Il mondo cambia a partire dalle periferie, quelle urbane, umane, quelle esistenziali che toccano tanti giovani oggi che sognano il cambiamento e non sanno da dove iniziare! Vienici a trovare! Il mondo cambia a partire dalle nostre città che hanno diritto ad un pensiero nuovo che nasca dall’amicizia con i poveri, con la preghiera, con tanti anziani dimenticati negli istituiti, dai bambini che vivono i quartieri periferici e che hanno il diritto al cambiamento, ad avere un giovane per amico che lo accompagni nell’avventura della vita che insieme diventa meno complicata. I bambini hanno diritto alla Scuola della Pace. Il mondo cambia a partire dall’accoglienza dei rifugiati nelle nostre città, nei porti e nelle stazioni, luoghi di passione e di incontro, luoghi dove i Giovani per la Pace hanno trovato grandi alleati per costruire la globalizzazione della solidarietà e per sconfiggere la globalizzazione dell’indifferenza di cui parla Papa Francesco. Infatti molti rifugiati incontrati in tutta Italia oggi aiutano gli italiani in difficoltà! Il mondo cambia se costruiremo città più umane che devono tornare a guardare con compassione chi vive in strada. Possiamo scegliere se costruire la città del filo spinato o la civiltà del convivere. I giovani per la Pace da anni hanno legato la propria vita a quella dei poveri ed hanno scoperto che solo così il volto delle città può cambiare, concretamente: sono infatti migliaia i poveri che già ora andiamo a trovare con fedeltà e da anni in tutta Italia, perché l’amicizia con i poveri è un’amicizia fedele. Puoi farlo anche tu! #ChangeYourCity con i giovani per la pace! Partecipa anche tu alle attività di solidarietà con i più poveri, vienici a trovare alla sede dei giovani per la pace più vicina e scopri anche tu che insieme il mondo può cambiare. Non esitare #ChangeyourCity Partecipa su Twitter scrivendoci le tue idee taggando i @gxlapace con l’hashtag #ChangeYourCity
Tag Archive for: solidarietà
Contattaci con un WhatsApp o un SMS +39 351 972 5555
#3GiorniSenzaFrontiere, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace, avrà luogo a Catania tra il “Lido Azzurro” e la Chiesa di Santa Chiara e vedrà sfidarsi squadre composte da giovani italiani e giovani stranieri in giochi, fisici, di abilità e di astuzia, ambientati in spiaggia dove il gioco ed il divertimento assicurato contribuirà a costruire una società più integrata, più divertente e più bella! Non esitare! IL PROGRAMMA DI #3GiorniSenzaFrontiere
In questa settimana noi Giovani per la pace di Trieste abbiamo lanciato un appello: servono scarpe e luci al led per i nostri amici richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan e Pakistan che vivono per strada. In pochi giorni abbiamo trovato ( o comprato) le scarpe e le luci, che sono fondamentali perché i nostri amici stanno in angoli un po’ bui, e specie ora che è Ramadan di notte hanno bisogno di vederci per pregare e mangiare! Per ogni amico prepariamo un sacchetto col suo nome ed il suo numero di scarpe…così la distribuzione è più personale! Dopo aver raccolto il necessario, grazie all’aiuto generoso di tanti, siamo andati a distribuirli ai nostri amici. Con l’amicizia e le luci al led…abbiamo rischiarato un po’ il buio delle loro notti e abbiamo acceso una luce di accoglienza nella nostra città.
