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Lea Polgar: la sua testimonianza contro l’antisemitismo

L’incontro al liceo romano Montale

Lea Polgar, ebrea nata a Fiume nel 1933, è testimone del periodo delle leggi razziali in Italia e più volte ha raccontato quel 1938, quando aveva cinque anni e sentì il “colpo” di tutta la sua vita che cambiava, come quella di migliaia di ebrei. Ricorda le parole del padre, un giovane avvocato, padre di tre figli, quando tornò a casa e disse “Non mi hanno fatto entrare in tribunale: non posso più lavorare”. Lea non poté frequentare le scuole come gli altri bambini, pur dovendo salutare come tutti gli altri la bandiera fascista. A dieci anni si dovette separare dalla sua famiglia e andò a Roma dove i coniugi Mistruzzi la salvarono dal rastrellamento degli ebrei romani.

Di recente il liceo Montale di Roma ha ospitato un incontro con Lea Polgar, nell’ambito delle iniziative didattiche contro l’antisemitismo, a 100 anni dalla nascita di Primo Levi e a 81 anni dalle leggi razziali. La stessa scuola ospita in questi giorni la mostra sulle leggi razziali realizzata dalle Scuole della Pace della Comunità di Sant’Egidio. Lea Polgar, visitando la mostra quando è stata esposta al Museo di Roma in Trastevere, disse di sentirsi travolta da come i bambini della periferia avessero compreso così appieno il peso di quell’esclusione. Centinaia di bambini hanno lavorato sul tema per un anno, anche durante la scorsa estate, per riflettere su ingiustizie, episodi di violenza, di esclusione e discriminazione per formare gli “anticorpi” per il futuro. “Libertà è ragionare con la propria testa, non con quella imposta dagli altri” ha detto ai microfoni della web radio del Liceo Montale.

La possibilità di conoscere la storia dai testimoni e la volontà di impegnarsi per un futuro senza antisemitismo e discriminazioni ha spinto studenti e professori a organizzare l’evento del 3 maggio.

Proprio la scuola fu uno dei primi ambiti colpiti dalle leggi razziali che avevano l’obiettivo di escludere sistematicamente gli ebrei dal mondo, dalle relazioni, dal vivere insieme. Alcuni ebrei ebbero la possibilità di frequentare scuole speciali nel pomeriggio. “Avendo il grembiule di pomeriggio si vedeva che eravamo ebrei e nessun bambino voleva stare con noi, come se fosse una malattia” racconta Lea Polgar in un’intervista per Sant’Egidio.

La news sul sito del liceo Montale di Roma »

L’intervista a Lea Polgar » 

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