In estate i giovani ad Auschwitz per opporsi a ogni discriminazione
Il pellegrinaggio e il convegno di giovani europei da 16 paesi con la Comunità di Sant’Egidio
Andare ad Auschwitz per i giovani della Comunità di Sant’Egidio vuol dire opporsi a un mondo ingiusto e diviso, quindi rifiutare la guerra, la violenza, il razzismo e proporre un’amicizia globale tra i popoli.
Il pellegrinaggio si terrà nell’ambito del convegno dei giovani europei a Cracovia, dal 19 al 21 luglio 2019, dal titolo “A global friendship to live together in peace”, alla nona edizione. Si attende una partecipazione di mille giovani e le iscrizioni sono aperte sul sito dei Giovani per la Pace.
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La riflessione si colloca in un periodo di crescenti nazionalismi e di preoccupanti fenomeni di esclusione sociale. I giovani, allora, si propongono di vivere non solo un «momento» di pace, con un convegno con partecipanti da 16 paesi europei, ma un «movimento» di pace che sia argine concreto e risposta a questi fenomeni sociali e culturali.
1 persona su 5 con età tra i 18 e i 34 anni non ha mai sentito parlare dello sterminio nazista, secondo un’accurata indagine della CNN. Questo si accompagna a pregiudizi antisemiti, che allarmano su un razzismo per niente archiviato, e l’odio cresce nei confronti di altri gruppi, tra cui omosessuali, musulmani e rom.
Per questo gli incontri con i testimoni della Shoah e della discriminazione riportano a una dimensione umana in cui guardare agli altri e ai poveri, gli esclusi e gli emarginati in modo diverso. «Perdono, ma non dimentico» ha detto Rita Prigmore, Sinti tedesca sopravvissuta, a un incontro dei giovani europei con la Comunità di Sant’Egidio.
La «global friendship», l’amicizia che supera le barriere dei pregiudizi, è la strada tracciata da questi giovani per un’Europa diversa in cui i singoli abbiano una finestra sul mondo aiutando i poveri, perché questo fa rifiutare l’egocentrismo alla base di ogni razzismo.