I Giovani della Pace sono felici per la notizia proveniente dagli Stati Uniti. Il Maryland ha abolito la pena di morte, divenendo così il sesto stato americano ad abolire la pena capitale dal 2007 ad oggi. http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/6799/Il_Maryland_abolisce_la_pena_di_morte.html
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“La vita è come un lungo viaggio in macchina, soggetto a imprevisti. Un giorno, la macchina su cui viaggiavo si è rotta all’improvviso. Nel buio della notte. In una strada deserta. Davanti a una linea rossa. Ma proprio quando avevo cominciato a rassegnarmi qualcuno è venuto in mio soccorso. Si è sporcato le mani e mi ha permesso di riprendere il viaggio. La linea rossa non era più il termine, ma un punto di partenza. Da quel momento non sarei più stata sola.” Pacem Kawonga, Un domani per i miei bambini P. Kawonga, Un domani per i miei bambini Piemme, aprile 2013 La vita di Pacem è segnata. È una condannata a morte, ma il suo boia è paziente: non la viene a prendere subito, forse la lascerà tranquilla a lungo, ma prima o poi la verrà a prendere, lo sa. Il suo boia ha già cominciato a stuzzicare Melinda, la sua secondogenita, sempre malaticcia e piccola, e suo marito, James, un uomo manesco e infedele nel quale Pacem cerca disperatamente di ritrovare colui di cui si era innamorata. Il boia di Pacem si chiama AIDS, una malattia che in Malawi, come in tutta l’Africa, equivale a una condanna a morte, anzitutto sociale. Pacem, però, ascolta la radio, ascolta le storie dei malati, scopre che una speranza c’è, che forse può allontanarsi dal burrone verso il quale sembra si stia dirigendo. Si chiama DREAM ed è un sogno per ogni malato di AIDS. DREAM, Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrion, è il programma di cura dell’AIDS e prevenzione materno-infantile della Comunità di Sant’Egidio, è il sogno di dare agli Africani le cure Occidentali e permettere a madri malate di far nascere figli sani a costo zero. È un sogno che ha esordito nel 2002 in Mozambico, riuscendo a raggiungere nel 2012 dieci paesi (Mozambico, Malawi, Tanzania, Kenya, Repubblica di Guinea, Guinea Bissau, Camerun, Congo RDC, Angola e Nigeria), dopo essersi scontrato con il pregiudizio di tanti. Pacem ha incontrato questo sogno quando era appena approdato in Malawi e si è fidata di medici, infermieri, operatori di quell’ambulatorio un po’ strano dove nessuno sembrava aver fretta e in cui il paziente diventava il centro delle attenzioni del personale. Oggi, Pacem è un’attivista del progetto DREAM, parla per le piazze, per le strade e i quartieri, racconta la sua storia, come in Un domani per i miei bambini, edito per Piemme, che consigliamo di leggere; parla al cuore di uomini e donne che ancora il test non l’hanno fatto, dona loro una nuova speranza: l’AIDS si può vincere! Non è una condanna a morte. È proprio la Speranza la grande coprotagonista di questo libro e non è solo la speranza di Pacem, che fa il test e va alla ricerca delle cure per lei e per il marito anzitutto per paura di lasciare orfani i suoi bambini come a lei stessa era successo. È la speranza di quanti si sono affidati al Programma DREAM e hanno scoperto che ciascuno di...
