Alle nove del mattino, insieme ai Giovani per la Pace, ci sono le signore che hanno appena portato i bambini a scuola, alcuni disoccupati, il marito della maestra della scuola elementare, che di solito aiuta nei compiti i ragazzi più grandi. Strappano erbacce, montano gazebo, sfidano il vento che sferza nella piazza appendendo festoni e striscioni, per dare un po’ di colore al grigio del paesaggio urbano. «Non è solo una festa – dice con orgoglio Francesca, una giovane da anni impegnata ad animare la Scuola della Pace – ma il risultato di un lavoro di anni per creare legami, per unire la gente in un quartiere dove c’è tanta solitudine, ma anche molta voglia di stare insieme». Giovedì scorso, nella piazza del quartiere del Cep – una piazza che non ha nemmeno un nome e questo è già di per sé indicativo in uno dei quartieri più poveri di Genova, caratterizzato dall’isolamento e dalla violenza – la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato la festa “Insieme! Per una città senza muri” raccogliendo i cento bambini e ragazzi che frequentano la Scuola della Pace e centinaia di giovani, adulti, anziani del quartiere. Il denominatore comune è stato proprio questo: il desiderio che non fosse la festa di un gruppo o di un’associazione, ma del quartiere. È un’iniziativa che già esprime in modo chiaro l’idea di città che abbiamo: aperta e inclusiva. Una città in cui le periferie non siano luoghi di marginalizzazione ma laboratori di cittadinanza, in cui tanti lavorino per ritessere il tessuto sociale pieno di strappi. E nella piazza del quartiere Ca’ Nuova – è questo il nome ufficiale del Cep – c’erano in tanti: i bambini che hanno animato la festa con balli e canti, gli adulti che hanno aiutato ad allestire, cucinare e poi a ripulire perfettamente, gli anziani e tutte le realtà associative più importanti presenti nella zona. A un certo punto spuntano anche una decina di donne velate con mariti e figli. Alla festa erano presenti anche un gruppo di richiedenti asilo ospitati a Coronata, che durante l’anno hanno più volte raccontato ai bambini e ragazzi la loro storia. Anche loro hanno trasportato tavoli e sedie, gonfiato palloncini e aiutato ad animare i giochi per i più piccoli, testimoniando che costruire una città senza muri è veramente possibile e che, come afferma Papa Francesco, dalle periferie si capisce meglio il mondo. PS: Dona per la scuola della pace di Genova
Mese: June, 2017
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Abbiamo fatto partire un crowfunding per pagare le vacanza con la scuola della pace. Abbiamo iniziato con cinque città: Roma, Napoli, Genova, Catania e Padova e già sono arrivate delle donazioni! Vogliamo ringraziarvi e chiedervi di continuare a donare per regalare un sorriso ai nostri bambini! VAI ALLA PAGINA DELLE DONAZIONI! Ecco i Cinque motivi per cui regalare una vacanza ai bambini della scuola della pace! 1) Ci si fa una cultura sulle favole della buonanotte… e si diventa più grati alla Disney Preparando il materiale da portare in vacanza ti imbatti nella versione originale di Cenerentola e scopri che in realtà le sorellastre fanno una brutta fine, che Ariel non sposa Erick, ma si trasforma in spuma di mare, che Riccioli d’oro è in realtà una storia splatter, e allora capisci che la Disney ci ha salvato da una vita di traumi ed incubi (tralasciando ovviamente la vicenda della mamma di Bambi e di Mufasa). E’ per questo che alla vacanza leggiamo ai bambini solo la versione della Disney: In questo modo i bambini dormono sogni tranquilli, mentre noi memori della lettura della versione originale non chiudiamo occhio per tutta la notte, facendoci rassicurare da un bambino di cinque anni. 2) I gavettoni… sono sempre graditi, soprattutto a 40 gradi all’ombra In Estate fa caldo, ma caldo caldo, allora mentre si è in vacanza con la scuola della pace, basta un tubo dell’acqua e un po’ di musica per fare il pool party più divertente al mondo. 3) Si fanno opere d’arte, ma anche si pasticcia, ci si sporca, si disegna e si gioca, si corre e si salta, ci si abbraccia e si ride. Il nuovo Giotto lo stiamo facendo in casa, ma a giudicare da alcuni lavoretti, anche il nuovo Picasso! E poi opere fotografiche… vuoi mettere farsi selfie mossi alla Gue Pequeno! 4) Si mangia bene La pasta al forno di “Nonna Maria” ormai è leggenda. No, davvero, è straordinaria, se non fai il bis non hai un cuore. 5) Impari Sì, perché alla vacanza della scuola della pace, a cui partecipano bambini di nazionalità e religioni diverse, si impara che la guerra è un fatto di noi adulti e che la società del convivere, loro la vivono già. Abbiamo la fortuna di vederlo a scuola della pace, di vederlo in vacanza. Così, impariamo e il desiderio di cambiare diventa un’esigenza per loro e per noi! Allora? Cosa aspetti, aiutaci a condividere questo post e DONA ORA per portare i bambini in vacanza!
