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Oggi è iniziato il Giubileo della Misericordia e per Roma già si aggirano una squadra di Babbi Natale segreta! Ognuno di loro sta cercando il regalo perfetto per un nostro amico più povero: un bambino della Scuola della Pace, un anziano o un senza fissa dimora. E’ un modo per iniziare al meglio il Giubileo inaugurato oggi da Papa Francesco! #GiubileodellaMisericordia #mercychristmas ! Questo è il comunicato che ha iniziato a girare in alcune scuole e università. Vogliamo farci un post? COS’È? Un Babbo Natale segreto è qualcuno che fa un regalo senza farsi scoprire, senza dire di essere il mittente, restando per l’appunto… segreto! PER CHI? Per i nostri amici: i bambini delle Scuole della Pace, gli anziani che vivono in istituto e gli amici di strada. PERCHÉ? Perché il Natale è la festa che dovrebbe anzitutto rimettere al centro loro: i poveri, i piccoli, i deboli delle nostre città, troppo spesso dimenticati e che soprattutto nel periodo delle feste vengono lasciati da soli. Per questo, ogni anno festeggiamo il Natale anche con loro e vogliamo che sia una festa stupenda anche per loro. COME? Scrivete in privato sulla pagina dei gxp o sulla mail [email protected] QUANDO? Prima di Natale! (Ognuno può scegliere un giorno per fare un banchetto oppure una diversa modalità di raccolta..)
“L’acqua della pace travolgerà il granito dei muri della violenza. E se avremo poca acqua li abbatteremo con le nostre lacrime”
Redazione“L’acqua della pace travolgerà il granito dei muri della violenza. E se avremo poca acqua li abbatteremo con le nostre lacrime”. Con queste parole Miriam Kelle (sorella di una vittima di un omicidio e attivista contro la pena di morte ha salutato una commossa platea di giovani all’incontro contro la pena di morte e ogni violenza organizzato dai Giovani per la Pace dei Castelli al Liceo James Joyce di Ariccia (RM). #nojusticewithoutpeace
Universitari e nuovi europei insieme per ricordare chi ha perso la vita nei “viaggi della speranza”. a Genova, nella Chiesa di S.Pietro e Paolo, c’è stata la preghiera “Morire di speranza “, a cui hanno partecipato tanti profughi della nostra città provenienti da diversi paesi africani e asiatici. Una preghiera per ricordare i compagni persi nel tentativo di raggiungere il nostro paese, morti nella speranza di poter finalmente vivere in pace. Ragazzi di cui spesso non conosciamo il nome, il volto, il cui ricordo è affidato a quel compagno di viaggio che in quelle interminabili ore è diventato un amico, un fratello con cui condividere una delle tragedie più terribili del nostro secolo. Ricordare per loro è doloroso, una ferita che difficilmente potrà richiudersi. Hanno impressi nella mente quei volti, i sorrisi e la paura di chi non ce l’ha fatta, il cui nome e ricordo non resta che affidare al Signore, pregandolo di salvare i tanti che stanno compiendo lo stesso viaggio
Guarda Cities for life a Roma Il 25 novembre presso il liceo Socrate di Bari si è tenuta la conferenza “per un mondo senza pena di morte” hanno partecipato più di 200 studenti provenienti anche da altre scuole. Attraverso i video, lettere e il dialogo abbiamo trasmesso l’ importanza di un mondo senza pena di morte e come sia possibile cambiare le nostre città rendendole più accoglienti! Bari è Citiy for life!
A Roma, al Colosseo con Amir Issaa, Sr. Helen Prejean, Max Giusti. Città per la Vita, città contro la pena di morte!
RedazioneA Roma, al Colosseo, con Amir Issaa, Sr. Helen Prejean, Max Giusti. Monumenti, piazze, università, licei, scuole, per dire che la pena di morte è ingiusta e imbarbarisce le società. Per chiedere al mondo intero di superare la vendetta di stato, per una giustizia che rispetti innanzitutto la vita. Oltre 2000 città aderiscono alla giornata. 12 testimoni in Europa ci aiutano a dare voce a chi non ce l’ha. 200 città ci hanno fino ad ora inviato notizie di eventi. In questo 30 novembre di giubileo della misericordia chiediamo di tenere conto del cuore dell’uomo e della donna, come ha detto Papa Francesco: “La necessaria punizione non deve mai escludere la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione”. Ecco perché questo 30 novembre è ancora più importante.