Proprio pochi giorni fa la Comunità di S. Egidio e i Giovani per la Pace della Germania hanno commemorato i Rom e i Sinti deportati ad Auschwitz durante il regime nazista. Alla cerimonia è intervenuta Rita Prigmore, tedesca di etnia sinti, vittima degli esperimenti genetici dei medici nazisti sui gemelli. Come lei, gli oramai purtroppo pochi sopravvissuti al genocidio di Ebrei, Rom, Sinti (a cui si uniscono omosessuali, oppositori al regime nazista, prigionieri di guerra, malati di mente, Testimoni di Geova, Russi, Slavidi varie nazionalità) spesso viaggiano in tutto il mondo per fornire la propria testimonianza diretta su ciò che è accaduto in quegli anni. Le loro voci riportano alla memoria collettiva l’aberrazione a cui è potuta giungere l’umanità quando ha smarrito il senso della dignità e dei diritti della persona umana. Quando intervengono nelle scuole, i ragazzi si rendono conto pienamente dell’importanza e dell’ unicità di questi incontri. Sentir raccontare in prima persona i soprusi subiti nei campi di concentramento e sterminio, oppure nelle strutture correlate, rappresenta infatti un momento molto intenso e si fa strada la necessità di confrontarsi, di capire. Ognuno di loro riporta, tradotta nella propria esperienza, la Storia d’interi popoli. Moltiplichiamo queste storie per i milioni di vittime innocenti. Pensiamo ai recenti studi secondo cui ci sarebbe la probabilità che le vittime dei campi di concentramento nazisti siano molte più di quanto non si creda. Consideriamo che i genocidi nel mondo sono stati numerosi. Nonostante ciò il negazionismo e nuove forme di razzismo dilagano pericolosamente. Gli studenti, che rischierebbero di percepire determinati fatti come lontani e astratti, si ritrovano ad affrontare improvvisamente il dolore e la forza psicologica delle persone che certe cose le hanno vissute sulla propria pelle. Nell’ascoltare i testimoni, ragazzi dalle idee eterogenee sono accomunati dalla stessa commozione: diviene forte la consapevolezza di essere fortunati e di dover trasmettere ciò che si è ascoltato agli altri. Bisogna contribuire ad irrobustire, nella nostra società, gli anticorpi al razzismo e alla violenza, per impedire che tutto ciò si ripeta. Noi giovani abbiamo la responsabilità di raccogliere il testimone della memoria. Sta a noi far sì che arrivi a destinazione, fondando una società migliore con l’impegno concreto. Non solo nelle giornate commemorative. Chen Laura Sarno
Sito dell’Auditorium Parco della Musica di Roma Sabato 25/05/2013 Sala Sinopoli, ore 17 Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Musica per Roma, con il sostegno di Camera di Commercio presentano Play Music Stop Violence Cambia il mondo con la tua musica Biglietti: Ingresso gratuito Ritiro voucher dal 16 maggio presso l’info point dell’Auditorium Parco della Musica info 3669733898 [email protected] Alla presenza di numerosi ospiti del mondo della musica e dello spettacolo, le band finaliste del music contest Play Music Stop Violence – cambia il mondo con la tua musica, cercheranno in tutti i modi di aggiudicarsi il primo premio del contest, di fronte ad una giuria che avrà un difficile compito da svolgere. Il contest musicale Play Music Stop Violence, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e da Fondazione Musica per Roma, con il sostegno di Camera di Commercio di Roma, ha offerto la possibilità a giovani musicisti di confrontarsi su temi importanti ed attuali. I giovani musicisti sono stati chiamati, infatti, a comporre brani che possano lanciare un messaggio positivo: contro la violenza, la guerra, il razzismo, la povertà; per la pace, il rispetto dell’altro, la solidarietà, la musica che unisce oltre ogni barriera. Anche il pubblico farà la sua parte, assegnando attraverso un sistema di voto, il “Premio Popolare”. La musica ha una grande forza e può fare molto per cambiare il mondo. Non mancate!
LA REDAZIONE DEL BLOG ESPRIME DOLORE E SDEGNO PER IL GRAVE ATTENTATO ALLA MARATONA DI BOSTON NEGLI STATI UNITI
RedazioneDal Corriere della Sera (www.corriere.it): “Terrore e sangue sulla maratona di Boston. La prima bomba è esplosa a poche centinaia di metri dal traguardo, alle 15 di lunedì (15 aprile), ora locale. I runner che stavano per raggiungere l’arrivo sono stati travolti dall’onda d’urto, quelli che avevano appena oltrepassato la linea bianca si sono fermati e voltati di scatto, pietrificati dalla terribile esplosione. Il tempo di realizzare di essere nel bel mezzo di un’emergenza, e una seconda bomba è esplosa più giù, lungola strada. Una terza esplosione, forse causata dall’incendio sviluppato in strada, si è verificata nella vicina biblioteca John Fitzgerald Kennedy. In totale cisarebbero almeno tre morti: una delle vittime è un bambino di 8 anni, attendevail papà nelle vicinanze del traguardo. Un primo bilancio parla anche di 141 feriti. Tra questi molti (almeno 17) sono gravissimi, e almeno 10 avrebbero subito amputazioni. La gara podistica più antica al mondo dopo quella di Atene è terminata così, nel panico generale, tra sirene impazzite e atleti che si aggiravano per l’area del traguardo gravemente feriti, alcuni mutilati, altri stesi al suolo, esanimi”. La violenza continua a mietere vittime innocenti, questa volta nell’ ambito di una manifestazione sportiva che avrebbe dovuto essere un momento di festa e di condivisione. La redazione del blog, assieme a tutti i Giovani per la Pace, esprime la propria solidarietà alle vittime dell’attentato e alle loro famiglie. Al tempo stesso condanna ogni forma di violenza, soprattutto quella che si accanisce sui più deboli ed indifesi, come i bambini.
