I giovani per la pace di Napoli hanno trascorso il fine settimana ad Assisi, nei luoghi di San Francesco. È a partire da San Damiano il posto in cui Francesco incontrò il crocifisso, che abbiamo cominciato ad addentrarci nella sua storia, la storia di un uomo prima che di un santo. Di un uomo fragile. La fragilità è la prima parola che ci ha colpiti, perchè non è difficile capire cosa significa sentirsi fragili davanti al mondo, ma ancor prima davanti a se stessi. Noi. La seconda è la speranza, quella speranza non intesa come puro altruismo, ma come qualcosa di cui noi siamo parte. I poveri e noi. Francesco aveva un sogno, ma non voleva viverlo da solo, il suo sogno era a dimensione fraterna. La Comunità. L’ umiltà di quei posti, l’ intimità di quei silenzi immacolati, il racconto del prof.Marco Bartoli, ci hanno dato la forza di credere in qualcosa che poi non è così diversa da quella che desideriamo oggi come gxp. La fragilità di San Francesco ha fatto la storia e l’ha cambiata. Cambiare é anche il nostro sogno. Siamo grati alla sua fragilità, alla sua speranza!
Data: October 7th, 2015
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Cerca i Giovani per la pace in tutta Italia o contattaci alla mail [email protected] #changeyourcity, la campagna lanciata in tutta Italia dai Giovani per la Pace per cambiare le città a partire dai poveri, sta diventando virale All’inizio di settembre, sui social, sono comparse foto di giovani insieme a volti sorridenti di bambini, anziani, stranieri, con cartelli con su scritto #changeyourcity. Ma cos’è #changeyourcity? Un’esplosione di voglia di cambiamento. La voglia di cambiamento di chi, come i giovani, si è sentito ripetere che non è possibile cambiare, che è complicato, costa fatica o al massimo è meglio accontentarsi di aggiustare un po’ le cose. Da dove iniziare? Vogliono cambiare le città a partire dalle periferie, urbane, umane e esistenziali, rimettendo al centro i suoi abitanti più deboli: i bambini, gli anziani, i senza dimora, le vittime della violenza e del disprezzo. A Napoli #changeyourcity ha spinto alcuni giovani a radunarsi in piazza per un momento di preghiera per la pace. Pochi giorni prima, sulle strade di Napoli, era stato ucciso un diciassettenne e, davanti all’ennesimo fatto di sangue riguardante i giovani, qualcuno si era spinto a paragonare il centro di Napoli a Bagdad. Anche a Catanzaro #changeyourcity ha voluto ricordare una vittima della violenza, “zia Tota”, novantenne, uccisa in casa per il furto di 60 €. Oltre che contagioso, #changeyourcity è fantasioso. A Roma e a Padova i Giovani per la Pace hanno organizzato tornei di calcio e pallavolo, fantasiosi anche nel titolo. Li hanno chiamati “Convivolley” e “Games4Peace”, perché a contendersi erano liceali, universitari e giovani rifugiati, in squadre rigorosamente miste. L’accoglienza dei profughi è uno degli aspetti più importanti della campagna #changeyourcity. Da Trieste a Catania, da Genova a Milano, non si contano le iniziative organizzate, con mezzi semplici, dai Giovani per la Pace in porti, stazioni e centri di accoglienza. C’è una convinzione che guida i Giovani per la Pace. Per cambiare le città non occorrono grandi mezzi, ma bisogna essere tanti. Per questo #changeyourcity ha già conquistato oltre ai cuori di tanti giovani che hanno scelto per l’impegno, i social e punta, nei prossimi mesi, a diventare sempre più virale. Di qui l’invito dei Giovani per la Pace a condividere idee, immagini e video utilizzando l’hashtag #changeyourcity, ma anche a visitare il blog www.giovaniperlapace.it per scoprire la sede più vicina e venire a vedere come aiutare. #changeyourcity parte dal web, ma continua per le strade, nei quartieri di periferia, negli istituti. E’ una proposta concreta per rispondere alle attese di tanti giovani che vogliono delle città più belle, e che cercano altri giovani con cui realizzare il cambiamento che in tanti aspettano.
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