“La donna che ho incontrato”

Un racconto sulle donne di tutto il mondo, nessuna esclusa

La donna che ho incontrato ha gli occhi coperti sempre da un filo di lacrime e argento vivo tra i capelli. Ha l’espressione di chi si stupisce come il primo giorno che qualcuno la guardi porgendole un sorriso, come se contasse ancora qualcosa, e non è come le hanno fatto credere, che ormai che colore può avere la vita a quell’età. Si stupisce se qualcuno la ascolta e le riporta il passato nel presente. Ha una vita da raccontare, racconta di gioie e di errori che consiglia di non ripetere, sa raccomandare quegli occhi ingenui che la guardano e le asciugano le lacrime. Ha memoria della guerra ed ha ancora sete di pace. Prega ogni giorno per noi. La donna che ho incontrato vive sola in un istituto dove i giorni sono tutti uguali a parte uno, quello in cui ci vede e le si illumina di nuovo il mondo. Il sabato della felicità.

 

La donna che ho incontrato inizia per la prima volta ad innamorarsi, ha i capelli che le brillano al sole e tutta la vita davanti. Veste alla moda e sa tutto dei selfie. Vuole diventare grande, un po’ sente di esserlo già, ma non abbastanza per reggere il dolore di mamma e papà che litigano, e quello dell’aria pesante che avverte per le strade del suo quartiere dove i palazzi sono alti e il sole stenta a splendere, a volte non splende mai, soprattutto quando per paura si copre gli occhi e scappa via. Sa cosa non vuole diventare, ma soprattutto sa diradare quel filo di lacrime e sa accarezzare quei capelli argento vivo che incontra ogni sabato. Il sabato della felicità.

 

La donna che ho incontrato ha preso in affitto un pezzo di cielo e un ciglio di strada, appena cala la notte prepara asfalto e coperte e chissà se conta ancora le stelle. Le stelle che a volte diventano angeli che le porgono un panino, un saluto, l’amicizia sincera, ma soprattutto la preghiera e la speranza che quella vita cambierà. Che non è sola e non è persa. E che qualcuno pensa a lei ogni giorno. E ogni settimana nel giorno della felicità.

 

La donna che ho incontrato è piccola, ed è nata dall’altra parte del mondo. Anche la sua schiena è piccola, ma non è troppo piccola per reggere il peso del suo fratellino. Anche la sua testa è piccola ma non è mai troppo ingenua da non poter pensare anche alla vita di un altro.
E mi ha insegnato che un cuore non è mai così piccolo da poter battere solo per te.

 

Alle donne che abbiamo incontrato mancano spesso rose e mimose, ma uniscono il mondo, a minuti e meridiani di distanza, negli istituti, alla scuola della pace, ai bordi delle strade, in Africa, in Siria, in mezzo al mare e sotto il mare ormai e lo fanno obbedendo solo all’amore.
Di Francesca Sepe

Francesca è una Giovane per la Pace di Napoli. Il suo racconto prende spunto da tutte le donne incontrate nella solidarietà con la Comunità di Sant’Egidio. Alcune le ha incontrate nell’amicizia con i poveri delle periferie della sua città.

Dallo scritto di Francesca traspare un mondo di donne che sognano, che vivono situazioni molto diverse tra loro, ma che possono vivere il loro giorno di felicità.
Per la Festa delle donne, l’8 marzo, pubblichiamo uno scritto “ispirato”, ma che forse meglio di precise parole riesce a rappresentare un orizzonte largo come il mondo, quello in cui vogliono porsi i Giovani per la Pace.

 

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