Contest Play music stop violence 2014. Cambia il Mondo con la Musica Il momento che tutti attendevamo è finalmente arrivato. Ebbene si, perché dopo il successo della scorsa edizione era oltremodo giusto replicare con questa nuova edizione. L’ entusiasmo e il divertimento dell’ anno scorso hanno fatto da cornice ad uno spettacolo fantastico dove musicisti di età diverse hanno espresso le proprie qualità musicali e soprattutto umane. Di fronte a 1200 persone, giovani di molte regioni italiane hanno dimostrato, adottando generi musicali disparati, che un mondo diverso è ancora possibile. Temi come la pace, il razzismo, la solidarietà, la non-violenza sono stati fonte di ispirazione per la costruzione di un mondo più umano. Il contest, promosso dalla comunità di Sant’ Egidio e da Fondazione Musica per Roma, offre perciò la possibilità ai partecipanti di esibirsi all’ Auditorium Parco della Musica e di vivere un’ esperienza senza pari. Le iscrizioni saranno aperte fino al 15 febbraio. Vi aspettiamo Il link del sito: http://www.playmusicstopviolence.com/
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La vita dello studente sotto un’ ottica umoristica. Ammettiamolo senza troppa ipocrisia. Almeno una volta nella nostra carriera universitaria (dico una per essere ottimista, sia chiaro) ci siamo divertiti a sminuire l’ importanza di altri dipartimenti. Ebbene si, anche a te è capitato di puntare il dito contro la vita universitaria di amici dimostrandogli l’ inutilità e soprattutto la facilità del loro corso di studi rispetto al tuo. Visto che la tendenza è sempre quella di difendere la propria amata sede, in questo post si mostreranno i luoghi comuni, le leggende metropolitane di ogni facoltà con i propri pro e contro. Il post non vuole colpire qualcuno in particolare e salvare invece qualcun’ altro. Noterete che nessuno verrà risparmiato. Buona lettura. MEDICINA Iniziamo ovviamente dall’ elité universitaria per antonomasia. La categoria dei medici è la più spocchiosa che possa esistere e la più odiata da tutto il mondo universitario. Gli aspiranti medici iniziano la loro carriera sentendosi come Vittorio Sgarbi nei programmi Tv. Dire 17 volte “capra” conferisce al critico d’ arte una certa onnipotenza e superiorità verso l’ interlocutore. Così gli studenti si sentono verso le future anime disoccupate degli altri dipartimenti. Peccato che il fomento durerà poco. Incominceranno a maledirsi dopo l’ ennesima serata rinchiusa a casa mentre gli amici faranno baldoria a destra e a manca. Inutile dire che dei 9274 iscritti del 1° anno, solo 50 o poco più riescono a superare il cosiddetto Rubicone. Appellativo: Quaquaraquà PSICOLOGIA Dipartimento stracolmo di gente psicolabile in cerca dell’ illuminazione, dell’ essenza della vita. In alcuni casi tra gli iscritti si trovano madri di 20 anni con 4 figli e il compagno al carcere di Rebibbia alla disperata ricerca di un aiuto oppure persone in crisi esistenziali pronte ad arrivare persino in Burkina Faso pur capire se le zebre sono nere a strisce bianche o bianche a strisce nere. Purtroppo il docente medio è rappresentato da Gigi Marzullo, capace di tenere un lezione intera sul nuovo giorno che è appena finito e il nuovo giorno che è appena iniziato. Gli studenti usciti da questa sede universitaria (con le dovute eccezioni fortunatamente) arriveranno alla tomba di Freud e ci seppelliranno vivo lo stesso Marzullo. Appellativo: Poeti maledetti GIURISPRUDENZA Terminato l’ esame di maturità si giunge alla dolente scelta di vita. Coloro che sono indecisi sul da farsi, scelgono senza rigore di logica questo pazzo dipartimento. Eh si, perché giunti alla prima lezione le uniche parole che si riescono a comprendere sono il nome e cognome del professore. Diritto è ovunque e ti perseguiterà persino al bagno dell’ università dove troverai scritti sul muro articoli della costituzione, leggi ordinarie e cosi via. Gli iscritti al primo anno non capiscono che in Italia ci sono più avvocati che venditori ambulanti di fazzoletti Scottex. Nonostante questo imperterriti continuano la loro carriera sperando di diventare un giorno i nuovi paladini della giustizia. Impossibile non descrivere il conformismo femminile in questo dipartimento. Infatti le ragazze sono fatte con lo stampino. Portano tutte quante quelle maledette borse (Gucci o Vuitton ovviamente) con quel maledetto braccino alzato. Mi consolo pensando che l’ artrosi sarà la loro compagna negli anni futuri. Appellativo: Diavolo veste Prada SCIENZE POLITICHE Questa...
