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Il fondatore della comunità di Sant’Egidio racconta come nacque con Giovanni Paolo II l’incontro di preghiera di Assisi che da trent’anni unisce uomini e religioni
Andrea Riccardi è il fondatore della Comunità di Sant’Egidio e storico della Chiesa. A 18 anni, insieme ad alcuni coetanei, sceglie di “leggere” la città a partire dalla periferia romana: «Significa che l’autobus non lo prendevi per andare in centro, ma nell’altro senso». Quello stesso sguardo, che vuole cambiare la storia con il Vangelo in mano, lo porta ad essere il motore di trattative di pace e incontri tra leader internazionali. Quando nel 1986 Giovanni Paolo II volle il primo incontro interreligioso di preghiera per la pace, anche Riccardi era ad Assisi.
«Ricordo la grande partecipazione della gente, la semplicità dei gesti di amicizia tra i capi religiosi, che camminavano l’uno accanto all’altro nei vicoli di Assisi. Ma anche il volto sorridente e concentrato di Giovanni Paolo II, che aveva convocato quella preghiera tra lo stupore generale, nella convinzione che le religioni erano una grande risorsa di pace in un’epoca ancora segnata dalla minaccia della Guerra fredda e del conflitto atomico. Anni dopo, alla caduta del Muro di Berlino, Giovanni Paolo II mi disse: “Ad Assisi non abbiamo pregato invano”».
Come nacque la scelta di raccogliere l’eredità di Assisi organizzando in tante città del mondo l’incontro “Uomini e religioni”?
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