Oggi questo post è dedicata a Aylan, piccolo naufrago trovato morto su una spiaggia turca la cui storia sta facendo commuovere tanti. Abbiamo scelto di pubblicare sulla nostra pagina la foto che racconta di una piccola vita che ricomincia qui in Europa, quella di Gabrielle, accolta al porto che gioca con i Gxp, perché vogliamo che ciascun bambino non debba morire di speranza ma dedicarsi a quello che i bambini fanno meglio: il gioco.
Categoria: Solidarietà
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#3GiorniSenzaFrontiere, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace, avrà luogo a Catania tra il “Lido Azzurro” e la Chiesa di Santa Chiara e vedrà sfidarsi squadre composte da giovani italiani e giovani stranieri in giochi, fisici, di abilità e di astuzia, ambientati in spiaggia dove il gioco ed il divertimento assicurato contribuirà a costruire una società più integrata, più divertente e più bella! Non esitare! IL PROGRAMMA DI #3GiorniSenzaFrontiere
Ritorna la più grande tre giorni di giochi, divertimento e integrazione del Mediterraneo. “Tre giorni senza frontiere”, giunta quest’anno alla seconda edizione, è la prima tre giorni di giochi, integrazione e divertimento, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la Pace. Il nome della manifestazione racchiude in sé il significato profondo che si è voluto dare. Una tre giorni senza frontiere umane, fisiche e esistenziali che spesso sbarrano il passaggio ai sentimenti migliori, come l’amicizia, la simpatia tra persone e popoli diversi, la solidarietà, la voglia di stare insieme e fare del bene divertendosi. Le frontiere sono anche quelle che si pongono innanzi ai tanti poveri delle nostre città rendendole inumane, quelle che rendono difficile ai migranti arrivare nella terra promessa. Le frontiere che tanti migranti decidono di attraversare con una barca. Così i Giovani della Comunità di Sant’Egidio e tanti altri giovani provenienti da diverse città d’Europa, in questa seconda edizione, insieme agli oltre ad oltre 150 Giovani per la Pace che risiedono nei centri di prima e seconda accoglienza e che dedicano parte della propria settimana ad aiutare i più poveri vogliono dedicare a Catania uno spazio libero dove stare insieme, vivere una amicizia senza confini, creare una reale integrazione ed affrontare tutti insieme, come una sola grande squadra, attraverso il linguaggio universale del gioco, i temi che stanno definendo il volto dell’Europa. Italiani e migranti insieme, in questa tre giorni di giochi, vogliono dimostrare che l’accoglienza sta già diventando integrazione e che l’integrazione porta benefici per la popolazione tutta. Questi benefici sono già tangibili: infatti a Catania e nelle principali città siciliane i migranti, insieme ai giovani italiani che appartengono al movimento dei Giovani per la pace della comunità di Sant’Egidio, sono ormai da anni impegnati volontariamente in attività di servizio ai più poveri. Giovani italiani e giovani migranti si occupano del sostegno all’infanzia attraverso “La scuola della Pace”, vanno a trovare fedelmente gli anziani negli istituti oppure vanno a portare la cena ai tanti senza fissa dimora. Questa è l’evidenza di come un modello di accoglienza e di integrazione virtuoso può cambiare il volto delle nostre città e già lo sta già cambiando: infatti, sebbene la #3giornisenzafrontiere darà vita ad una avvincente battaglia agonistica tra le nostre squadre composte da italiani e migranti, proponendo prove fisiche di astuzia e di abilità, a vincere sarà solo un nuovo modello di società meno arrabbiata, più festosa, integrata e quindi sicuramente più europea. La manifestazione si svolgerà a Catania dal 9 all’11 Agosto 2015.