Guardando l’ immagine la mente ritorna agli anni più cupi della storia umana contemporanea, ricordi di un passato violento,ingiusto, inumano. Nonostante gli errori, le ingiustizie compiute dall’ uomo, la storia ideologica si ripete. Questa volta l’ odio ha trovato terreno fertile in una Grecia, una volta culla della cultura e della civiltà, indebolita e priva di speranza. La storia ci insegna che le grandi crisi economiche possono provocare la venuta del cosiddetto “uomo forte”, cioè di colui che con un’ azione rivoluzionaria e non priva di violenza proietta la nazione verso un disegno profetico. E questo è ciò che è accaduto e accade tuttora sotto gli occhi di un popolo allo stremo delle forze. Alba Dorata, partito di estrema destra, si impone nel panorama nazionale a partire dal 2010. La sua ascesa è inevitabile poiché, di fronte all’ incapacità dello Stato di reprimere i malesseri collettivi, spetta a quest’ ultimo ripristinare l’ordine perduto. In che modo? Cito un esempio semplice ma terribilmente efficace a smuovere i consensi di un popolo. I militanti di Alba Dorata più volte scesero in strada e distribuirono gratuitamente beni di prima necessità (pasta, acqua) ai bisognosi, ai disoccupati, agli oppressi. I discorsi patriottici, la rivalsa verso un’ Europa nemica dello stato greco, il valore della nazionalità pura (non infettata dal sangue straniero) e il conseguente ripudio verso il diverso hanno generato un cultura fondata sull’ antisemitismo, sul terrore, sull’ antidemocrazia. Agghiaccianti alcune dichiarazioni del leader di Alba Dorata Nikólaos Michaloliákos. Il 15 maggio 2012 egli affermò in un’ intervista: « Auschwitz? Cos’è successo ad Auschwitz? Io non ci sono andato. Voi? Non c’è stato nessun forno e nessuna camera a gas. E’ tutta una menzogna. Ho letto parecchi libri che hanno messo in dubbio la cifra propagandata di sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio. Hitler fu una delle più grandi personalità del ventesimo secolo» Potrei elencarvi decine di discorsi simili o forse peggiori. Non è mio interesse farlo. Basta questo al lettore per comprendere la natura criminale di questo partito e la demagogia che mette in atto costantemente. Il problema di questo fenomeno socio-politico non è rappresentato dalle parole di un uomo solo o da un gruppo ristretto. Qua si sta parlando del 19% dei greci ( quasi 1 su 5) che si riconosce in queste parole. Perché l’ Europa è paralizzata di fronte ad un caso così eclatante? Forse in nome del principio democratico da rispettare senza se e senza ma? O forse per indifferenza e scettiscismo nell’ ascesa al potere di questo partito? In ogni caso l’ omertà è veleno per una Grecia che si troverà ad un bivio. Vedremo sorgere una nuova Alba colma di odio e disprezzo oppure il cielo conserverà la sua limpidezza e umanità? Confidiamo nonostante tutto nella più grande civiltà della storia che insegnò per prima il valore della libertà, della democrazia, della cultura. F. L.