Siamo i Giovani per la Pace di Padova e oggi abbiamo fatto una raccolta fondi per portare in vacanza i bambini e gli anziani. Le Scuole della Pace di due quartieri padovani hanno raccolto moltissime iscrizioni quest’anno e il sogno di noi giovani è quello di riuscire a portare in vacanza tutti i bambini. Ma il nostro sogno non finisce qui…… da qualche anno, insieme ai Giovani per la Pace di Verona, Mestre e Treviso, organizziamo una vacanza a Asolo con gli anziani di diversi istituti del Veneto ! Tra balli, feste e gite ci divertiamo tantissimo! Vendendo queste torte vorremmo raccogliere dei fondi che ci serviranno per fare delle vacanze coi fiocchi e far divertire i nostri amici di tutte l’età e di tutte le nazioni! #estatesolidali Di Alessio Ferretto
#EstateSolidali Vacanza della scuola della Pace a Bari! I Giovani per la Pace di Bari fanno scuola della Pace al quartier San Paolo nella periferia della città. Un quartiere con storie complicate, segnato da episodi di violenza, ma San Paolo è un quartiere che vuole cambiare partendo dai propri bambini! Per questo anche quest’ anno siamo andati in vacanza portando i nostri bambini ad Ostuni. Ieri abbiamo fatto la festa dal mondo perché un quartiere che cambia parte dall’integrazione e faremo una festa con gli altri GxP della Puglia andando a trovare gli anziani di Casa Serena. I bimbi prepareranno dei lavoretti e delle lettere da dare agli anziani insieme alle caramelle! Una meravigliosa alleanza intergenerazionale! La pace inizia da qui!
Centinaia di giovani, in tutta Italia, hanno scelto di passare la propria estate insieme ai più poveri. Sono i Giovani per la pace della Comunità di Sant’Egidio che da anni vivono una amicizia fedele con gli “ultimi” : Si dedicano ai bambini dei quartieri periferici che frequentano le scuole della pace, gli anziani spesso lasciati soli nelle case di riposo, le persone costrette a vivere in strada, i disabili, i migranti accolti nei porti o nelle stazioni. Una amicizia divenuta familiarità, anche attraverso la preghiera, che ha fatto sì che tanta gente lasciata ai margini trovasse in un giovane una compagnia, vero amico, un punto di riferimento. L’amicizia con i giovani per la Pace ha restituito a tanta gente la voglia di vivere e di servire a loro volta chi è più povero. L’accoglienza dei giovani ai migranti è divenuta la forma migliore di integrazione quando in varie parti di Italia molti giovani “nuovi europei”, richiedenti asilo politico, arrivati con gli sbarchi, hanno deciso di dedicarsi in prima persona ai più poveri compiendo le stesse opere di solidarietà dei giovani italiani. Nessuno infatti è troppo povero per aiutare chi è più povero: Anche in estate! Anche quest’anno i giovani per la pace da Roma, dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Campania, e da tutta Italia hanno deciso che all’avanzare delle ondate di caldo estivo non può corrispondere un venir meno della solidarietà che ha reso più umano il volto delle città e rilanciano, invitando tutti i giovani a dedicare parte delle proprie vacanze alle numerose attività di solidarietà proposte in tutte le città dove sono presenti. #EstateSolidali è un invito, un esortazione ma anche una richiesta rivolta a tanti di vivere parte della propria estate all’insegna del divertimento, conoscendo tantissimi nuovi amici e legando la bellezza dello stare insieme alla necessità che tanti poveri hanno di non venire abbandonati mentre il mondo va in vacanza. E’ appunto quando tutti sono in vacanza che bisogna starci ed i Giovani per la Pace hanno deciso di esserci! Le attività di #Estatesolidali comprendono lunghe gite e feste con i bambini che frequentano le scuole della pace, visite e vacanze con gli anziani, raccolta e distribuzione di generi alimentari per le famiglie in difficoltà, feste in piazza, servizio nelle mense, festival musicali, raccolta e distribuzione di beni di prima necessità per i migranti nelle stazioni o nei centri di prima accoglienza.. In un tempo difficile e davanti ad un’Europa che si sta sempre più chiudendo è bello e importante che ci siano così tanti giovani che si aprono alla solidarietà e capiscono che si può cambiare l’Italia a partire dai più poveri anche in estate…Quindi non esitate #EstateSolidali! Per maggiori informazioni e per partecipare a #EstateSolidali manda una mail a [email protected] o vai sul sito giovaniperlapace.it Puoi seguire #EstateSolidali su facebook: Giovani per la pace, twitter: @gxlapace
A Primavalle, il 25 giugno nella parrocchia romana di Santa Maria Assunta e San Giuseppe c’erano all’incirca 400 persone, tutte lì a testimoniare la loro presenza,per far comprenderei che esiste ancora la solidarietà. Entrati nella chiesa, si sente l’odore di una calda famiglia, di cuori pronti a battere all’unisono per condividere gli stessi sentimenti. Nell’aria si sentiva tristezza,malinconia. Le lacrime iniziano a scendere a poco a poco sul viso della gente alla pronuncia dei nomi delle vittime del mare. Il dolore è straziante,ma la voglia di stringersi attorno ai loro nomi, alla loro storia lo è ancora di più. Moltissime persone hanno partecipato all’accensione di una candela,che in breve tempo sembrava essersi trasformato in un grande cero fatto di candele,dove,ognuna di esse,rappresentava una vita, illuminata dal ricordo che ancora illumina la nostra speranza. Persone che come noi,volevano vivere una vita tranquilla,senza distinzioni. Perchè in fondo,tutti siamo uguali. di Francesca Iachini
Occorre rispondere alla domanda di solidarietà di chi ha bisogno di aiuto e di chi vuole reagire alla corruzione e abbracciare i problemi della propria città e del mondo. Occorre non sentirsi più fragili di chi è fragile veramente e chiede il nostro aiuto. Le parole di papa Francesco ci incoraggiano, perché non vanno al ribasso dei valori umani come le parole di alcuni, ma perché provengono dal Vangelo della povertà.
