A pochi giorni dalla Giornata della Memoria, i giovani delle scuole superiori si collegheranno all'incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace per ascoltare la testimonianza di Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah.
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Lea Polgar, testimone della Shoah, incontra via web i Giovani per la Pace: “La cultura è vero antidoto all’odio”
RedazioneLa commovente testimonianza di una bambina ebrea sfuggita alla deportazione
Lea Polgar a No Memory No Future
Sami, potremo mai capire? Abbiamo incontrato Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz, alla presentazione del libro “Io desidero la pace”. Gli abbiamo scritto una lettera che vi chiediamo di diffondere Caro Sami Modiano, sei sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau. Non possiamo immaginare cosa hanno visto i tuoi occhi, non gli occhi di uomo che racconta con coraggio, ma gli occhi di ragazzo che hanno visto padre Giacobbe bastonato dai nazisti, mentre dividevano le famiglie, i bambini dai padri, gli abili dagli inabili. La famiglia umana si disgregava, come quella bella comunità ebraica di Rodi in Grecia alla quale appartenevi, in cui gli italiani per primi portarono la guerra. Tu perdevi l’infanzia quando in terza elementare ti cacciarono da scuola perché ebreo: era il 1938, avevi otto anni. L’orrore di quel razzismo non deve ripetersi: foste buttati in navi bestiame per andare al porto del Pireo. La destinazione era a voi ignota: era Birkenau. Poca acqua e corpi ammassati, con donne in stato interessante, bambini da allattare e anziani che cedevano. Era la finale realizzazione della follia di popolo che sono il razzismo e la collaborazione alla guerra: un vagone diverso, in cui ammassare i corpi, a cui togliere le risorse. Prima di morire, chi poteva essere sfruttato, veniva portato allo sfinimento. Speriamo di capire la missione di un sopravvissuto, un giorno. Grazie (foto originale di Tino Veneziano, edited)
Nelle colorate città europee, si cominciarono a togliere i colori, ad uno ad uno. Viene in mente ...
Non c’è futuro senza memoria: anche quest’anno una marcia silenziosa attraversa Roma per far memoria degli ebrei deportati ad Auschwitz. Tutti gli anni dal 1993 la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Roma fanno memoria di quel tragico 16 ottobre del 1943. La marcia si snoderà da piazza S.Maria in Trastevere lungo il percorso dei deportati di quel 16 ottobre 1943, che dal Ghetto furono condotti al Collegio militare a Trastevere, prima di essere trasportati in treno ad Auschwitz. Degli oltre 1.000 ebrei deportati, tra i quali 200 bambini, tornarono a casa solo 16 persone, tra cui 1 sola donna. Quest’anno la marcia partirà da piazza Santa Maria in Trastevere sabato 17 ottobre 2015 alle ore 19:30 GUARDA IL VIDEO Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio: ” E’ una memoria che aiuta a rimarginare una ferita che attraversa la città di Roma dal lontano 16 Ottobre del ’43, ma è soprattutto una memoria che guarda al futuro. Tutte le generazioni, italiani, nuovi italiani e nuovi europei, che saremo presenti il 16 Ottobre, vogliamo costruire la società di domani, la Roma di domani, come Roma del convivere, tra persone che vengono da tante culture, di religioni diverse, e da tante esperienze umane diverse …” Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: “Ancora di più è forte questo messaggio di fronte a quello a cui assistiamo in Europa, ondate di profughi e di rifugiati che si affacciano nei nostri confini e che chiedono di essere accolti, aiutati, sostenuti, settant’anni fa lo fecero anche i miei parenti, la mia famiglia, molte famiglie ebraiche d’Europa, e purtroppo quelle porte non furono aperte, noi che dell’accoglienza e dell’integrazione siamo per antonomasia forse l’esempio più importante, siamo qui per aprire quelle porte, per chiedere a tutti di farlo con serenità, con sincerità, e con comprensione per i bisogni dell’altro…”
In occasione della giornata della memoria riceviamo questa poesia di Paolo della Latta che volentieri pubblichiamo:
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