Che vi sia lieve
Una poesia per i migranti
Che vi sia lieve.
Il peso del deserto. E quello del mare.
Dei profumi, dei colori e la nostalgia di casa.
Che vi sia lieve.
Le corse sulla sabbia. E le preghiere alle onde.
La paura che sanno fare il mare e il cielo quando si confondono nel buio.
E tutte le lune benedette come un faro.
Che vi sia lieve.
Le pagelle sul fondo custodite dall’acqua. Restano.
I dieci al coraggio di lasciare. E i dieci alla voglia di trovare.
Che vi sia lieve.
Le volte in cui è stato come salvarsi annegare.
La volte in cui non ha avuto alcun senso vivere secondo l’odio di un altro. E non era cara la dignità.
Che vi sia lieve.
Quando si poteva solo giocare a salvarsi.
O a lasciarsi cadere nel mare, senza avere mai un supereroe pronto a farti risalire.
Che vi sia lieve.
E anche se non potrete vedere.
Nulla è lieve dopo di voi.
Nulla tace dopo di voi.
Francesca Sepe
Giovani per la Pace (Napoli)