Entra nel post e vota la foto più bella. Permetterai al vincitore di partecipare gratis al Convegno dei giovani europei a Barcellona! ps: PORTA I BAMBINI DELLA SCUOLA DELLA PACE DI ROMA, NAPOLI, GENOVA, CATANIA E PADOVA IN VACANZA! CLICCA, SCOPRI LA CAMPAGNA E DONA PER IL SINGOLO BAMBINO OPPURE Molti bambini delle scuole della pace non hanno mai potuto vivere una vacanza, giorni felici dove uscire dal quartiere, giocare insieme, imparare. Con la tua donazione renderai possibile le vacanze delle Scuole della pace, che richiedono queste spese: l ‘affitto di un luogo pulito e sicuro dove potere alloggiare, materiale didattico per le attività, materiale per i giochi, cibo
Il 2 giugno, Festa della Repubblica, i Giovani per la Pace sono andati al Parlamento italiano e vi spiegano le cinque ragioni per andarci. 1. Ammirare la vetrata del Beltrami 2. Incontrare la partigiana Carla 3. Sedersi su delle poltrone stra-comode 4. Difendere i diritti dei bambini e raccontare l’aiuto concreto e gratuito della Scuola della pace, grazie a giovani come Matteo Anche io però ho imparato molto da questa esperienza. Soprattutto che se si vuole contrastare un’ingiustizia non si può sempre delegare. Lo farà qualcun altro! Ci devono pensare le istituzioni. Certo! Ma prima di tutto comincio io. Prima di tutto debbo vincere io il mio pregiudizio, la mia paura, la mia rassegnazione. Come ha detto Gandhi: sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo! (Matteo Bartolo, Giovane per la Pace) 5. Proporre di diventare amici degli anziani, insieme ai Giovani per la Pace, come Eva (a quanto pare, la Presidente Boldrini ha apprezzato molto gli interventi: li ha citati sul suo profilo!) Una delle amicizie più significative che ho avuto è quella con Mario, che ho conosciuto proprio all’età di 11 anni: ero piccola, ma ben ricordo il suo carattere ironico, anche se all’inizio era scorbutico e chiuso.. Ma con il passare del tempo, ci siamo conosciuti sempre più nel profondo, siamo diventati amici. Questa amicizia ci ha cambiato entrambi! (Eva Marchese, Giovane per la Pace) Per conoscere i Giovani per la Pace, inviaci un messaggio su Facebook, o scrivi una mail a [email protected]. Per aiutare la Scuola della Pace, permettendoci di portare tanti bambini in vacanza, puoi fare una donazione su questa pagina: https://www.giovaniperlapace.it/2017/05/24/porta-i-bambini-della-la-scuola-della-pace-in-vacanza-dona-ora/ Molti bambini delle scuole della pace non hanno mai potuto vivere una vacanza, giorni felici dove uscire dal quartiere, giocare insieme, imparare. Con la tua donazione renderai possibile le vacanze delle Scuole della pace, che richiedono queste spese: l ‘affitto di un luogo pulito e sicuro dove potere alloggiare, materiale didattico per le attività, materiale per i giochi, cibo Scarica il testo dei discorsi di Matteo ed Eva alla Camera dei Deputati: Discorso
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