“Oggi sono contento che sei venuta!”. Mi accoglie così Modou. Le parole più belle del mondo, dette da un ragazzo alla festa di fine Ramadan che i Giovani per la Pace di Messina hanno organizzato per i minori, ospiti dell’istituto Spirito Santo. Abbiamo portato cibo, bibite, musica e tanta compagnia. Noi arriviamo, chi in macchina chi a piedi. Eccoli lì, sul muretto: loro ci aspettano, come sempre. Sono 14 ragazzi, con le loro storie, il loro passato. In Gambia, in Mali, hanno lasciato mamma e papà oltre che gli orrori della guerra, della miseria e della fame; qui in Italia sono arrivati denutriti, tristi, malati, e noi Giovani per la Pace di Messina eravamo lì ad accoglierli all’ospedale e alleviare quello che i medici non posso curare: la solitudine e i ricordi terribili del loro “viaggio della speranza”. Dopo due mesi, stanno bene e sorridono, sorridono tanto. “Lussia, Ramadan finito!!” mi dice Bakari. Sono contenti e sorridenti, mettiamo la musica ad alto volume, il cibo sul tavolo grande al centro, si inizia a chiacchierare. Ibrahima prende la macchina fotografica e si finge fotografo, chiedendoci di metterci in posa; qualcuno balla ma soprattutto si ride e si parla tanto, accentando anche le prese in giro sul nostro inglese inadeguato. E così mi viene in mente che quando si invitano gli amici a casa, è così che si fa, no? Posso dire che all’ inizio è stata Accoglienza, ma adesso è Amicizia, e per gli amici si fa qualunque cosa. Lucia Florio , Giovani Per La Pace
Data: July 29th, 2014
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