Quei bambini in cerca di maestri di amicizia

Nel mestiere della vita è complesso capire di quali parole e di quali azioni hanno bisogno i bambini per crescere bene. Innanzitutto – si dice – serve essere d’esempio e gli insegnanti lo sanno bene. Conoscono l’attesa silenziosa dei bambini nei riguardi di un “mondo degli adulti” che si prenda la responsabilità di educarli anche nelle piccole cose, che a volte sono le più importanti.

Nella scuola nascono le amicizie più strette e spesso l’insegnante deve intervenire per ricordare le regole del vivere insieme e per ricomporre i conflitti. Un compito essenziale in un mondo abituato a vivere sempre più divisioni.

Il compito culturale dei “maestri” di amicizia è quello di ricordare l’umanità e il gusto di incontrarsi con gli altri, di dialogare, di non vedere gli altri come nemici.

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Nel libro “Alla Scuola della Pace” si cita la grande pensatrice del Novecento Simone Weil:

I sentimenti personali, nei grandi avvenimenti del mondo, hanno un’importanza che non viene mai valutata completamente. Il fatto che ci sia o non ci sia amicizia tra due uomini, fra due ambienti umani, può in certi casi essere un elemento decisivo per il destino del genere umano.

Questa riflessione è fatta nella confusione della seconda guerra mondiale, che come molti conflitti è questione di “grandi” e di “potenti”. In fondo, la guerra ha i tratti banali della divisione e della logica del conflitto per il conflitto.

Invece la pace è un processo senza fine, in cui servono maestri. Serve una comprensione del mondo dal piano della strada: per cambiare una città servono relazioni, affetti, pensieri, parole, insomma un senso di comunità. E nella scuola si parla molto di comunità educante, ossia di quelle alleanze con genitori e associazioni per dare opportunità di pensiero ai bambini e ai ragazzi. Gli insegnanti in questo compito non devono essere lasciati soli.

L’amicizia è la “materia” più importante da apprendere, studiare, declinare, vivere.

L’amicizia è una risposta per niente ingenua alla complessità del mondo e a una città che può unirsi per dare ai bambini un ambiente dove imparare come “vivere insieme”.

Come diceva William Quijano, giovane ucciso a San Salvador per il suo impegno nell’educazione alla pace:

“Il mondo è pieno di violenza. Perciò dobbiamo lavorare per la pace, partendo dai bambini. Dobbiamo avere il coraggio di essere maestri, perché un paese che non ha scuole o maestri è un paese senza futuro né speranza. Le Scuole della Pace sono santuari per porre un argine alla violenza e alla povertà”.

Alla Scuola della Pace

Educare i bambini in un mondo globale

La speranza dei maestri di amicizia e dei bambini è raccontata nel libro “Alla Scuola della Pace” che racconta la missione di educare in un mondo globale, lungo i cinquant’anni di Sant’Egidio, passando dal Salvador al Malawi, da Buenos Aires a Napoli.

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Il libro è disponibile su

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