L’intervento dei Giovani per la Pace sull’ecologia integrale al Friday for Future
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Papa Francesco a DREAM in Mozambico, dove il “sogno” è liberare dall’Aids donne e bambini. GUARDA IL VIDEO
RedazioneLa visita al centro DREAM di Sant'Egidio in Mozambico per la cura dell'Aids
I Giovani per la Pace di Pavia per il Mozambico: in tanti al concerto “Stop indifference, make the difference”
RedazioneUn concerto per aiutare le popolazioni colpite dal ciclone Idai in Malawi e in Mozambico. I Giovani per la Pace di Pavia hanno riunito una decina di band per il concerto live "Stop indifference, make the difference" che sabato 15 giugno, con la partecipazione di centinaia di giovani ha reso concreta la solidarietà
Francesca descrive in due parole la sua esperienza in uno dei centro nutrizionali DREAM di Sant’Egidio in Mozambico, dove i bambini trovano aiuto e altruismo
Perché Beira torni a vivere
Grazie per aver donato! GxP per la trasparenza Nella campagna di donazioni sono stati raccolti 2.315,48€ da 36 donatori, che hanno permesso di raggiungere l’obiettivo prefissato di portare tutti i bambini in vacanza. La vacanza conclude un anno di amicizia con i bambini, sostenuti nella loro crescita ogni settimana con la Scuola della Pace. Ringraziamo anche tutti coloro che hanno condiviso i post su Facebook e la pagina sul blog, rendendo possibile la buona riuscita della campagna. Continuate a seguire i Giovani per la Pace! P.S. Proprio in questi giorni i GxP di Genova e di Napoli sono in Malawi e in Mozambico, per sostenere il programma DREAM per la lotta all’AIDS e i centri nutrizionali. In questa settimana saranno con centinaia di bambini. Seguite la loro avventura su Facebook! Malawi, we are coming! ???✈️❤️
“O mundo muda a cada gesto teu” Giovani per la Pace di Matola-Mozambico “Il mondo cambia con un tuo gesto ” Oggi siamo tutti felici e euforici. Abbiamo terminato una fase di crescita che ci rende soggetto pubblico e attori protagonisti del cambiamento della nostra città. E’ stato grande il lavoro per arrivare al lancio ufficiale dei Giovani della Pace di Matola tenutosi il 31 ottobre 2015. Dopo la visita a luglio di Marco Impagliazzo, presidente della Comunita’ di Sant’Egidio in Mozambico, tante sono state le attività realizzate per conoscere e familiarizzare con la realtà della gioventù di Matola, in particolare i giovani delle scuole secondarie e universitarie con i quali abbiamo condiviso intense giornate di conferenze e colloqui che hanno dato senso alla vita di molti . La solidarietà, l’amore, la compassione, la tolleranza, la pace, l’onestà, la lealtà, il cambiamento, l’umiltà, la non violenza, la preghiera, i poveri,l’ amicizia … beh … sono stati piatti forti dell’ eredità della Comunità che ci ha aiutato a vivere e trasmettere a tanti la voglia di cambiare il mondo in cui viviamo e a vivere l’amicizia con tutti. Nei mesi precedenti al lancio , Giovani per la Pace si e’ presentato con delle conferenze in varie scuole della citta’ di Matola : Teacher Training Institute a Matola, Scuola Secondaria di Matola, Wutivi Università (ex ISTEG), Community School Carlos Filipe Tembe, Secondary School Liberty School Secondaria San Marcos, Istituto Agrario di Boane, Community School Margarida Naseu. In ogni scuola siamo stati ben accolti e presto in tanti si sono aggiunti per aiutare nel servizio ai poveri della citta’. E’ nato cosi’ lo slogan “Il mondo puo’ cambiare con un tuo gesto .” Nell’ultima settimana prima del lancio, abbiamo realizzato una intensa campagna attraverso i media come la televisione, Facebook, Instagram e WhatsApp per la diffusione dei Giovani per la Pace, offrendo l’invito a aderire a un movimento che mira a un futuro invidiabile per tutti i giovani. Oggi viviamo una grande gioia. Abbiamo raccolto giovani artisti, narratori di poesie, ballerini, cantanti, studenti, una massa giovanile con una forte rappresentanza delle principali scuole della nostra città, che vuole impegnarsi con noi per cambiare sopprattutto la vita de piu’ poveri. Si tratta di un impegno che vale la pena di vivere e credere. Il Giubileo della misericordia ci aiuta a capire il mondo in cui viviamo e ci chiama ad aprire le porte del futuro a partire da un grande Natale che desideriamo far vivere anche a tutti i nuovi amici che si sono aggiunti a noi, un Natale, in cui i poveri e i bambini saranno al centro dell’attenzione e soprattutto dove la Pace e l’Amicizia saranno il nostro piatto principale. Siamo felici e entusiasti. Noi possiamo essere il cambiamento che vogliamo per il mondo. “Il mondo cambia con un tuo gesto ”
