La risposta pubblica è stata confusa: disordini a Los Angeles, bandiere bruciate, una petizione su Change.org con oltre 2,2 milioni di firme a sostegno dell’arresto di Zimmerman, minacce di morte a quest’ultimo.
Col senno del poi, la sentenza di assoluzione è sconvolgente solo per l’affermazione di un assoluto diritto di legittima difesa e non per una scongiurabile, terribile attenuante di razzismo. La congettura sulla matrice razzista dell’episodio sembra solo un grande errore politico.
L’episodio è significativo delle resistenze culturali attivabili per non far bruciare il delicato circuito delle società democratiche. La lotta al razzismo non finisce con la proclamazione di Convenzioni e costituzioni pluraliste. Anzi, forse proprio queste rappresentano il punto di inizio. L’allarmismo e lo sguardo paranoico sulla realtà non aiutano.
Il razzismo si combatte attraverso due canali: la concretezza e l’educazione. Innanzitutto bisogna rimuovere le barriere che non permettono l’integrazione e lo sviluppo dei diversi gruppi etnici: in sostanza, la segregazione razziale seppur espunta giuridicamente, si può sedimentare in forme sociali ed economiche, per cui è essenziale che, in nome della cittadinanza, tutti abbiano le stesse opportunità. In secondo luogo, l’osservanza di un siffatto modello sociale non può affermarsi senza una concordanza degli animi. È a dir poco criminale che proprio ‘i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche’ si abbandonino a motteggi razzisti e a deteriori atrocità verbali. No, in un Paese civile non si può augurare a un ministro di colore, madre di due figlie, una violenza sessuale. E non la si può paragonare a un animale. (Perché viene dal Congo).
La risposta dei più impuniti è: ”Se si confrontasse un bianco a qualsiasi animale, non accadrebbe lo stesso”. Nel merito dell’infelice battuta del (dis)onorevole Calderoli, basta galleggiare sulla superficie per cogliere il sofisticato improperio razzista.
In ogni modo, il razzismo è un movente che spinge sempre a infrangere lo schermo della persona umana. Svincolare da certe oscene parole, quando financo la motivazione è evidente, è un doppio oltraggio.
Ma è necessario più che mai giustamente indignarsi e quotidianamente impegnarsi per tessere un solido tessuto sociale.