Tutto pronto per la finalissima della 5a edizione di Play Music Stop Violence – cambia il mondo con la tua musica: le undici band finaliste, selezionate tra i 200 giovani artisti da tutta Italia, oltre 30 gruppi musicali, che hanno partecipato alle audizioni del contest musicale per giovani talenti, si esibiranno live domenica 31 maggio alle 16.30 all’ATLANTICO Live di Roma, in viale dell’Oceano Atlantico 271 D. Le band partecipano al concorso con brani originali sul tema dell’impegno contro ogni forma di violenza: guerra, razzismo, povertà, all’insegna del motto “Cambia il mondo con la tua musica”. In palio il primoPREMIO delle categorie “Autori” e “Young talent”, ma anche menzioni d’onore per il miglior arrangiamento, il miglior testo, le migliori voci femminile e maschile, un premio per la miglior performance live, un premio della critica e un premio web. La serata sarà presentata dalla conduttrice Eugenia Scotti, e vedrà la partecipazione straordinaria degli STAG e del rapper Kaligola. Le performance live dei finalisti saranno valutate da una giuria di qualità composta da esperti del mondo della musica, della cultura e della comunicazione. Il pubblico in sala potrà votare il suo gruppo preferito e assegnare così il premio popolare. I biglietti sono disponibili gratuitamente, previaPRENOTAZIONE a [email protected] o telefonando a 39-347-8418324. La finale sarà anche trasmessa in diretta streaming su www.santegidio.org.
Cristiana ha preso parte al pranzo che i Giovani per la Pace di Treviso hanno fatto con i rifugiati sabato 25 aprile. Condividiamo il suo racconto. Io sono Cristiana, sono venuta al pranzo per i profughi sabato ed è stata un bellissima esperienza! Io ero seduta vicino a Essen, del Pakistan, e lui ad un certo punto mi ha mostrato una fotografia dal cellulare in cui c’erano lui e la sua famiglia… Poi ha iniziato spontaneamente a raccontarmi la sua storia e, anche se non ho capito bene tutto quello che ha raccontato, mi ha colpita molto e per questo poi ho scritto questo racconto… … Ci sono persone che fanno parte della tua vita da quando nasci a quando muori, e non la cambiano minimamente. Stanno sullo sfondo, sempre lì, tanto che con il tempo ti abitui a vederle vicino a te, sai sempre dove sono quando vuoi stare o non vuoi stare con loro. Poi ci sono le persone che entrano ad un certo punto, o che restano qualche anno e poi se ne vanno; ma anche loro, per tutto il tempo che passano sul palcoscenico delle tue giornate, hanno un posto fisso da cui recitare la loro parte. E poi c’è Essen, che sale quando il sipario è già alzato e non ha un copione da recitare. Arriva con un’espressione confusa e con passo quasi esitante. È solo un ragazzo, un ragazzo timido e curioso che saluta il pubblico con lo sguardo di un vecchio e il sorriso di un bambino. Ma non ha battute pronte per cambiare il tuo spettacolo: tutto ciò che era stato progettato per lui è andato all’aria. Il suo ruolo è stato dimenticato, il personaggio è stato cancellato, le battute che avrebbe dovuto recitare non servono più. Gli hanno detto che se ne deve andare, che ormai è inutile. Essen ha bisogno di un posto, però. Non può improvvisare. È sempre stato bravo con le parole, un maestro nell’arte del divertire la gente. Ma questo pubblico non parla la sua lingua. Questo pubblico non ha voglia di ridere, non capisce cosa ci faccia un attore così diverso dagli altri su quel palco rimasto vuoto. Le lampade