Andrea Riccardi

“Se oggi tanti possono fare la guerra, molti, davvero tanti,

hanno la possibilità di lavorare per la pace e di determinarla”

Andrea Riccardi, La pace preventiva, 2004

Andrea Riccardi

uomo di pace, fondatore della Comunità di Sant’Egidio

Andrea Riccardi (Roma, 16 gennaio 1950), fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è storico del mondo contemporaneo e della Chiesa, accademico e attivista italiano. Ha ricevuto diversi riconoscimenti di prestigio internazionale. Si ricorda il suo impegno per la pace in Mozambico e per il dialogo tra le religioni. È presidente della Società Dante Alighieri. Ha pubblicato diversi libri e saggi e scrive in rubriche per Corriere della Sera, Famiglia Cristiana e Huffington Post.

Andrea Riccardi è autore di "Il secolo del martirio", pubblicato nel 2000, che contiene le storie di migliaia di "martiri" cristiani del Novecento ph: ERIC VANDEVILLE

Andrea Riccardi è autore di “Il secolo del martirio”, pubblicato nel 2000, che contiene le storie di migliaia di “martiri” cristiani del Novecento – ph: ERIC VANDEVILLE

“Storia di una giovinezza, eredità di un futuro di pace” è il titolo del 50° Anniversario della Comunità di Sant’Egidio, fondata nel 1968, pertanto raccontiamo Andrea Riccardi attraverso un’intervista sugli inizi, che ancora ispirano i Giovani per la Pace nel divenire amici dei poveri.

È con la scoperta dei poveri che inizia quella che sarebbe diventata la Comunità di Sant’Egidio, fondata da Andrea Riccardi. Al tempo Andrea aveva appena 18 anni e, avendo deciso di seguire il Vangelo, insieme ad altri giovani liceali, fu naturale conoscere il mondo dei poveri, un mondo “di fuori”, fuori la Roma del centro: le borgate, il mondo della periferia povera, le baracche. (…) Se per lavorare molti si dirigevano la mattina dalla periferia al centro, questi giovani dopo la scuola facevano il percorso inverso, iniziando a conoscere i baraccati del Cinodromo. Sono giovani controcorrente, non conformisti, come i Giovani per la Pace, che decidono di conoscere persone che vivono in condizioni diverse dalle loro.

Questi giovani romani scoprono la periferia, realtà che è al cuore della Comunità a Roma e nel mondo. Andrea Riccardi scopre la città con le sue contraddizioni, un mondo “umano, violento, ma anche straordinario”.

Il giovane Andrea gira in Vespa e racconta: “da liceale o giovane studente, facevo giri d’esplorazione, andavo a vedere i casali, scoprivo le baracche dove vivevano i più poveri”. Erano gli anni in cui Kennedy parlava di frontiere da superare, per realizzare sogni di pace, di sviluppo e di libertà. La frontiera per Riccardi e per la prima comunità è nella periferia. L’obiettivo consiste tutt’ora nello “spostare le frontiere della città e abolire l’esclusione dei poveri“.

È un lavoro concreto, che richiede l’impegno di tutti e che è “rigidamente volontario e autofinanziato per le spese correnti”. “Prendevamo dei bambini che abbandonavano la scuola, dopo essere stati bocciati più volte, e facevamo loro la scuola – la chiamavamo scuola popolare – o il doposcuola.

(tratto liberamente dal libro intervista “Sant’Egidio, Roma e il mondo”  con prefazione di Carlo Maria Martini, edito da San Paolo)

Su questo esempio, i Giovani per la Pace realizzano un doposcuola gratuito, oggi noto come Scuola della pace; visitano gli anziani in istituto e portano la cena ai senza fissa dimora.

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