Tenerezza, strano come una sola parola possa racchiudere al suo interno mille emozioni, che affiorano quando guardi qualcuno che nonostante le mille differenze, età per prima, crede in te e ti dimostra tutto il suo affetto con un semplice sguardo, generato da un dono semplice ma preziosissimo: il tempo. Quel tempo che noi dedichiamo a loro nei piccoli gesti di tutti i giorni…una passeggiata, un abbraccio, due parole, un sorriso. Quel tempo che a noi sembra così poco, in confronto a tutto quello che pensiamo di avere, ma che in realtà è davvero tanto per chi è consapevole di averne poco. Vivere alla giornata potrebbe essere la soluzione…ma perché invece non condividere il nostro tempo liberandoci dall’egoismo di tutti i giorni, presi dalle nostre faccende di routine?! E’ quello che ho provato ad Asolo, alla vacanza che noi Giovani per la Pace del Veneto abbiamo organizzato per gli anziani degli istituti, strappati per quattro giorni alla monotonia della vita, racchiusa entro quattro mura. E’ ormai il quinto anno che organizziamo questa vacanza e mi sorprendo sempre nel vedere la gioia dipinta nei volti degli anziani. E’ la mia stessa gioia di condividere il tempo con loro, di imparare dalla loro saggezza, nel vivere momenti carichi di amore che mi hanno fatto sentire a casa. Ricorderò sempre le parole di un’anziana, scritte sotto forma anonima in un foglietto che abbiamo letto durante la festa finale: “Io non conosco il dono di Dio che avete ricevuto, conosco da oggi come viene distribuito, con tanto amore, disponibilità, gioia di vivere contagiosa. Vi ringrazio tutti per la speranza che ci date per il futuro, finché c’è questa gioventù, il mondo non può finire”. Queste parole mi hanno fatto commuovere e capire che non importa quanto grande sarò, ma avrò sempre 5 anni quando riceverò una bella notizia, 10 quando mi preparerò a partire facendo la valigia, 18 quando mi prenderò qualche libertà tra le mille responsabilità, 20 quando crederò di poter cambiare il mondo, 40 anni quando mi stupirò di qualcosa a cui non prestavo più attenzione, 70 quando mi sentirò sola e vorrei tutti al mio fianco, 80 quando mi racconteranno qualcosa che non sapevo o ricordavo, 100 quando raggiungerò un traguardo che sembrava impossibile… e continuerò a vivere altre 1000 vite ogni volta che vivrò esperienze uniche come Asolo assieme a persone di tutte le età che stanno assieme come una famiglia felice ed unita. Vittoria Benfatto (Giovani per la Pace di Padova)
Ieri bambini di alcune Scuole della Pace di Roma hanno scoperto un nuovo modo per combattere l’afa che sta tenendo romani (e non) rintanati all’interno di luoghi climatizzati. Gli anziani della Comunità di S. Egidio, in vacanza a S. Marinella, ci hanno invitato a trascorrere una giornata di mare e vacanza insieme a loro, che tra tuffi e cocomeri, si è conclusa in una bellissima festa e nella consegna dei lavoretti che i bambini hanno preparato i giorni scorsi per loro. Al termine della giornata, bambini e anziani si sono salutati con il sorriso e la gioia di una giornata passata insieme in amicizia.
In questa settimana noi Giovani per la pace di Trieste abbiamo lanciato un appello: servono scarpe e luci al led per i nostri amici richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan e Pakistan che vivono per strada. In pochi giorni abbiamo trovato ( o comprato) le scarpe e le luci, che sono fondamentali perché i nostri amici stanno in angoli un po’ bui, e specie ora che è Ramadan di notte hanno bisogno di vederci per pregare e mangiare! Per ogni amico prepariamo un sacchetto col suo nome ed il suo numero di scarpe…così la distribuzione è più personale! Dopo aver raccolto il necessario, grazie all’aiuto generoso di tanti, siamo andati a distribuirli ai nostri amici. Con l’amicizia e le luci al led…abbiamo rischiarato un po’ il buio delle loro notti e abbiamo acceso una luce di accoglienza nella nostra città.