Speravamo di non dover riscrivere una nuova pagina nella storia. Eppure le incomprensioni, l’ incapicità verso una soluzione, gli interessi economici hanno preso il sopravvento. Dopo mesi di scontri civili fra il governo e la popolazione oppressa, lo scontro ha assunto una dimensione internazionale con il pericolo di una deflagrazione mondiale. Il mio obiettivo in questo post è quello di dare una panoramica del conflitto, di spiegare le cause e forse di trovare una soluzione. Già nel post precedente(http://www.cittaditutti.net/2013/05/guerra-civile-siriana.html) avevamo analizzato le origini del conflitto interno. Oggi dobbiamo inserire due protagonisti mondiali che stanno mettendo a dura prova i trattati di pace: Stati Uniti e Russia. Tutto è iniziato il 21 agosto 2013. In questa data il governo siriano adottò armi chimiche contro la popolazione spezzando vite di bambini,donne e uomini. Tale gesto ha destato l’ indignazione degli Stati Uniti che di fronte a tale crudeltà erano e sono tuttora pronti ad intervenire militarmante a difesa della popolazione. La situazione si complica ulteriormente perchè gli interessi economici russi in Siria (come in parte anche degli Stati Uniti) sono notevoli ( petrolio e gas naturale) e se i civili dovessero vincere la guerra civile, ciò consentirebbe al Qatar di ottenere uno sbocco sul Mediterraneo per i suoi gasdotti. In tal modo farebbe concorrenza diretta con la Russia sul mare. Il G20 di questi giorni poteva rappresentare uno strumento di riconciliazione fra le due superpotenze ma così non è stato. Il faccia a faccia tra Putin e Barack Obama è terminato con nulla di fatto. Putin ha dichiarato: ” nel caso di attacco al governo siriano, Mosca manderà aiuti militari a Damasco”. Ha inoltre condannato il possibile intervento degli Stati Uniti affermando che l’ applicazione della forza nei confronti di uno stato sovrano(Siria) è possibile solo per autodifesa e con il mandato ONU e non sarebbe questo il caso. Così gli Stati Uniti violerebbero la legge internazionale. L’ aria che si respirava al G20 era quella di una nuova Guerra Fredda. Apettiamo con grande interesse e con un pizzico di preoccupazione l’ evolversi di un storia dal potenziale devastante e confidiamo nella diplomazia comunitaria e nella capacità di giungere a compromessi. Il primo passo deve essere fatto dal governo siriano e dal presidente Bashar Al-Assad, veri fautori di un clima di violenza. Oggi 7 settembre può essere un giorno di cambiamento, un giorno di pace. Il messaggio di papa Francesco ha portato una nuova linfa nelle menti spaventate e indifese(http://www.cittaditutti.net/2013/09/papa-francesco-la-pace-e-un-bene-che.html). Forse Siria, Stati Uniti e Russia guarderanno questa sera migliaia di persone radunate a Piazza San Pietro e capiranno che confidare nella pace è l’ unica soluzione.
28 agosto 1963. Giornata afosa in una Washington ricca di folla. In quel pomeriggio, nonostante il clima avverso, ben 250.000 americani attendevano davanti il Lincoln Memorial un segnale, una svolta in un’ America ancora radicata ad una mentalità ottocentesca. Un singolo uomo mostrò le crepe di un’ America che, nonostante fosse fautrice di ideali democratici, non riconosceva una pari dignità sociale fra le diverse etnie nazionali. Uno stato che ogni 4 luglio giurava, con la mano sul cuore, fedeltà verso le patria ma soprattutto esaltava un’ ipocrita uguaglianza fra gli uomini. Quell’ uomo, con il suo celebre discorso “I have a dream”, riconobbe il dono, concesso dal creatore, di diritti inalienabili, tra i quali la vita, la libertà e la ricerca della felicita. Il sogno di Martin Luther King era il sogno di milioni di neri oppressi da una cultura razzista, cittadini che aspiravano a valori quali la fratellanza e la giustizia sociale. Il 1963 non era una fine ma un inizio. L’inzio di una rivoluzione culturale, l’ inizio della speranza, l’ inizio di una nuova convivenza. http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/28/news/martin_luther-king-discorso-65443575/ 28 agosto 2013. Stesso scenario, stessa folla. 50 anni dopo, il protagonista però è, così vuole il fato, il primo presidente nero Barack Obama. Accolto da diverse figure del cinema e politiche, il presidente americano riprende i fili del suo predecessore per fare altri nodi. Riconosce l’ urgenza di ripartire dalle speranze passate per affrontare problemi sociali odierni. Per Obama non basta l’affermazione economica di una minoranza per ignorare il persistere di diseguaglianze estreme, dalle scuole alle carceri. Un salario dignitoso, un’ assistenza sanitaria per tutti, un’ istruzione di qualità per i figli: sono questi i punti della battaglia sui diritti civili. Nell’ America di oggi (e non solo) il sogno è ancora incompiuto. Il discorso di M.L.King è e sarà fonte di ispirazione per le generazioni future. Anche nei momenti più bui le sue parole risuoneranno nelle nostre menti e ci insegneranno a sperare. http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/28/news/martin-luther-king_50_anni-65433896/ Ecco a voi il video. F. L.
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