150 giovani delle scuole di Roma alle Fosse Ardeatine per rinnovare il tragico ricordo del ’44.

Oggi 17 maggio la Comunità di Sant’Egidio ha riunito i giovani delle scuole romane da vari quartieri di Roma, per ricordare l’eccidio delle Fosse Ardeatine e insegnare loro che certe tragedie non si devono ripetere più.
i ragazzi hanno attraversato i cunicoli e le cave dove è stato compiuto l’eccidio,  osservando attentamente ogni singola roccia di quel buco di orrore che ha caratterizzato la morte di tutte quelle persone innocenti.
Una volta raggiunto il cimitero memoriale ognuno di quei ragazzi si è soffermato attentamente nell’osservare le tombe di quella gente e notando con tristezza la presenza di uomini rimasti ignoti. Nonostante non avessero nome, sono rimasti nella loro mente come vittime morte invano e consegnate nelle mani di Dio prematuramente.
L’uomo più anziano aveva 75 anni ed era probabilmente il ‘capo famiglia’ dei Di consiglio, una famiglia di ebrei presa e strappata via dalle proprie mogli e dalle proprie case.
Il più giovane degli uomini sacrificati aveva 15 anni ed era un falegname, il secondogenito dei Cibei, Duilio, morto insieme a suo fratello Guido Cibei.
Molti di loro erano di religione ebraica e le loro tombe erano caratterizzate dalla presenza di piccoli sassolini, come si usa nella tradizione ebrea, mentre sulle altre c’era un fiore.
I giovani hanno visitato anche il piccolo museo del luogo ed hanno letto i famosi ‘volantini volanti’ che  gli Alleati lanciavano dagli aerei per diffondere le idee della liberazione anziché della guerra.
Prima di andare via i giovani hanno letto tutti insieme alcuni dei pochi messaggi che gli uomini avevano lasciato prima di morire con la consapevolezza che quelle sarebbero state le loro ultime parole. Uno di questi messaggi ha colpito particolarmente tutti quanti  perché si trattava di una preghiera per  la sorte degli ebrei anziché per se stesso.
infine i ragazzi si sono incamminati in una marcia silenziosa ripercorrendo all’inverso il tragitto per arrivare all’ingresso dove hanno depositato una corona di fiori da parte dei Giovani per la Pace e della Comunità di Sant’Egidio.
Donata la corona i ragazzi sono tornati alla loro vita spensierata insieme ai loro amici della Comunità di Sant’Egidio, ma con qualcosa in più nei loro cuori.

Articolo scritto da Agnese, dei Giovani per la Pace di Roma.

 

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