sono spente, ora c’è solo una fioca luce che illumina quell’angolo di palco in cui un attore fallito non riesce ad esprimere i suoi sentimenti. Poi, nel silenzio, si alza chiara e decisa la voce di Essen. Non parla la sua lingua, nemmeno quella del pubblico: parla la lingua degli uomini, parole che ognuno può capire e che sono così difficili da pronunciare, così dure da ascoltare. Le luci si alzano sulla scenografia dipinta a colori nostalgici, un lago azzurro, una spiaggia bianca; un uomo con una candida veste, in contrasto con il colore scuro della pelle, abbraccia tenamente quattro ragazzini vestiti di nero. La scena rimane un attimo sospesa nel silenzio, gli ultimi secondi per ricordare quelle vite che stanno per essere cambiate, rovinate, distrutte. Essen non ha un copione, ma ha una storia...
Basterebbe la testimonianza di Alì, giovane del Mali sopravvissuto ad una delle tante stragi del Mediterraneo, per esprimere il senso della fiaccolata di ieri. Le ingiustizie subite durante il viaggio nel deserto, in Libia e nell’estremo tentativo di raggiungere l’Italia..si estremo perché lui non voleva partire, sperava ancora di trovare un futuro sereno in Africa. Ma la guerra, la povertà e la barbara uccisione di un suo caro amico in Libia l’hanno convinto che l’unico modo per ricominciare a sperare era raggiungere l’Europa. Il racconto di Alì e di tanti altri che sono stati costretti ad abbandonare la propria terra deve far riflettere ognuno di noi per tutti i giorni che ci lamentiamo delle nostre condizioni, dei problemi( se pur veri) che attanagliano la nostra città e non la fanno respirare,pensare che una soluzione è possibile se cominciamo a voltarci verso l’altro invece di guardare solo all’ abisso del nostro Io.
Avete mai contato fino a 700?Una pratica strana, sì, ma necessaria adesso. Io faccio scorrere i numeri dietro ai miei occhi, così veloci che quasi non li percepisco.Oggi cercherò di andare più piano.Avete mai visualizzato il volto di una persona?Anche le facce dei nostri cari sfumano bombardate dalla tempesta di pensieri che corrono nella nostra mente.Siamo capaci di associare ad ogni numero, fino a 700, un volto di un persona, dedicargli 1 minuto, volendogli bene anche per meno?Quanto ci metteremmo se lo facessimo?Forse il tempo che la Guardia Costiera impiegherà per raccogliere i tanti (troppi) migranti nelle acque del canale di Sicilia che ieri notte (19 aprile) sono morti annegati perché il loro peschereccio si è capovolto e loro non sapevano nuotare.Magari 700 minuti, 700 anime, per un cuore solo sono troppe, quindi VI CHIEDO UN AIUTO!Io adotto un numero. Per un minuto, io dico 1. Lo amerò, gli vorrò bene, gli dirò addio. Lo stringerò a me e vivrà per sempre dentro di me. Chi di voi adotterà il prossimo?Scrivete qui sotto il numero (simbolo della persona che non c’è più) che adottate e che penserete per un minuto, e chiedete chi adotterà il numero successivo al vostro.Riusciremo ad arrivare a 700? Alessia Codato Padova
Altri articoli
-
Dall’ECO LAB di Pace un carico di aiuti umanitari con materiale scolastico per le bambine e i bambini in Ucraina
14/02/2024 -
Eco Lab di Pace, lo spazio dove l’ecologia e la solidarietà si incontrano e si trasformano in aiuto concreto
14/02/2024 -
L’amicizia che si rivela benedizione: dalla strada al Buon Pastore
26/01/2024 -
I corridoi umanitari: un viaggio con una meta sicura per un’accoglienza umana e rispettosa
02/04/2023