La musica sembra alleviare il dolore, sembra motivare il cervello.(Pink Floyd) Continua il nostro viaggio nel mondo di “Play Music Stop Violence. La seconda fase si è svolta domenica 14 aprile con le audizioni di ben 13 delle 37 band partecipanti al concorso in uno dei più grandi locali della capitale, l’ Alpheus di Roma, che già negli anni scorsi ha ospitato la finale delle precedenti edizioni di PMSV. Dall’ energia dirompente dei “Piano A”, alle atmosfere esotiche della World Music degli “Highway of Time”, sino ai meandri del Pop Punk dei “Dry Skunk”. Dopo le esecuzione di ogni pezzo la giuria, composta da importanti personalità del mondo della musica e non, ha posto varie domande a ciascun gruppo. Emozioni e sentimenti sono sprizzati dal palco. E’ emersa, con forza, la convinzione che attraverso l’energia della musica è possibile far conoscere con chiarezza il sogno di un mondo migliore, libero dalla violenza. Lo sforzo (riuscito) di tutti i partecipanti è stato quello di legare note e parole, in un’armonia non fine a se stessa, ma legata concretamente alla realtà: dalla quotidianità dei nostri gesti alla violenza nuda che i nostri occhi incrociano. A breve sul blog verranno postate le interviste rilasciate da alcune delle band partecipanti. Ora non possiamo che aspettare il secondo turno di audizioni che si svolgerà domenica 21 aprile, sempre all’ Alpheus, con le altre band, tra cui gli “Aigherai”, i “Radio Aut e i “Redfi eld Street”. PAOLO MASCI
Quanti hanno in questi giorni acceso il televisore e sbigottiti hanno scoperto che il mondo si sta preparando ad una guerra nucleare? Non è uno scherzo o semplice retorica perchè la Corea del Nord questa volta fa sul serio e lo testimoniano i provvedimenti adottati dagli Stati minacciati( Giappone, Corea del Sud e persino gli Stati Uniti) . Ovviamente non desidero gettare il lettore nel panico ma è bene che si conosca la realtà dei fatti internazionali. Per comprendere la natura del conflitto dobbiamo riavvolgere il nastro fino al 1950. In quegli anni, durante la guerra fredda, Pyongyang(capitale della Corea del Nord) aveva il supporto economico e diplomatico della Russia comunista mentre a Seul si era insediato un governo nazionalista appoggiato dagli americani. Le tensioni tra le 2 potenze asiatiche iniziarono da allora e celavano un contrasto tra il blocco occidentale statunitense e quello orientale sovietico. Gli scontri militari terminarono col l’armistizio del 1953 che confermò la divisione della Corea al 38° parallelo. Dopo un apparente periodo di pace tra i due popoli, le rivendicazioni territoriali si sono prolungate fino ad oggi e hanno raggiunto il picco massimo quest’ anno. Le ragioni sono diverse e tutte plausibili. Sicuramente in Corea del Nord, dove vige una dittatura totalitaria di stampo stalinista, il Dittatore Kim Jong Un impone una politica interna ed estera fondata sulla logica del terrore, sull’assenza di pluralismo politico e sociale, su un apparato militare potente. Ogni cittadino è tenuto obbligatoriamente, maschio o femmina, a dedicare parte del suo tempo all’ esercito mentre crisi alimentari e forme di violenza sulla popolazione sono fenomeni comuni. Il dittatore nord-coreano ha affermato che gli armamenti nucleari costituiscono la base della pace giustificando così continui finanziamenti all’ industria bellica. In seguito alle continue minaccie nucleari, il Giappone è corso ai ripari installando batterie anti-missile presso Tokyo. Kim Jong Un ha addirittura lanciato un messaggio agli stranieri della Corea del Sud di lasciare immediatamente il paese per evitare che vengano colpiti dai loro stessi missili. Non sappiamo con certezza cosà accadrà e quali ripercussioni avrà questo conflitto sulla vita di milioni di persone. C’è veramente il pericolo di una guerra nucleare o si tratta del solito bluff? Come sanno i giocatori di poker, il bluff tanto più funziona quanto più sei ricco. La Corea del Nord però è poverissima. Fabio Lazzari
Domenica 14 aprile, tutti i Giovani della Pace di Roma si incontreranno alle ore 10.00, presso il Centro Giovanile San Lorenzo (Via P.P.Pfeiffer, 24 traversa di Via della Conciliazione) per poi partecipare alle ore 11.45 all’Angelus.
