L’Erasmus è un’occasione per scoprire una nuova città e per fare amicizia, ma non solo.
Mese: February, 2017
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Questa installazione ha creato non poche critiche. I cittadini sono divisi: c'è chi dice che l'installazione di verde pubblico può aiutare a respirare la città italiana con il più alto tasso di inquinamento, altri invece che sostengono che quel tipo di piante vada a rovinare lo stile gotico della piazza.
In una società veloce, che si crede sgamatissima, che cosa è veramente “smart”, intelligente? Veniva da chiederselo lunedì, mentre ascoltavamo parole profonde e originali in una sala gremita di giovani alla conferenza “Rifugiati: ricordare la Shoah per costruire una società accogliente”. Piero Dello Strologo, testimone della persecuzione degli ebrei genovesi, e Yaya Kongyra, giovane rifugiato gambiano, hanno incontrato i liceali e universitari genovesi con l’urgenza di testimoniare l’importanza di una memoria condivisa, fondamentale per chi come loro ha vissuto la violenza e la paura della guerra e della persecuzione. Piero era un bambino durante la Seconda Guerra Mondiale, costretto alla fuga verso la Svizzera per evitare la deportazione durante le retate dei fascisti. Yaya uno studente della Facoltà di Agraria in Gambia e faceva parte del principale partito di opposizione al regime di Jammeh, battendosi per “svegliare” i giovani gambiani e per sensibilizzarli sulle crudeltà del dittatore. Due storie diverse quelle di Yaya e di Piero, per tempo e luogo, ma molto simili per la drammaticità che le ha caratterizzate: entrambi rifugiati in paesi stranieri, in fuga dalla guerra e dalla violenza. Un altro aspetto inoltre le accomuna: l’importanza che ha avuto per entrambi l’incontro con la Comunità di Sant’Egidio. Come ha raccontato Piero, è nell’incontro con la Comunità che è nata in lui la voglia e l’esigenza di testimoniare con il suo racconto la persecuzione degli ebrei genovesi. Per anni, dopo il ritorno in Italia, non aveva raccontato la sua storia e soprattutto si era chiuso in sé stesso, non sentendosi mai veramente accettato dagli altri. L’amicizia con la Comunità gli ha fatto comprendere l’importanza della memoria, soprattutto per le nuove generazioni. Anche la vita di Yaya è cambiata grazie all’incontro con i giovani della Comunità, ha ritrovato la fiducia nel prossimo, che aveva perso dopo un lungo viaggio in mano ai trafficanti di uomini. Le storie di Yaya e Piero ci hanno aiutato a svegliarci dall’indifferenza che spesso inconsapevolmente ci avvolge, ricordandoci l’importanza della memoria, perché il pericolo della diffusione di movimenti antisemiti e xenofobi è reale e come ha detto Piero, felice di poter sedere accanto a Yaya, soltanto “la memoria può generare la solidarietà” di cui oggi il mondo ha tanto bisogno e aiutarci a coltivare una vera intelligenza della storia. E della vita.
Oggi all’università Roma Tre, il papa ha risposto alle domande di quattro giovani universitari, tra cui una giovane rifugiata siriana giunta in Italia insieme al Santo Padre dopo la sua visita a Lesbo, ed ha indicato alcuni concetti fondamentali per il raggiungimento della pace nel mondo ma anche nella vita di tutti i giorni.
I Giovani per la pace promuovono per questo il concorso Living Together, giunto alla VI edizione. Ha coinvolto centinaia di studenti e decine di scuole medie per dire con una sola voce e con tante opere che è possibile vivere insieme. Il tema di quest'anno è "Non muri, ma ponti". Si possono presentare testi, interviste, opere d'arte (cartelloni, disegni, ritratti), foto, video, musica, performance teatrali, ecc. Per iscriversi: [email protected]
Sei ancora in tempo per iscriverti! Per i vincitori la registrazione e produzione della canzone! Il premio per il Vincitore della categoria Autori di Play Music Stop Violence sarà la Registrazione e produzione artistica del singolo Per il Vincitore della categoria Autori sarà la registrazione e produzione artistica del singolo La Band vincitrice del premio Young Talen vincerà la registrazione del brano Per tutti i premi si ringrazia “Il Piano B progetti sonori di Roberto Cola”
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