Gigi è ancora un bambino di Napoli

Gigi è ancora un bambino di Napoli

I bambini di Napoli ricordano Gigi C., bambino di 9 anni vittima innocente di una sparatoria nel suo quartiere nel 1983

Alla Scuola della pace impariamo ad essere amici, di amici vicini e lontani; scopriamo quanto può essere potente un gesto fatto anche da piccoli in un mondo sempre troppo grande. Alla Scuola della pace ricordiamo i Paesi in guerra, e non ci dimentichiamo mai più di Gigi, che alla Scuola della pace voleva entrare anche se non aveva più l’età, perché ne aveva compreso la gioia, la potenza di un amore che resta sempre in circolo.

La vita di Gigi ha reso più grandi i sogni della Scuola della pace, ne ha rese più grandi le porte e più forti le intenzioni. Nel suo quartiere, Poggioreale, è stato colpito da una pallottola vagante: da quel giorno del 1983 la mano di Gigi non ha più bussato alla nostra porta, ma tutti i bambini di tutte le Scuole della pace ogni anno lo ricordano, proprio come facciamo nella Chiesa di San Nicola a Nilo, a Spaccanapoli, con la Comunità di Sant’Egidio. La sua vita non sarebbe finita lì: era una promessa. Una promessa che si perpetua nelle sere dei ricordi e in tutti i giorni in cui la Scuola della pace si interfaccia con le difficoltà dei quartieri in cui è presente, cercando di trovare una risposta che pone sempre le basi nell’amicizia, nelle relazioni, nella convinzione che solo un mondo più umano potrà salvarsi, che la disumanità di morire a 10 anni per uno sparo, per la noncuranza, per un’altra pelle o un altro credo non può più essere parte di quella che consideriamo la “normalità”.

“Stanotte ti ho sognato” è la frase con cui Gigi un giorno ha accolto un bambino che era malato, per esprimergli quanto gli era cara la sua vita. Oggi potremmo dirgli che continuiamo a sognarlo tutti i giorni e che stiamo cercando di portare avanti i suoi sogni, che quella violenza che l’ha portato via non è finita, ma quella pace che stava iniziando a costruire insieme a noi sta germogliando nella nostra città a partire proprio dai più piccoli, da tutti quelli che sabato sera, seduti tra i banchi della Chiesa, davanti alla sua foto, hanno pregato per un amico che non hanno mai incontrato, ma che come loro viveva “il luogo della gioia, dove ognuno la vive e la comunica”, come l’ha definita don Giuseppe durante la liturgia, e per questo non sarà mai dimenticato.

Stavolta Gigi non è illuminato solo dalle candele, ma c’è una scritta che ne accentua il sorriso: “Tutto il nostro cuore per tutti i bambini del mondo” scrivono i bambini della Sanità: parole che sono un abbraccio attorno a Gigi; braccia strette che danno a città come Napoli la Speranza!

Francesca Sepe

Giovani per la Pace Napoli


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L’educazione è una priorità, perché permette di guardare il mondo dagli occhi dei bambini, che sono quelli “che spesso fanno più fatica” e che per questo hanno bisogno della nostra “amicizia a 360 gradi”, di un’attenzione particolare per tutti gli aspetti della vita del fanciullo.

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