Appena arrivi al Centro Nutrizionale, che ogni giorno dà da mangiare a circa 200 bambini, li riconosci subito: sono più grandi degli altri, i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene e sono stati la sorpresa di questo viaggio. Il dramma dei ragazzi di strada è molto diffuso in Africa: è il dramma di bambini e ragazzi che si trovano senza un tetto sopra la testa, senza scuola, senza protezioni, senza che qualcuno si prenda cura di loro. A Beira, in particolare, è recentemente esplosa la situazione a causa della chiusura di due orfanotrofi, che ha portato il numero dei bambini di strada a più di duecento. Spesso sono raggruppati in bande, protetti/sfruttati da qualcuno più grande e chiedono l’elemosina in punti strategici come la piazza del municipio. Da più di un mese, una trentina di loro sono stati accolti al Centro Nutrizionale, dove possono andare a farsi la doccia, lavare i vestiti, pranzare e una volta a settimana con alcuni Giovani per la Pace riprendono la scuola che la vita in strada ha interrotto. Ci hanno conquistato con la loro amicizia, la loro fedeltà, il loro essere dei bambini in dei corpi troppo grandi, così lontani dai loro coetanei italiani con il debito di un’infanzia non vissuta catapultati troppo presto in una vita difficile. Ci hanno conquistato quando a domanda “Chi è il tuo amico più grande?” Non hanno esitato a rispondere “Dio” proprio loro che magari ragioni per lamentarsi ne avrebbero più di tanti altri. L’ultimo pomeriggio lo abbiamo passato con loro a mare. Li abbiamo salutati in modo speciale perché hanno conquistato un posto grande nel nostro cuore.
Io ho un grande debito con loro: il Mozambico poteva rimanere una bella esperienza di quelle che ti aprono gli occhi, ti fanno capire molte cose, ti fanno crescere, ma sono limitate nel tempo, preziose memorie da custodire con cura e gelosia. Antonio, Quinho, Gonçalves, Carlito e gli altri però non sono un’esperienza: sono miei amici e le loro storie, le loro domande sono tornate con me nella mia bella casa, dalla mia famiglia, nella mia vita bella, ora arricchita dai loro volti che so di non poter chiudere in una vetrina accanto a quelli incontrati in altri viaggi.