Siamo autenticamente contenti per la nomina ad Arcivescovo di Bologna di Don Matteo Zuppi, che attraverso la sua vita e le sue parole ci ha insegnato quanto la compagnia del Vangelo, della Preghiera, dei poveri e della pace rende la vita più felice. Noi Giovani per la Pace facciamo i nostri più cari auguri a Don Matteo che dalle strade del Roma a quelle di Bologna ci dimostra quanto una rivoluzione della “Teneressa“sia possibile, cambia la storia delle vite dei poveri, porta pace e serve al mondo. La lettera di Mons. Matteo Zuppi ai cittadini di Bologna “Inizia per me un nuovo servizio, insieme a voi. Camminerò volentieri assieme a voi, perché la Chiesa è mistero di comunione, visibile e invisibile, famiglia dove paternità e fraternità non possono mai pensarsi una senza l’altra.” Leggi la lettera di Mons. Matteo Zuppi ai cittadini di Bologna sul Corriere di Bologna
Viaggiando per l’Africa si ha la possibilità di conoscere molti dei suoi volti; a partire dalle sue riserve naturali, che regalano paesaggi esotici e cinematografici. Ma in Mozambico, nonostante la natura regali viste mozzafiato al fortunato viaggiatore, una particolare attenzione va riservata a Beira, e ai volti dei bambini del Centro Nutrizionale di Beira. Personalmente, amo pensare all’Africa con il volto di un bambino in particolare, un bambino la cui storia è dolorosa proprio come tanti altri bambini di strada. Ernesto è stato uno dei primi bambini che noi Giovani per la pace abbiamo conosciuto il primo giorno al centro nutrizionale della Comunità di Sant’Egidio. È impossibile non notare immediatamente il sorriso di Ernesto: pieno, radioso, capace di coinvolgere anche i suoi occhi spiritosi. Nonostante il suo sorriso contagioso, la storia di Ernesto è una delle più tragiche che io abbia sentito. Inseme al suo fratellino, Ernesto si è ritrovato in mezzo a una strada da un giorno all’altro circa un anno fa. Dopo la morte del padre infatti, Ernesto e suo fratello si sono ritrovati a convivere con la madre e con il suo nuovo marito. Ma come purtroppo succede succede fin troppo spesso qui a Beira ( ascoltando le storie di molti atri bambini), pare che il patrigno abbia ben presto cominciato a picchiare lui e il fratello . La situazione si è resa ben presto insopportabile, a tal punto da costringere la madre a mandare via i propri figli. Personalmente non me la sento di giudicare la madre, né la sua “scelta” di continuare a vivere a fianco di un mostro simile (soprattutto in un paese in cui l’emancipazione femminile è del tutto assente, salvando qualche raro caso), lasciando andare via i suoi figli. Così Ernesto è finito per strada insieme al fratello. Dormono in un piazzale, vengono “protetti” da un ragazzo di strada più grande in cambio di soldi che racimolano con le elemosina. Il centro nutrizionale è stata la salvezza di tanti bambini come Ernesto, bimbi di strada con storie tragiche che hanno trovato nel centro non solo un pasto garantito per ogni giorno, ma anche punti di rifefimento per la vita come le attiviste del progetto DREAm che lavorano presso il centro. Donne dotate di straordinario coraggio (che definirei senza esitazione come l’orgoglio del genere femminile ), che hanno deciso in qualche modo di adottare tutti questi bambini bisognosi di cibo, cure, ma soprattutto di affetto. È stato senza dubbio difficile lasciare Ernesto alla fine di questo viaggio, specie dopo aver sentito uscire dalla sua bocca la parola “mamma” ( o MADA, in dialetto) rivolgendosi a me: per il momento stiamo cercando in tutti i modi di far luce su cosa sia rffettivamente successo a casa di Ernesto, sperando di instaurare un dialogo pacifico con la madre e il patrigno, nella speranza che Ernesto e suo fratello possano tornare a casa ( che è senza dubbio un’alternativa migliore della strada ). Nel frattempo ciò che io -e che ognuno di noi – possiamo...
