Pubblichiamo l’articolo di Matteo sulla mostra La crisi / Le crisi, esposta di recente a Roma Tre. L’articolo è stato pubblicato su Trevolution, rivista di Studenti alla Terza. Dal 18 al 22 novembre 2013 i Laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio hanno esposto dipinti, installazioni, video-opere e testi presso il dipartimento di Giurisprudenza. La mostra, intitolata “La crisi/Le crisi”, ha presentato opere di persone con disabilità, invitando gli studenti e i docenti di Roma Tre a votare la loro opera preferita. Esodo, lavoro collettivo Attraverso diverse forme espressive le persone con disabilità hanno comunicato in maniera efficace il loro pensiero e il loro sguardo sulla realtà. Ne è emersa una lettura originale dell’attuale crisi economica, ma anche un’analisi di tante altre situazioni di “crisi” – culturale, sociale, esistenziale – che gli autori delle opere descrivono senza indulgere al pessimismo. Al contrario, il loro modo di guardare la realtà è spesso percorso da una vena giocosa e (auto)ironica. È il caso dell’installazione di Daniela Perri dal titolo Dopo la crisi. Liquefatta, che si è aggiudicata il secondo premio della giuria popolare: in quest’opera l’artista ha giocato sulle sue crisi (epilettiche), auspicando una possibile ed emergenziale via di fuga. Senza negare le difficoltà che le situazioni di crisi creano o acuiscono anche nel nostro paese (come in La crisi alimentare di Maria Grazia Galleoni, quinta opera più votata), le persone con disabilità non mancano di provocare nell’osservatore la sorpresa per il modo diretto e anticonformista di prospettare possibili soluzioni. Il primo premio è stato assegnato all’installazione Esodo, lavoro collettivo del Laboratorio d’arte della Comunità di Sant’Egidio (nella foto). Gli artisti hanno voluto rappresentare la crisi che ha percorso negli ultimi anni tanti paesi africani, spingendo migliaia di persone a rischiare il viaggio attraverso il Sahara e il Mediterraneo, alla ricerca di un approdo in Europa. La simbologia giudaico-cristiana richiama la necessità di approfondire le radici culturali e spirituali per rinvenire le risorse per uscire rinnovati dalla crisi. Una delle artiste con disabilità, Hirseyo Tuccimei, che è nostra collega a Scienze della Comunicazione, ha scritto nella poesia “Tutto può cambiare”: “Piuttosto conviene sperare per gli altri che amareggiarsi per sé / Piuttosto conviene accogliere i profughi che rimanere egoisti / Piuttosto conviene fare il piccolo passo alla nostra portata che aspettare il salto in avanti impossibile / Piuttosto conviene impegnarsi ogni giorno che stare a guardare / Piuttosto conviene provare a lottare che unicamente lagnare”. Sì, tutto può cambiare. Se l’impegno dei singoli viene condiviso e diviene progetto comune. Se l’università sa cogliere le sollecitazioni che vengono dall’esterno e non si chiude nei suoi problemi. Se la solidarietà non si limita ad offrire soluzioni episodiche e diviene il modo normale di affrontare le difficoltà di tutti. Matteo Cavicchioli, Giovani di Sant’Egidio (fb) Puoi visitare virtualmente la mostra accedendo a questa galleria: clicca qui.
Data: December 3rd, 2013
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