A Trieste c’è stata l’inaugurazione del centro di solidarietà Claudio Cramer – Comunità di Sant’Egidio. Alla presenza del sindaco, del vescovo, del presidente della provincia e di molte altre autorità e di tanti amici, anche i Giovani per la pace hanno fatto un saluto, che vogliamo condividere con tutti. ” Buonasera, sono Maria Eugenia e sono dei gxp. Siamo un gruppo di ragazzi (liceali e universitari) che condividono un sogno, un progetto. Una città migliore con maggiore attenzione per le persone più deboli. Tra le diverse cose che facciamo, il venerdì andiamo in stazione a distribuire i panini ai nostri amici poveri. In questo modo riusciamo a passare del tempo con loro e scoprire le loro bellissime storie. Faccio parte dei gxp da pochi mesi i membri della comunità,gli amici poveri e i ragazzi nuovi europei mi hanno regalato tante emozioni in questo periodo e vorrei ringraziarli per questo”. Pietro, invece, uno dei liceali ha spiegato il bello della scuola della pace: “ Io invece sono Pietro, sempre dei GXP, e faccio la scuola della pace. Alla scuola della pace aiutiamo molti bambini, la maggior parte dei quali stranieri, a fare i compiti. questo è molto bello, perché si gioca un ruolo importante nel dare un futuro a questi bambini, poiché l’accoglienza e l’integrazione è diventata una sfida e una scelta ( che noi facciamo!). La scuola della pace ha cambiato la vita a tutti i giovani che hanno partecipato e collaborato a questa attività, perché, oltre ad aiutare i bambini a fare i compiti, si trasmette a loro tutto l’amore possibile, ed i bambini, di conseguenza, ricambiano con altrettanto amore. E non c’è niente di più bello dell’amore di un bambino!” e’ stato un bellissimo pomeriggio, ricco di amicizia, in cui abbiamo sentito il calore della città, intervenuta con partecipazione al nostro invito. La nostra casa è ufficialmente inaugurata, e questo ci chiama ad una nuova responsabilità.
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Come vivere un’estate (ed una vita) felice? Non da soli. I giovani per la pace lo sanno. Perciò, anche in questo caldo quasi torrido, abbiamo deciso di continuare ad aiutare e a lavorare con tanti per gli altri, specie per chi ha più bisogno. La scorsa settimana, nella consueta visita al silos, dopo la distribuzione di cibo ai nostri amici senza fissa dimora, abbiamo incontrato nuovamente un centinaio di giovani, per lo più afghani, che vivono per strada, e sono arrivati da poco in città. Cercano pace qui in Europa, soprattutto, ma al momento hanno anche altre necessità. In pochi giorni abbiamo messo a soqquadro cantine, armadi, ed il magazzino del centro di solidarietà della Comunità, ed anche aiutati dalla parrocchia di Borgo San Sergio ( grazie a Niky Bibi ed alla generosa disponibilità sua e delle signore che lì aiutano chi ha bisogno) abbiamo raccolto molti vestiti; altre cose le abbiamo comprate ( grazie a Hemma Luzia e a Franca Miazzi che col cuore lo hanno fatto, e non è la prima volta!). Il bello è che oltre a noi giovani per la pace (liceali ed universitari) a lavorare per ore e giorni, noncuranti del caldo e della quantità di abiti da smistare, sono i nostri amici migranti, proventinti da Pakistan, Afghanistan, Kashmir. La sede per interi pomeriggi è stata lo specchio della Trieste ( e del paese) che vogliamo costruire e consegnare ad altri giovani: solidale, senza barriere nè confini, capace di lavorare insieme, di ridere, scherzare, prendersi in giro ma con simpatia. Le borse per la distribuzione di domani sera sono quasi pronte: contengono magliette, camicie e pantaloni puliti, sandali, asciugamani, biancheria…quanto serve ad affrontare con un po’ più di dignità il caldo che ci aspetta nei prossimi giorni e le notti al buio…in attesa delle partite da giocare insieme e di altri momenti di amicizia con noi. #EstateSolidali : un bel sogno diventato realtà per tanti! Ed oltre a fare il bene, ci stiamo anche allenando per la #tregiornisenzafrontiere, a furia di portare su e giù dalle auto e per le scale della sede scatoloni di vestiti.
Amici, lo ammetto! A partire dalla cucina, amo il mondo e le sue varietà: il caffè brasiliano, la frutta esotica, i the indiani e asiatici, la cioccolata belga e svizzera, il riso alla cantonese e i gamberoni mozambicani, il chambo malawiano e la cucina indiana, libanese, quelle speziate afghana e pachistana, specie quando a prepararla sono degli amici. Anche l’altro giorno questo è accaduto, per la fine del Ramadan: in uno dei giorni più caldi dell’estate ragazzi pachistani ed italiani hanno sfidato il caldo e per 11 ore hanno lavorato fianco a fianco, per cucinare una cena per l’iftar- Il profumo delle spezie si è mescolato a quello dell’amicizia; il profumo, come il vento, soffia dove vuole…ed a Trieste, con la nostra bora, noi ne sappiamo qualcosa. Persino la bora non è italiana, viene da lontano, e soffia impetuosa, a volte più leggera. Ieri si sentiva, nella preparazione e poi durante la cena, il profumo dell’accoglienza, del rispetto, si respirava pace, curiosità, armonia. Ragazzi di 15 – 20 anni che si incontrano, confrontano, conoscono…Non è un’utopia, vivere insieme è possibile. Ed è meno raro e difficile di quanto possa sembrare. #EstateSolidali
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