Don Milani negli anni Cinquanta cambiò l'idea di scuola: niente bocciature, niente voti, ma al primo posto i "ragazzi difficili". Un successo educativo che ancora oggi ispira tanti che hanno a cuore i poveri e l'educazione.
Mese: October, 2017
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Alla Scuola della Pace! Il mondo dei bambini, con le loro parole, paure e desideri, nel libro “Alla Scuola della Pace”, a cura di Adriana Gulotta, presentato questo martedì Alla presentazione del libro, Andrea Riccardi , il fondatore della Comunità di Sant’Egidio e l’attuale presidente Marco Impagliazzo, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e i giornalisti Marco Tarquinio e Maria Novella De Luca. È l’amicizia con i più piccoli il tema messo al centro della presentazione tenuta a Roma questo martedì. È un tema molto caro ai Giovani per la Pace e ad Andrea Riccardi, che ha ricordato bene nel suo intervento: “La Scuola della Pace nasce per essere la compagna di questi bambini”. Ha fatto notare la decisione di scegliere come autore proprio la Comunità di Sant’Egidio stessa, sottolineando che “non si vive senza identità”, e specificando che “la Scuola della Pace propone un’«identità CON» e non «CONTRO»”. Anche noi Giovani per la Pace scegliamo un’«identità CON», CON i più piccoli, CON gli anziani, CON i più deboli, CON i poveri. Molte sono le nostre storie d’amicizia che, come ricorda il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, sono quelle che non finiscono! L’amicizia con i bambini raccontata in questo libro è il “METODO” delle scuole della pace, “quasi una rivisitazione di quello di Don Milani” racconta la curatrice del libro Adriana Gulotta. “È il metodo dell’amicizia, della gentilezza, della relazione umana” commenta la ministra Fedeli, e aggiunge che “leggere questo libro ti fa sentire parte della Comunità di Sant’Egidio”. Ed è proprio vero, è un libro inclusivo, scritto da “tutti” e allora che aspetti a leggere anche tu “Alla Scuola della Pace“? Rivedi la diretta della presentazione del libro “Alla Scuola della Pace” Questa domenica i Giovani per la Pace di Roma saranno a Barbiana dove don Milani realizzò la sua idea di scuola tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per i bambini poveri, rendendo amici la cultura e quei giovani insegnanti che vi si prestavano.
Torna il razzismo in Europa: perché rifletterci il 16 Ottobre Sono i bambini ad aprire la commemorazione della deportazione degli ebrei del 16 Ottobre 1943, nella marcia di Comunità di Sant’Egidio e Comunità Ebraica di Roma Sono i bambini della Scuola della Pace in prima fila nella marcia e poi ad ascoltare il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, che li saluta, mentre parla della “nostra Europa” dove si risvegliano fantasmi che credevamo sepolti. “Oltre al terrorismo” dice “dobbiamo chiamarli con molta precisione: nazismo, fascismo, antisemitismo“. Anche i Giovani per la Pace hanno partecipato alla marcia, dopo un intenso incontro con Nando Tagliacozzo, che ha raccontato loro la sua esperienza e ha risposto alle loro domande. Il suo racconto è stato ripreso in una recente e intensa clip inedita. “Non pensi che il razzismo contro gli ebrei possa ritornare anche oggi? Per esempio con gli stranieri?” gli ha chiesto una giovane per la pace. “Se mi guardo intorno ho paura che non se ne sia mai andato” risponde lui, “ma sono felice di venire a parlare con i giovani per la pace, di venire a trovare la Comunità di Sant’Egidio, perché voi siete ottimisti, non perdete la speranza”. Ed è vero, non perdiamo la speranza e pensiamo che sia possibile un futuro bello e di pace, per l’Europa e per il mondo. Alla marcia era presente anche Sami Modiano, a cui abbiamo scritto una lettera, per ringraziarlo della sua amicizia con noi. Non c’è futuro senza memoria! I Giovani per la Pace ne sono convinti, e tu? Condividi il post con il messaggio di Andrea Riccardi
Nella clip inedita da "L'Amore senza Motivo", regia di Paolo Mancinelli, un testimone dello sterminio nazista della Shoah incontra Majid, giovane fuggito dalla guerra in Siria