20 marzo 2013 Oggi al Liceo “James Joyce” di Ariccia (Roma), alcune classi hanno partecipato ad una giornata di studio e conoscenza del popolo Rom. Ospite della giornata è stato Daniel dei Giovani per la Pace del quartiere romano di Torbellamonaca. I ragazzi e le ragazze hanno così potuto conoscere gli aspetti più importanti che caratterizzano il popolo Rom direttamente dalle parole di un loro coetaneo. Daniel ha raccontato la sua storia e quella della sua famiglia, del viaggio intrapreso dalla Romania all’Italia. Daniel ha voluto anche sottolineare come l’incontro con i Giovani per la Pace è stato per lui decisivo: “Io mi ricordo che alla Scuola della Pace stavo bene perché ho ricevuto tanta amicizia. Un’amicizia che dura ancora oggi. Infatti crescendo alla Scuola della Pace, ho imparato che la vera dignità e il vero rispetto si conquistano quando tu puoi essere utile per gli altri. Ora faccio parte dei Giovani per la Pace e insieme a loro faccio la Scuola della Pace a Torbellamonaca. Adesso sono io che aiuto i bambini del quartiere a crescere bene”.
I Giovani per la Pace sono molto contenti per l’elezione del nuovo papa Francesco. Nome particolarmente significativo che testimonia un interesse ancora maggiore della Chiesa verso i più poveri. Ecco il discorso del Papa. Nell’elezione avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo, Claudio Hummes, un grande amico che quando la cosa diveniva un po’ pericolosa per me mi confortava. Quando i voti sono saliti a due terzi, momento in cui viene l’applauso consueto perché è stato eletto il Papa, lui mi ha abbracciato e mi ha detto “non ti dimenticare dei poveri“. Alcuni non sapevano perché ho scelto il nome Francesco, e si chiedevano se fosse per Francesco Saverio, Francesco di Sales o Francesco d’Assisi. È in relazione ai poveri che ho pensato a Francesco. Poi ho pensato alle guerre mentre lo scrutinio proseguiva e così è venuto l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato, con il quale oggi abbiamo una relazione non tanto buona.
“Cambiare il mondo a partire dai poveri”, con questa proposta i Giovani per la Pace di Roma si sono presentati ai ragazzi pugliesi. Questo evento è stato un nuovo tassello alla storia di amicizia tra i Giovani per la Pace e i giovani pugliesi iniziata questa estate. È stata una giornata ricca di incontri: nella mattina, prima dell’assemblea cittadina, si sono tenuti due incontri sulla pace in Mozambico nella succursale dell’istituto Morvillo a San Vito dei Normanni e all’istituto Giorgi di Brindisi. In questi luoghi di comprovata accoglienza, i nostri amici hanno conosciuto per mezzo delle parole degli oratori il nesso tra la “pace italiana” in Mozambico e la prospettiva di pace a Brindisi, Mesagne, San Vito, Campi Salentini. È un viaggio a più riprese: i Giovani per la Pace hanno iniziato a visitare questi luoghi a partire da un ricordo di dolore (l’attentato del 19 maggio 2012 all’istituto Morvillo Falcone in cui perse la vita la studentessa Melissa Bassi di 16 anni, mentre altre ragazze rimasero ferite) per portare un messaggio di speranza. Con la preghiera e l’amicizia con i poveri possiamo conoscere Gesù: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. II Cor 8,9.
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