A Trieste c’è stata l’inaugurazione del centro di solidarietà Claudio Cramer – Comunità di Sant’Egidio. Alla presenza del sindaco, del vescovo, del presidente della provincia e di molte altre autorità e di tanti amici, anche i Giovani per la pace hanno fatto un saluto, che vogliamo condividere con tutti. ” Buonasera, sono Maria Eugenia e sono dei gxp. Siamo un gruppo di ragazzi (liceali e universitari) che condividono un sogno, un progetto. Una città migliore con maggiore attenzione per le persone più deboli. Tra le diverse cose che facciamo, il venerdì andiamo in stazione a distribuire i panini ai nostri amici poveri. In questo modo riusciamo a passare del tempo con loro e scoprire le loro bellissime storie. Faccio parte dei gxp da pochi mesi i membri della comunità,gli amici poveri e i ragazzi nuovi europei mi hanno regalato tante emozioni in questo periodo e vorrei ringraziarli per questo”. Pietro, invece, uno dei liceali ha spiegato il bello della scuola della pace: “ Io invece sono Pietro, sempre dei GXP, e faccio la scuola della pace. Alla scuola della pace aiutiamo molti bambini, la maggior parte dei quali stranieri, a fare i compiti. questo è molto bello, perché si gioca un ruolo importante nel dare un futuro a questi bambini, poiché l’accoglienza e l’integrazione è diventata una sfida e una scelta ( che noi facciamo!). La scuola della pace ha cambiato la vita a tutti i giovani che hanno partecipato e collaborato a questa attività, perché, oltre ad aiutare i bambini a fare i compiti, si trasmette a loro tutto l’amore possibile, ed i bambini, di conseguenza, ricambiano con altrettanto amore. E non c’è niente di più bello dell’amore di un bambino!” e’ stato un bellissimo pomeriggio, ricco di amicizia, in cui abbiamo sentito il calore della città, intervenuta con partecipazione al nostro invito. La nostra casa è ufficialmente inaugurata, e questo ci chiama ad una nuova responsabilità.
La compagnia è una cosa semplice. Ed è quello che nella zona Est di Roma rimette al centro gli anziani. In istituto lontano dagli occhi, difficile da raggiungere, la visita di tanti giovani rimette al centro il cuore. Sì, perché se nei centri affollati di città imbellettate si fa fatica a trovare un modo per “riempire il tempo”, lontano, in un posto che bisogna proprio decidere di raggiungere l’amicizia è il vero c’entro attorno a cui fare festa. Con dolci preparati con cura, canzoni popolari e tanta allegria si scopre, insieme agli anziani, maestri di bontà e tenerezza, che ognuno di noi con poco può fare tanto. La visita scaccia via la solitudine e rende luoghi periferici più felici e più belli. “Che belli che siete!”. “Venite a trovarci perché così non ci sentiamo soli”! E quando si risponde bene vinciamo tutti e ci guadagniamo tutti: chi risponde ai quiz – un bacio – e chi risponde alla solitudine di tanti – la forza di cambiare la città! Così cambia la città: a partire dalle periferie geografiche ed esistenziali! PS: Sono aperte le iscrizione a Play Myusic Stop Violence: Iscriviti qui
Preparare i panini per i senzatetto è ciò che hanno fatto alcuni anziani in un temperato pomeriggio autunnale, per sostenere e dimostrare che loro possono ancora contare per questa città, lanciando un messaggio chiaro e deciso: “AIUTARE SIGNIFICA AMARE”. Tenerezza, companatico e determinazione sono stati gli ingredienti principali di questo formidabile pomeriggio. Nessuno di loro si è sentito inutile, anziano e acciaccato. Tutti insieme, attorno a un tavolo, gioiosi e consapevoli, pronti a donarsi per i più poveri, per i senza fissa dimora che con l’inverno ormai alle porte, sentono maggiormente il bisogno di un caldo abbraccio, di una mano forte e presente. E in quella stanza ormai attraente, il tempo sembra essersi fermato ad un tratto. L’orologio appare fermo ed inerme: i volti degli anziani sono nuovi e sereni, le loro espressioni fiorenti. Ciò prova come il calore intenso dell’amore verso il prossimo possa rinnovarci interamente; bisogna essere appassionati della gente, specialmente dei più bisognosi. Insieme ai loro giovani amici per la Pace, gli anziani hanno scelto di respirare ossigeno di Umanità. Un ossigeno che ringiovanisce, che mette in moto ogni singola parte dell’essere, che riscuote il cuore con udibili battiti vitali. È bello vivere quest’esperienza di rinnovamento. Quanta energia hanno gli anziani! Basta dar loro l’ossigeno essenziale e percorrere questo cammino di vita sarà più bello e più sicuro, se ben orientati dalle innumerevoli esperienze e valori sprigionanti di ognuno di loro. Preparare i panini per i senzatetto ha scosso vigorosamente gli anziani. Per questo, hanno scelto di ripetere quel pomeriggio ancora e ancora. Questa è aria, questa è vita. Myriam Magno