Sami, potremo mai capire? Abbiamo incontrato Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz, alla presentazione del libro “Io desidero la pace”. Gli abbiamo scritto una lettera che vi chiediamo di diffondere Caro Sami Modiano, sei sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau. Non possiamo immaginare cosa hanno visto i tuoi occhi, non gli occhi di uomo che racconta con coraggio, ma gli occhi di ragazzo che hanno visto padre Giacobbe bastonato dai nazisti, mentre dividevano le famiglie, i bambini dai padri, gli abili dagli inabili. La famiglia umana si disgregava, come quella bella comunità ebraica di Rodi in Grecia alla quale appartenevi, in cui gli italiani per primi portarono la guerra. Tu perdevi l’infanzia quando in terza elementare ti cacciarono da scuola perché ebreo: era il 1938, avevi otto anni. L’orrore di quel razzismo non deve ripetersi: foste buttati in navi bestiame per andare al porto del Pireo. La destinazione era a voi ignota: era Birkenau. Poca acqua e corpi ammassati, con donne in stato interessante, bambini da allattare e anziani che cedevano. Era la finale realizzazione della follia di popolo che sono il razzismo e la collaborazione alla guerra: un vagone diverso, in cui ammassare i corpi, a cui togliere le risorse. Prima di morire, chi poteva essere sfruttato, veniva portato allo sfinimento. Speriamo di capire la missione di un sopravvissuto, un giorno. Grazie (foto originale di Tino Veneziano, edited)
Vi chiediamo di condividere! È una battaglia di civiltà Dopo averlo visto, chiunque sarà a favore della cittadinanza per i figli degli stranieri Italiani per cultura ius culturae ius soli temperato Chiediamo al Senato di approvare subito la nuova legge sulla cittadinanza e a tutti di conoscerla meglio, per combattere la disinformazione!
Oggi è la #FestaDeiNonni I nonni sono la nostra memoria, i nonni sono quelli che ti hanno accudito forse più di mamma e papà. Stanchi, anziani rugosi, quando eri bambino sembravano forti come querce, ti prendevano e ti capovolgevano. Ruote panoramiche umane, la ruggine del tempo oliata con l’amore per un bambino più loro del loro. Le nonne in cucina, alchimiste di sapori incredibili, la stessa cosa, lo stesso cibo che mangiavi a casa era più buono quando era fatto dalla nonna. Dispensatrici di saggezza, dissipatrici di paranoie: “fateli giocare questi bambini!” I nonni ci hanno temprati con l’alcool etilico sulle ginocchia sbucciate, le nonne hanno regalato le prime gonnelline fatte a mano. Ci hanno insegnato la meraviglia del nome di quelle pennellate indistinte che oggi chiamiamo fiori. Ci hanno insegnato le prime preghierine ed hanno pregato per noi. I nonni parlano, #InonniRaccontano, aprendo i nostri cuori al passato facendoci sognare nel presente e nel futuro La nonna di Gregorio che oggi ha novant’anni, racconta che quando c’era la guerra la morte era dietro l’angolo, le bombe piovevano sulla città, ma le giovani ragazze non riuscivano a perdere la speranza. Il nonno di Francesca racconta di avere corteggiato la nonna di Francesca per almeno due anni, andando allo stesso cinema, comprando negli stessi negozi e alla fine spuntando sotto casa del bisnonno di Francesca con un mazzo di rose. Il bisnonno di Francesca avrebbe raccontato di avere accolto il nonno di franscesca con una doppietta… Alla fine andò tutto per il verso giusto. Il nonno di Paolo che ha i genitori bianchi, racconta lo stupore di aver visto per la prima volta il suo nipotino nero, e di averlo abbracciato fino a quasi stritolarlo, ridendo come fosse ubriaco. La nonna di Antonella aveva un fratello bellissimo “poteva fare l’attore”… ed è vero, perché vennero dei registi per scritturarlo. Eravamo fascisti, dice la nonna di Antonella, lo eravamo tutti. Odiai Mussolini con tutta la mia anima, quando mio fratello partì per la Russia. Dovevamo vincere. Mio fratello è disperso in russia, chissà se tornerà. Scrivi anche tu il ricordo del racconto di un nonno e condividilo con noi usando l’hasthag #InonniRaccontano
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