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A Messina, nelle ultime due settimane sono morti per strada due senza fissa dimora, Salvatore e Gindar, un italiano e un indiano, a causa della durezza della loro condizione. La comunità di Sant’Egidio esprime forte sgomento per questi due accadimenti, nella consapevolezza che la città di Messina non può tacere dinnanzi alla morte in strada, peraltro a distanza così ravvicinata, di due poveri. Pertanto invita la cittadinanza, le associazioni, le istituzioni ad una veglia di preghiera per Salvatore e Gindar, che si terrà Venerdì 16 Ottobre alle ore 19:30, presso la Chiesa di San Giuseppe (Via Cesare Battisti 111). Ha confermato la sua presenza il Sindaco di Messina, Renato Accorinti. Al termine della preghiera, i Giovani per la pace, movimento di giovani della Comunità di Sant’Egidio, andranno a trovare, come ogni Venerdì, i senza fissa dimora in un giro itinerante per la città. Infatti è dall’amicizia sincera con i più poveri che nasce l’esigenza di pregare per chi muore in strada perché la preghiera per due amici morti in una condizione inaccettabile nel 2015, è un grido di protesta che sale in cielo e deve toccare il cuore di tutti e spingere a cercare, in fretta, soluzioni per i più poveri della città, che purtroppo “muoiono di indifferenza”. Le città hanno un’anima ed è per questo che l’anima della città deve illuminare tutti a partire dai suoi figli più deboli e indifesi. VENERDI 16 OTTOBRE ORE 19.30 CHIESA DI SAN GIUSEPPE Via C. Battisti 111
Cerca i Giovani per la pace in tutta Italia o contattaci alla mail [email protected] #changeyourcity, la campagna lanciata in tutta Italia dai Giovani per la Pace per cambiare le città a partire dai poveri, sta diventando virale All’inizio di settembre, sui social, sono comparse foto di giovani insieme a volti sorridenti di bambini, anziani, stranieri, con cartelli con su scritto #changeyourcity. Ma cos’è #changeyourcity? Un’esplosione di voglia di cambiamento. La voglia di cambiamento di chi, come i giovani, si è sentito ripetere che non è possibile cambiare, che è complicato, costa fatica o al massimo è meglio accontentarsi di aggiustare un po’ le cose. Da dove iniziare? Vogliono cambiare le città a partire dalle periferie, urbane, umane e esistenziali, rimettendo al centro i suoi abitanti più deboli: i bambini, gli anziani, i senza dimora, le vittime della violenza e del disprezzo. A Napoli #changeyourcity ha spinto alcuni giovani a radunarsi in piazza per un momento di preghiera per la pace. Pochi giorni prima, sulle strade di Napoli, era stato ucciso un diciassettenne e, davanti all’ennesimo fatto di sangue riguardante i giovani, qualcuno si era spinto a paragonare il centro di Napoli a Bagdad. Anche a Catanzaro #changeyourcity ha voluto ricordare una vittima della violenza, “zia Tota”, novantenne, uccisa in casa per il furto di 60 €. Oltre che contagioso, #changeyourcity è fantasioso. A Roma e a Padova i Giovani per la Pace hanno organizzato tornei di calcio e pallavolo, fantasiosi anche nel titolo. Li hanno chiamati “Convivolley” e “Games4Peace”, perché a contendersi erano liceali, universitari e giovani rifugiati, in squadre rigorosamente miste. L’accoglienza dei profughi è uno degli aspetti più importanti della campagna #changeyourcity. Da Trieste a Catania, da Genova a Milano, non si contano le iniziative organizzate, con mezzi semplici, dai Giovani per la Pace in porti, stazioni e centri di accoglienza. C’è una convinzione che guida i Giovani per la Pace. Per cambiare le città non occorrono grandi mezzi, ma bisogna essere tanti. Per questo #changeyourcity ha già conquistato oltre ai cuori di tanti giovani che hanno scelto per l’impegno, i social e punta, nei prossimi mesi, a diventare sempre più virale. Di qui l’invito dei Giovani per la Pace a condividere idee, immagini e video utilizzando l’hashtag #changeyourcity, ma anche a visitare il blog www.giovaniperlapace.it per scoprire la sede più vicina e venire a vedere come aiutare. #changeyourcity parte dal web, ma continua per le strade, nei quartieri di periferia, negli istituti. E’ una proposta concreta per rispondere alle attese di tanti giovani che vogliono delle città più belle, e che cercano altri giovani con cui realizzare il cambiamento che in tanti aspettano.