Lunedì 26 ottobre, San Pietro. Nell’aula Paolo VI si respira un clima familiare, di festa, nell’attesa di ricevere udienza dal Papa. È in questo giorno che Papa Francesco ha voluto invitare le famiglie Rom e sinti di Roma- in collaborazione con molte associazioni, tra cui la Comunità di Sant’Egidio- insieme a tante altre piccole rappresentanze provenienti da gran parte dell’Europa, per trascorrere insieme una giornata all’insegna dell’amicizia e del dialogo. E il tema del dialogo ricorre spesso nel discorso del Papa, in cui incoraggia la società a non costruire muri di divisione con il popolo Rom, dando vita invece ad un vero e proprio dialogo di amicizia, fondato sull’accettazione e il rispetto dell’altro. Un discorso toccante, la cui veridicità fa riflettere su come la civiltà del nostro mondo si sia imbarbarita nei confronti della popolazione Rom, e di come noi tutti siamo stati complici in un vero e proprio omicidio dei diritti inviolabili dell’uomo. “Ho voluto vedere le condizioni precarie in cui vivete: l’ordine morale e sociale impongono che ogni essere umano possa godere dei diritti fondamentali”. Ed è proprio sui diritti che Papa Francesco insiste, esprimendo il suo sdegno per come alcuni dei diritti fondamentali ( come una casa) vengano sistematicamente violati e ignorati nei confronti dei nomadi. E l’appello del Papa continua invitando ad investire sul futuro dei bambini Rom, che definisce un vero e proprio tesoro, dal momento che saranno non solo il futuro del loro popolo, ma parte integrante della società di domani. Una giornata storica, senza precedenti, e in cui l’augurio e l’impegno che il Papa promuove, è quello di poter vedere, un giorno, il popolo dei Rom e dei Cinti cambiare pagina, cominciare una nuova storia che porti pace al loro popolo e che si incontri con le società che fino ad ora non si sono mai dimostrate capaci di accettare la loro presenza. Laura Vesprini
La Scuola della Pace a Napoli è a Scampia, Sanità, Quartieri Spagnoli, Centro storico, Aversa, San Giovanni, Ponticelli. Abbiamo ricominciato con la Scuola della Pace, continueremo ogni sabato! Nella Napoli dell’incanto del mare e il Vesuvio, c’è una parte ferita, la Scuola della Pace nasce lì. Nasce con un sogno, il sogno di mostrare ai bambini la bellezza di una vita di pace possibile, nasce come un ‘utopia nei quartieri più violenti e disagiati, nasce dalla forza di chi ama Napoli i bambini e quindi il futuro di ognuno. “La scuola della pace è un posto bello, dove ti insegnano a non fare la guerra” dicono i nostri bambini, è il luogo degli amici, è il posto in cui puoi non aver paura, dove ci sono i “grandi” su cui puoi sempre contare. E’ la strada alternativa alla violenza, al destino di chi nasce nel posto sbagliato. E’ il tentativo di rendere giusto quel posto sbagliato. E’ la voglia rendere Napoli tutta un incanto. E l’incanto parte dai bambini! La scuola della pace è la prova che l’amore può cambiare le cose. Giovani Per la Pace Napoli
28 settembre 2009. Sono passati 6 anni dalla morte di William Quijiano, un ragazzo di ventuno anni come tanti, ma che ha vissuto con coraggio, realizzando opere che qualunque altro ventunenne definirebbe “impossibili”. Il Salvador era la sua terra. E come in gran parte del Salvador, anche nella sua città, nel suo quartiere, erano presenti piccole organizzazioni criminali: le Maaras. L’ingegno di William sta aiutando il suo quartiere a sbarazzarsi da questo cancro che infetta il Salvador. Aveva avuto l’intuizione di cominciare a educare i bambini, togliendoli dalle Maaras e dalla strada, per poter dare vita a uomini migliori. E la sua intuizione lo ha portato a fondare la Scuola della Pace nel suo quartiere. In questo modo, William ha iniziato a combattere la violenza con la cultura dell’amicizia, che ha saputo tramandare ai suoi bambini di Scuola della Pace come un padre affettuoso, desideroso che i suoi figli – un domani- portassero avanti il suo compito di ribellarsi alla violenza di quella città. Non era un eroe, era un uomo di pace. E Purtroppo sono state proprio le sue parole di pace a procurare a William alcuni nemici, nemici che non hanno esitato ad ucciderlo, sperando che così, morto William, sarebbero morti anche la scuola della Pace e il cambiamento che in quel momento stava rinnovando la sua città. Ma questo non è successo. William vive attraverso la scuola della Pace , vive attraverso i suoi bambini che ora sono diventati dei punti di riferimento nel quartiere, vive ogni volta che un bambino viene strappato dalle Maaras. Ed è così che a noi della Comunità di Sant’Egidio piace ricordarlo: come un uomo di pace che ha avuto il coraggio di ribellarsi e di rimboccarsi le maniche, con la speranza che la sua città potesse cambiare. Laura Vesprini
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