Siamo i Giovani per la Pace di Padova e oggi abbiamo fatto una raccolta fondi per portare in vacanza i bambini e gli anziani. Le Scuole della Pace di due quartieri padovani hanno raccolto moltissime iscrizioni quest’anno e il sogno di noi giovani è quello di riuscire a portare in vacanza tutti i bambini. Ma il nostro sogno non finisce qui…… da qualche anno, insieme ai Giovani per la Pace di Verona, Mestre e Treviso, organizziamo una vacanza a Asolo con gli anziani di diversi istituti del Veneto ! Tra balli, feste e gite ci divertiamo tantissimo! Vendendo queste torte vorremmo raccogliere dei fondi che ci serviranno per fare delle vacanze coi fiocchi e far divertire i nostri amici di tutte l’età e di tutte le nazioni! #estatesolidali Di Alessio Ferretto
Piazza Bologna, una mattina d’estate. Una quindicina di ragazzi ventenni eritrei, ospiti del centro Baobab di via Cupa si ritrovano con tanti giovani e studenti universitari del quartiere per passare una mattinata diversa. I passanti guardano incuriositi, sicuramente ciò che notano è insolito. Infatti armati di rastrelli e palette concessi gentilmente dall’AMA, europei e nuovi europei, come una cosa sola, puliscono la piazza dallo sporco, bottiglie, bicchieri da cocktail. È un gesto concreto per il quartiere. Lavorare insieme crea legami, ci capiamo al volo nel gestire le cose da fare. Insieme raccogliamo una quindicina di sacchi neri di immondizia e, una volta finito, decidiamo di andare insieme a villa Torlonia. Sulla strada, anche se con difficoltà, cerchiamo di comunicare (solo Laga, il più grande, parla inglese e traduce per gli altri in tigrino). Una cosa che si rivela utile è la cartina dell’Africa mostrata sul cellulare. Su di essa cercano di spiegarci che viaggio hanno fatto, da dove vengono, dove sono i fratelli e le mamme. Qualcuno li va a raggiungere in Europa, alcuni ci raccontano che i propri parenti non hanno visto l’Europa a causa del terrorismo del Daesh. Dopodiché ci separiamo, ognuno torna a casa, chi alla sua, chi al Baobab, ma è nata l’amicizia di chi si chiama per nome e di chi vuol bene alla città. È bello pensare che il bicchiere sporco lasciato a terra sia stato raccolto dal senso civico di un migrante come Thomas, dall’Eritrea. Lo ha fatto senza rimprovero né vanto: solo un gesto semplice di civiltà e un segno di buona convivenza che è sempre possibile! di Michele Mastropietro
#EstateSolidali Vacanza della scuola della Pace a Bari! I Giovani per la Pace di Bari fanno scuola della Pace al quartier San Paolo nella periferia della città. Un quartiere con storie complicate, segnato da episodi di violenza, ma San Paolo è un quartiere che vuole cambiare partendo dai propri bambini! Per questo anche quest’ anno siamo andati in vacanza portando i nostri bambini ad Ostuni. Ieri abbiamo fatto la festa dal mondo perché un quartiere che cambia parte dall’integrazione e faremo una festa con gli altri GxP della Puglia andando a trovare gli anziani di Casa Serena. I bimbi prepareranno dei lavoretti e delle lettere da dare agli anziani insieme alle caramelle! Una meravigliosa alleanza intergenerazionale! La pace inizia da qui!
