La prima giornata di forum dell’Incontro Internazionale “Osare la pace” ha acceso i riflettori sulle sfide contemporanee che ostacolano il dialogo, gli scenari futuri che si aprono di fronte a un mondo in fiamme e il ruolo di primo piano delle religioni globali nell’incontro dei popoli.
15 tavole rotonde e più di 120 voci laiche e religiose convenute a Roma per confrontarsi e dialogare, alla ricerca di principi universali attorno ai quali poter tornare a costruire la nostra casa comune per prendersene cura.
In uno dei forum il Cardinale Pierbattista Pizzaballa ha proposto di ritrovare il dialogo per stabilire nuovi e consolidati pilastri su cui fondare una “pace disarmata e disarmante”. Per farlo, ha aggiunto, non basta più “parlare di giustizia e pace, ma serve prendere coraggio per essere portavoci di verità.” Serve “esserci, affinché chi sarà coinvolto nella futura ricostruzione ricordi chi era presente nel momento più buio dell’emergenza e con il nulla all’orizzonte.”
Mentre il Medio Oriente prova a ricostruire un futuro di pace nelle proprie regioni dilaniate dai conflitti, Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato la potenzialità dell’Europa nell’essere punto di riferimento nel processo di costruzione di pace. Un’Europa “ormai orfana degli Stati Uniti”, deve ritrovare – secondo il direttore di Limes Lucio Caracciolo – la centralità del suo ruolo diplomatico, affinché “la diplomazia della pace possa essere sempre possibile”.
Un altro forum ha portato l’attenzione su come la pace e la convivenza dei popoli siano sempre più vincolate alla nuova rivoluzione industriale dell’intelligenza artificiale, che rappresenta al contempo enormi potenzialità e rischi ancora poco definibili. Come ha ben riassunto mons. Vincenzo Paglia, “nessun algoritmo va preso a scatola chiusa: porta dentro cultura, politica, intenzioni.” La sfida sta proprio nell’umanizzazione della tecnica, processo che si traduce necessariamente in costante dialogo tra gli ingegneri che creano con il loro lavoro i modelli dell’intelligenza artificiale e gli esperti di etica.
A proposito di consessi a loro modo rivoluzionari del passato, la giornata è stata anche l’occasione per ricordare il 60esimo anniversario della firma della Dichiarazione “Nostra Aetate”, pietra miliare del dialogo interreligioso nella stagione del Concilio Vaticano II. Il Patriarca Louis Raphaël Sako ci ha ricordato che “osare la pace ci chiede di alzare la voce, ovunque avvengano pulizie entiche e stermini di massa; serve tenere alta la voce dei giovani che invocano la pace.”
Domani le tavole rotonde continueranno al mattino, mentre al Colosseo nel pomeriggio si svolgerà la Preghiera per la Pace, secondo le differenti tradizioni, al termine della quale i leader religiosi, assieme a papa Leone XIV, rivolgeranno un appello per la pace.