Il sogno di un professore, il sogno di una città per i bambini
I Giovani per la Pace alla “Settimana dei bambini del Mediterraneo”
È dedicata a un professore e uomo di pace, Lorenzo Caiolo, l’edizione del 2018 della “Settimana dei bambini del Mediterraneo” che proprio lui ideò quasi venti anni fa.
La morte improvvisa del professor Caiolo, l’aprile scorso, è stata una perdita dolorosa per molti pugliesi, che lo avevano conosciuto come persona discreta e appassionata.
I Giovani per la Pace hanno conosciuto la sua dedizione all’educazione alla pace: raccontava della scuola popolare che realizzava negli anni Settanta, seguendo l’esempio di don Milani, e condivideva il suo sogno che iniziative di questo genere si moltiplicassero nelle città del Salento.
È in questo entusiasmo che la Settimana dei bambini del Mediterraneo coinvolge ogni anno decine di esperti tra scrittori di libri per ragazzi, illustratori, registi, insegnanti, giornalisti, clown, cantastorie, animatori e tanti altri.
Partecipano anche i Giovani per la Pace, per i quali il professor Caiolo è stato non solo d’ispirazione, ma anche un amico. Insieme si è sognato il futuro di una città in cui vivere insieme uniti, partendo dai più piccoli.
Per questo motivo è stato scelto di presentare il libro “Alla Scuola della Pace”. Gli studenti hanno accolto con entusiasmo l’idea di aiutare gli altri e di costruire insieme la pace, indicandone tra gli “ingredienti” l’ascolto, l’amicizia e il rispetto.
A conclusione della Settimana è atteso l’incontro “Global friendship” promosso dai Giovani per la Pace della Puglia, per portare avanti questo sogno di pace, partendo dall’ascolto della testimonianza della guerra attraverso il racconto di un ragazzo siriano giunto in Italia con i corridoi umanitari. Rendere la città più giusta e più umana significa infatti ascoltare e prendere parte al cambiamento del mondo, per portare accoglienza dove c’è inaccoglienza. I giovani dunque condivideranno le loro esperienze nell’aiutare i poveri, nascosti in angoli inospitali della città.
La convinzione è che un futuro di pace nasce da una cultura dell’incontro, da un’amicizia globale.