Centinaia di giovani, in tutta Italia, hanno scelto di passare la propria estate insieme ai più poveri. Sono i Giovani per la pace della Comunità di Sant’Egidio che da anni vivono una amicizia fedele con gli “ultimi” : Si dedicano ai bambini dei quartieri periferici che frequentano le scuole della pace, gli anziani spesso lasciati soli nelle case di riposo, le persone costrette a vivere in strada, i disabili, i migranti accolti nei porti o nelle stazioni. Una amicizia divenuta familiarità, anche attraverso la preghiera, che ha fatto sì che tanta gente lasciata ai margini trovasse in un giovane una compagnia, vero amico, un punto di riferimento. L’amicizia con i giovani per la Pace ha restituito a tanta gente la voglia di vivere e di servire a loro volta chi è più povero. L’accoglienza dei giovani ai migranti è divenuta la forma migliore di integrazione quando in varie parti di Italia molti giovani “nuovi europei”, richiedenti asilo politico, arrivati con gli sbarchi, hanno deciso di dedicarsi in prima persona ai più poveri compiendo le stesse opere di solidarietà dei giovani italiani. Nessuno infatti è troppo povero per aiutare chi è più povero: Anche in estate! Anche quest’anno i giovani per la pace da Roma, dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Campania, e da tutta Italia hanno deciso che all’avanzare delle ondate di caldo estivo non può corrispondere un venir meno della solidarietà che ha reso più umano il volto delle città e rilanciano, invitando tutti i giovani a dedicare parte delle proprie vacanze alle numerose attività di solidarietà proposte in tutte le città dove sono presenti. #EstateSolidali è un invito, un esortazione ma anche una richiesta rivolta a tanti di vivere parte della propria estate all’insegna del divertimento, conoscendo tantissimi nuovi amici e legando la bellezza dello stare insieme alla necessità che tanti poveri hanno di non venire abbandonati mentre il mondo va in vacanza. E’ appunto quando tutti sono in vacanza che bisogna starci ed i Giovani per la Pace hanno deciso di esserci! Le attività di #Estatesolidali comprendono lunghe gite e feste con i bambini che frequentano le scuole della pace, visite e vacanze con gli anziani, raccolta e distribuzione di generi alimentari per le famiglie in difficoltà, feste in piazza, servizio nelle mense, festival musicali, raccolta e distribuzione di beni di prima necessità per i migranti nelle stazioni o nei centri di prima accoglienza.. In un tempo difficile e davanti ad un’Europa che si sta sempre più chiudendo è bello e importante che ci siano così tanti giovani che si aprono alla solidarietà e capiscono che si può cambiare l’Italia a partire dai più poveri anche in estate…Quindi non esitate #EstateSolidali! Per maggiori informazioni e per partecipare a #EstateSolidali manda una mail a [email protected] o vai sul sito giovaniperlapace.it Puoi seguire #EstateSolidali su facebook: Giovani per la pace, twitter: @gxlapace
Davanti a ciascun delitto, offesa, o problema siamo soliti ormai sentire o leggere sui social media la frase: “E se fosse stato un immigrato?” come a voler dire che c’è ormai il sentire comune da strada che riserva un trattamento diverso tra chi compie qualcosa di turpe ed è italiano e chi, per esempio, non lo è. C’è quasi l’attesa di scoprire che l’autore del delitto è uno straniero come a volere assolvere dal male a propria comunità di appartenenza. Il delitto inoltre sembra persino più delittuoso se è stato compiuto dallo straniero. Da giovane curioso chiedo semplicemente “Perché?” Perché la nazionalità diventa una discriminante, quasi un aggettivo la differenza tra la gogna, il patibolo e l’assoluzione sociale. Ma sopratutto ricordiamoci sempre che c’è la vittima che soffre. Il problema è che ci siamo già abituati a gogne mediatiche, a atti di una tristezza immane (non trovo altro modo per definirli) e purtroppo la parte peggiore è proprio quel termine “abituati”, legato a tutto ciò. Dobbiamo stare attenti perché la nostra sensibilità non sembra essere suscitata più dalla violenza in sé, ma stiamo andando oltre, sindacando sulle modalità o sulla nazionalità di chi ha compiuto quel dato gesto. Ancora una volta rischiamo di perdere un’occasione per riflettere su come la violenza non sia mai giustificabile e perderci nella discussione sul nulla, analizzando i dettagli insignificanti e perdendo di vista i dati, le statistiche e perfino l’accaduto e con esso le possibili soluzioni.
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