Il mondo cambia a partire dalle periferie, quelle urbane, umane, quelle esistenziali che toccano tanti giovani oggi che sognano il cambiamento e non sanno da dove iniziare! Vienici a trovare! Il mondo cambia a partire dalle nostre città che hanno diritto ad un pensiero nuovo che nasca dall’amicizia con i poveri, con la preghiera, con tanti anziani dimenticati negli istituiti, dai bambini che vivono i quartieri periferici e che hanno il diritto al cambiamento, ad avere un giovane per amico che lo accompagni nell’avventura della vita che insieme diventa meno complicata. I bambini hanno diritto alla Scuola della Pace. Il mondo cambia a partire dall’accoglienza dei rifugiati nelle nostre città, nei porti e nelle stazioni, luoghi di passione e di incontro, luoghi dove i Giovani per la Pace hanno trovato grandi alleati per costruire la globalizzazione della solidarietà e per sconfiggere la globalizzazione dell’indifferenza di cui parla Papa Francesco. Infatti molti rifugiati incontrati in tutta Italia oggi aiutano gli italiani in difficoltà! Il mondo cambia se costruiremo città più umane che devono tornare a guardare con compassione chi vive in strada. Possiamo scegliere se costruire la città del filo spinato o la civiltà del convivere. I giovani per la Pace da anni hanno legato la propria vita a quella dei poveri ed hanno scoperto che solo così il volto delle città può cambiare, concretamente: sono infatti migliaia i poveri che già ora andiamo a trovare con fedeltà e da anni in tutta Italia, perché l’amicizia con i poveri è un’amicizia fedele. Puoi farlo anche tu! #ChangeYourCity con i giovani per la pace! Partecipa anche tu alle attività di solidarietà con i più poveri, vienici a trovare alla sede dei giovani per la pace più vicina e scopri anche tu che insieme il mondo può cambiare. Non esitare #ChangeyourCity Partecipa su Twitter scrivendoci le tue idee taggando i @gxlapace con l’hashtag #ChangeYourCity
L’ abbiamo attesa come un dono l’Africa, ci siamo preparati il cuore e siamo partiti. In Africa si può andare anche senza una valigia, basta veramente un cuore, che parte povero e torna ricco. Questa Africa ci ha insegnato l’ amore e il valore per la vita di ognuno. In Mozambico ci siamo sentiti a casa, abbiamo incontrato parte della nostra grande famiglia ed era come appartenersi da sempre. Immaginiamo lo stesso mondo. Dream é il luogo più sacro del nostro mondo, dove si rinnova ogni giorno il miracolo della vita, soprattutto nella forza delle attiviste. I giovani per la pace di Matola stanno crescendo, hanno grinta, tenacia, l’ allegria e più di ogni altra cosa ci credono fedelmente con ogni fibra e su questo abbiamo veramente da imparare. Questa nostra Africa ci ha insegnato la cura e l’ attenzione, ma soprattutto ci ha trasmesso passione. La passione per il cambiamento, per quella rivoluzione dei cuori e del mondo e ci ha mostrato segni evidenti di quanto tutto questo sia possibile, di quanto è capace di cose grandi la Comunità che prega e che sogna. Le cuoche, i bambini, i bambini che diventano grandi ma restano per aiutare i piccoli dopo di loro, il centro nutrizionale, la fatica che è sempre alllegria, c’ e’ sempre un motivo per abbracciarsi e per sorridere insieme al centro di Matola, anche quando ci sono più di 500 bocche da sfamare ogni giorno. Torniamo a Napoli cosapevoli che quella.terra adesso ci appartiene più di prima. Torniamo con la forza e l’ entusiasmo che ci spingono a fare di più per quell’ “Africa” che ritroviamo ogni giorno nella nostra città, soprattutto nelle periferie dove più nessuno volge lo sguardo, ai bordi delle strade che si fanno case, negli istituti, nei giovani. In noi. L’ Africa insegna a guardare. Ad amare. Questo é il dono. Di Francesca Sepe
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