Se vuoi scoprire il valore del silenzio, immergiti nel frastuono. E se vuoi scoprire il valore di una parola gentile, immergiti nella solitudine di una sera. Se vuoi scoprire il valore di un sorriso, asciuga le lacrime di chi è nel pianto. E se vuoi scoprire il valore di un abbraccio, stringi forte a te con tutta la tua dolcezza un bambino che non ha mai avuto nessuno che si prendesse cura di lui: colmerai in questo modo un po’ del suo infinito bisogno d’affetto.
Oggi parleremo di un argomento che a noi Giovani per la Pace sta a cuore perché alcuni di noi sono stati in Mozambico, perché ventuno anni fa la pace è stata raggiunta grazie all’impegno della Comunità, perché in Mozambico ci sono circa 100 comunità tra città e realtà locali, perché l’amicizia con questo paese è nata proprio sul tema della pace e ci ha aperto il cuore sull’Africa. Parlo di Mozambico, però, perché sono preoccupata. La Frelimo e la Renamo si sono combattute per quasi vent’anni in una sanguinosa guerra civile, finché la Comunità di Sant’Egidio, non ha deciso di porsi come mediatore, riuscendo a raggiungere dopo 2 anni di trattative la pace. A seguito dei Trattati di Roma (4.10.1992), l’esercito è stato unificato e in Mozambico si sono tenute elezioni libere e democratiche, che hanno portato al potere la Frelimo, mentre la Renamo riusciva a ottenere delle vittorie politiche locali (soprattutto nel nord del paese). La democrazia ha permesso che il Mozambico divenisse uno dei paesi più ricchi ed emergenti dell’Africa, meta di turisti, ma anche di tanti profughi che fuggono dalle guerre e dalla povertà. Dai giornali ho appreso che il 21 ottobre l’esercito ha attaccato la base della Renamo a Gorongosa, dove il capo del partito, Afonso Dhlakama, era rifugiato da circa un anno e da cui è fuggito verso un luogo ignoto. Sta bene, secondo le dichiarazioni di alcuni giornalisti del giornale mozambicano O Paìs, che l’hanno incontrato, così come sta bene la popolazione, fuggita prima dei bombardamenti. Ho quindi letto su diverse testate che Afonso Dhlakama non riconosceva più i trattati di Roma, per poi leggerne l’esatto contrario circa quattro giorni dopo (il 25 ottobre). Ho pensato, allora, di parlare con qualcuno che è continuamente in contatto con il Mozambico e i Mozambicani, per avere un’immagine più chiara della situazione; pertanto, ho intervistato la professoressa Chiara Turrini, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Mozambico. Redattore: Dai giornali italiani abbiamo letto dell’attacco del governo alla base della Renamo, ma è scoppiata così improvvisamente la tensione o c’erano già dei presupposti? Chiara Turrini: Sì, dei presupposti c’erano già perché la Renamo ha chiesto di cambiare la legge elettorale in vista delle elezioni municipali che ci saranno e il 20 novembre e le nazionali che ci saranno il prossimo anno e purtroppo non hanno trovato un accordo sulla riforma della legge elettorale. Si erano create da alcuni mesi due delegazioni, una del governo e una della Renamo, per provare a fare un tavolo di dialogo ma purtroppo non è stato trovato l’accordo, fino a che sono cominciati… Degli incidenti c’erano già stati dopo Pasqua di quest’anno nell’ultimo tratto di autostrada, che è la strada principale che collega il Nord con il Sud, vicino a Beira. R: Quali potrebbero essere le cause delle tensioni? Sono semplicemente politiche o c’entrano anche i giacimenti di gas recentemente scoperti? CT: In Mozambico hanno trovato molte ricchezze naturali negli ultimi anni, il carbone, il gas… Io penso che sì, ha a che...
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