alla città. È bello pensare che il bicchiere sporco lasciato a terra sia stato raccolto dal senso civico di un migrante come Thomas, dall’Eritrea. Lo ha fatto senza rimprovero né vanto: solo un gesto semplice di civiltà e un segno di buona convivenza che è sempre possibile! di Michele Mastropietro
#EstateSolidali Vacanza della scuola della Pace a Bari! I Giovani per la Pace di Bari fanno scuola della Pace al quartier San Paolo nella periferia della città. Un quartiere con storie complicate, segnato da episodi di violenza, ma San Paolo è un quartiere che vuole cambiare partendo dai propri bambini! Per questo anche quest’ anno siamo andati in vacanza portando i nostri bambini ad Ostuni. Ieri abbiamo fatto la festa dal mondo perché un quartiere che cambia parte dall’integrazione e faremo una festa con gli altri GxP della Puglia andando a trovare gli anziani di Casa Serena. I bimbi prepareranno dei lavoretti e delle lettere da dare agli anziani insieme alle caramelle! Una meravigliosa alleanza intergenerazionale! La pace inizia da qui!
Bellissima giornata trascorsa in sede quella di ieri per i giovani della pace di Trieste: Insieme abbiamo preparato i panini peri nostri amici senza fissa dimora della stazione: Centoventi panini da farcire sono una fatica leggera quando hai tante mani ad aiutarti! E’ stato bello organizzare insieme la vacanza estiva per i bambini della Scuola della Pace che vengono dal quartiere di Barriera e Camposacro. In un momento in cui ‘pace’ sembra una parola vuota, un po’ banale e sicuramente irrealizzabile, abbiamo deciso di far conoscere ai bambini l’opera di quegli uomini e donne che hanno concretamente lavorato per la pace e abbiamo quindi scelto come tema per la vacanza con i bambini le loro vite e il loro pensiero: Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta e Malala. È un’occasione questa per imparare qualcosa di nuovo anche per noi che dopo aver cenato insieme abbiamo guardato un bellissimo film, Selma- La strada per la libertà.
Ieri sera il Colosseo alle ore 21 si è illuminato. Ieri sera un ex luogo di morte e sangue si è acceso per dire che l’umanità ha fatto un nuovo passo avanti, nella lunga e faticosa battaglia alla pena di morte. Il Nebraska è il 19° stato degli Stati Uniti d’America (più il Columbia District) ad abolire la pena di morte. Spesso sentiamo la pena di morte come un discorso lontano, una battaglia di altri, ma la battaglia contro la pena di morte è uno spartiacque di civiltà. La pena di morte non è solo una pena definitiva, dalla quale in caso di errore non si può tornare indietro. La pena di morte non è solo una pena razzista e classista, che colpisce più frequentemente i poveri e gli emarginati. La pena di morte non è solo una pena disumana, perché ti uccide centinaia di volte prima dell’esecuzione. La pena di morte è la sconfitta di una società che di fatto giustifica l’assassinio, perché subdolamente sostiene una violenza giusta. La pena di morte è la sconfitta di una società che si illude di poter dividere “uomini buoni” e “uomini cattivi”, negando che in ogni uomo c’è almeno una scintilla di bene, insidiata dall’ombra del male. La pena di morte è la sconfitta di una società che nega il perdono, il riscatto e il cambiamento che invece fanno parte della vita e della crescita di ogni uomo. La pena di morte è la sconfitta di una società che non sceglie di combattere il male, ma di assecondarlo, di cedere alle sue regole. Per questo, siamo particolarmente felici oggi. Ieri, come ogni volta che un condannato a morte viene graziato o gli viene commutata la pena, l’umanità ha vinto. Ieri, l’umanità ha vinto in Nebraska, come vince ogni giorno in ogni paese in cui la pena di morte è stata abolita. Ieri, oggi, domani e ogni volta che in un tribunale si sceglie per la rieducazione piuttosto che la semplice punizione, l’umanità vince e oggi più di ieri non possiamo fare a meno di sperare di leggere presto “La Corte Suprema ha dichiarato la pena di morte illegale in tutti e 50 gli stati”. Di Elena Liotta
Altri articoli
-
Dall’ECO LAB di Pace un carico di aiuti umanitari con materiale scolastico per le bambine e i bambini in Ucraina
14/02/2024 -
Eco Lab di Pace, lo spazio dove l’ecologia e la solidarietà si incontrano e si trasformano in aiuto concreto
14/02/2024 -
L’amicizia che si rivela benedizione: dalla strada al Buon Pastore
26/01/2024 -
I corridoi umanitari: un viaggio con una meta sicura per un’accoglienza umana e rispettosa
02/04/2023