Ponte Sant’Angelo (Roma): una povera umiliata e la speranza della Pasqua

E’ davvero emblematico l’episodio avvenuto a Roma della donna povera (o povera donna) su cui alcuni uomini hanno urinato in pieno centro nell’indifferenza generale. E’ emblematico per molteplici ragioni ma una su tutte va sottolineata: la Pasqua. Si avvicina la morte e resurrezione di Cristo, si avvicina il centro nevralgico della vita di ogni cristiano. Ma prima di parlare di morte e resurrezione è necessario parlare di derisione, umiliazione, beffe.

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La Pasqua è preceduta dalla derisione, dall’umiliazione, dalla beffe. E quell’Uomo, in cui umiliazione ed esaltazione si legano, in cui attese e le speranze di molti si concentrano, somiglia, terribilmente, a quella donna su ponte Sant’Angelo. Il punto nevralgico è questo: derisione, umiliazione, beffe hanno una storia lunga. Vengono addirittura prima di speranze e attese, vengono prima della Pasqua.

Derisione, umiliazione, beffe sono l’urina sul corpo di quella donna e gli sputi sul corpo di quell’uomo (Ecce Homo). Quella donna è tutte le donne, tutte le sofferenze, tutte le derisioni, tutte le umiliazioni, è il collega di lavoro, la collega, l’amico, l’amica , il passante, il viandante, il turista, il profugo, la rom e tutti gli uomini e tutte le donne che ci lasciamo passare davanti, che a volte non sopportiamo, di cui a volte ci disinteressiamo, con cui spesso litighiamo. L’urina sul suo corpo è tutta la derisione, tutta l’umiliazione, tutta la beffe che ogni giorno attentano la vita degli altri trasformandola in un inferno: di solitudine, di violenza, di disperazione. Persino la guerra ha l’odore di quell’urina. Quella donna lasciata sola davanti a derisione, umiliazione, beffe è il centro nevralgico di tutto ciò che è prima della Pasqua del mondo.

A ponte Sant’Angelo si concentra tutto il nostro limite. A ponte Sant’Angelo si concentrano tutte le (non) ragioni del tacere: “è una povera”, “una presenza fastidiosa”, “sarà forse una zingara”. Tutte le ragioni che spingono masse intere ad andare avanti e indietro. Tutte le ragioni per cui l’odio odia tutti: vicini e lontani, visibili e ivnisibili.

Tutti quei passanti avranno avuto vite complicate, un sacco di problemi. Ma quella donna li infastidiva già da prima. Da prima che le urinassero addosso. Li infastidiva come infastidiva l’Uomo (Ecce Homo) con la sua insistenza. Allora derisione, umiliazione, beffe sono l’unico modo per dirle “vai via perché io gratuitamente ti odio”. Sì. Tutti la odiamo. Tutti non la sopportiamo. Tutti la vorremmo via perché ci da fastidio, ci ricorda che abbiamo dei sentimenti e averli è dire “un altro viene prima di me”, prima delle mie disperazioni, prima delle mie frustrazioni e dirlo significa essere vigili, significa doversi svegliare, significa fare la fatica di dire “basta”.

Derisione, umiliazione, beffe e il silenzio sono tutto il nostro odio. Verso quell’Uomo (Ecce Homo), verso di noi – avere una coscienza significherebbe dirsi che in fondo siamo messi male – e verso quella donna perché ci tocca il cuore, la mente, la vita.

Siamo un po’ penosi tutti su ponte Sant’Angelo, non riusciamo a negarlo.

Ma non finisce qui. C’è la Pasqua. Per quanto può sembrare assurdo derisione, umiliazione, beffe alla fine muoiono, anche il nostro essere penosi. Muore anche l’indifferenza, va via l’odore dell’urina, si asciugano gli sputi, in modo anche rapido – così come i vestiti di quella donna (Ecce Homo) smetteranno di far cattivo odore. Allora lì Dio sarà risorto e la donna povera, a pieno titolo, e i derisi, e gli sbeffeggiati e l’Uomo (Ecce Homo) e noi, immeritatamente, avremo tutti la vita nuova. Avremo la vita nuova perché la speranza del cambiamento e della Pasqua sono misericordia: il loro cuore, il loro centro è vicino ai miseri e su ponte Sant’Angelo eravamo tutti dei miseri, dei poveretti, per questo, per fortuna, abbiamo una possibilità di salvarci. E’ assurdo ma nonostante tutto da ponte Sant’Angelo possiamo risorgere.

E’ strano ma la Pasqua è già iniziata su ponte Sant’Angelo.

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