GxP dal mondo a Barcellona: un sì alla solidarietà

GxP dal mondo a Barcellona: un sì alla solidarietà

Dopo l’attentato, i GxP a convegno rifiutano la paura per una società del vivere insieme

Il convegno di fine agosto ha coinvolto più di cinquecento giovani da diversi paesi europei, uniti nella cultura dell’aiutare il prossimo con la Comunità di Sant’Egidio

A pochi giorni dall’attentato, l’incontro di Barcellona si è aperto con il ringraziamento dei Giovani per la Pace locali per la vicinanza dei più di cinquecento giovani venuti in occasione del convegno europeo dei GxP. L’attentato del 17 agosto ha causato sedici morti e più di cento persone sono rimaste ferite, travolte dal minivan diretto sulla folla che passeggiava sulla Rambla. Qualche giorno dopo siamo tornati su quella passeggiata dove molti hanno sempre cercato serenità.

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Non solo giovani da tutta Europa, ma anche giovani da Malawi, Cuba, Pakistan, Usa e Nigeria hanno espresso la loro vicinanza. Hanno deposto fiori sulla Rambla.

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Hilde Kieboom, vicepresidente di Sant’Egidio, ha ricordato che ”c’è un senso nello stare qui oggi, nello stare insieme per combattere il terrorismo e creare città di pace”. La presenza fisica ha un altro valore, un senso da cogliere. Ha ricordato le parole dell’amico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, per il quale “ogni nuova generazione può creare qualcosa di nuovo”.

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Quali parole e pensieri nuovi per un mondo oppresso dalla violenza e dal terrorismo? Sono i giovani a portarne. Lo spiega il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, spiegando il titolo del convegno More Youth More Peace: “più giovani è sinonimo di più violenza, ma per noi vale il contrario, perché i Giovani con l’esempio possono portare una modifica strutturale alla società”. I Giovani per la Pace rivendicano il “diritto di sognare”, non accettano le ingiustizie, ma le combattono con una proposta attiva, di solidarietà, che parte dai bambini, dagli anziani, dai senzatetto e dagli stranieri.

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Interventi

Malawi

Crief Creo Daniel

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Crif ha raccontato che il Malawi è uno dei paesi più poveri del mondo, con evidenti segni di arretratezza come la persecuzione e l’uccisione degli albini, per via della superstizione. Spiega che i giovani spesso sono utilizzati per violenza politica. Tantissimi ragazzi hanno allora deciso di unirsi ai Giovani per la Pace per andare controcorrente.

Crif era un bambino della Scuola della Pace: ha potuto studiare e crescere forte nella mente e nel cuore. Ora vuole cambiare il suo paese.

La Comunità di Sant’Egidio rappresenta per il Malawi una speranza. Il progetto DREAM offre cure gratuite a migliaia di persone e debella l’AIDS, permettendo a molti bambini di nascere senza il virus. Con il programma BRAVO si assicura la registrazione anagrafica, per evitare che vi siano bambini “invisibili”, soggetti alla tratta ed esclusi da istruzione e salute.


Cuba

Roger Garcia

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“La Comunità è riuscita a portare il dialogo in un paese con una forte crisi economica e spirituale”. Ha collaborato alla realizzazione di politiche di supporto alla popolazione più povera. Cuba si è trovata isolata alla fine dei blocchi, negli anni Novanta: il mondo non si divideva più in capitalista e comunista, ma Cuba rimaneva un Paese comunista. Eppure vi è nata la Comunità. Come afferma Andrea Riccardi, “chi incontra un povero incontra Dio”. Un ruolo importante in questi processi è quello dei giovani, ha spiegato.


Stati Uniti

Anna Bartoli

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La Comunità negli Usa è piccola ed è presente in luoghi molto distanti tra loro come Boston, Texas, New Mexico, California, Chicago, Washington, New York. Le finalità più importanti sono la lotta contro la pena di morte e il contrasto alla vendita libera delle armi.


Ucraina

Olya Makar

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L’Europa è molto importante per il mio paese”, ha esordito in collegamento Skype con la platea emozionata di Barcellona. “Nessuno può controllare la violenza. Le persone stanno cercando nemici. Noi abbiamo molti amici russi. I nostri media sono pieni di propaganda e fake news. La gente ti chiama traditore se scrivi ‘mi piace Dostoevskij’”. Con semplicità, coraggio e determinazione, la Comunità si batte per evitare la lotta fratricida tra russi e ucraini.


Pakistan

Malik Khayam

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La Comunità è portatrice di speranza e ricorda i martiri degli attentati di Lahore, in particolar modo di Abish, bambino ucciso in una esplosione fuori dalla chiesa e che frequentava la Scuola della pace: il suo quaderno è conservato alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina a Roma. Malik ha spiegato il delicato problema del rispetto delle minoranze in Pakistan.


Nigeria

John Sese Andokali

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Tra il 2000 ed il 2001 c’è stata una crisi che ha causato un distaccamento all’interno del paese tra musulmani e cristiani. È nato Boko Haram, gruppo estremista terroristico che causa distruzione all’interno dello stato. Alla piega del terrorismo, se ne aggiungono altre due tremende: la superstizione, che porta a credere nella stregoneria e a uccidere persone; l’abbandono degli anziani.


In molti hanno seguito il convegno attraverso la Pagina Facebook degli Youth For Peace

e attraverso i servizi sui media italiani, in particolare RaiNews24 e il quotidiano Avvenire, a firma dell’inviata Angela Calvini; nonché sulla stampa spagnola (La Vanguardia, Religiòn Digital).

Sul sito della Comunità di Sant’Egidio è possibile trovare immagini, video e testi:


La diretta con commento della commemorazione alla Rambla

articolo di Andrea Avella (Roma)

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