Mercoledì a Messina sono arrivati 453 migranti. Insieme ai vivi riusciti ad attraversare indenni la terribile prova del mare, sono arrivate drammaticamente e quattordici bare, quattordici vite spezzate prima di abbracciare la nuova speranza in Europa, quattordici persone che oggi non ci sono più e che ci ricorderanno per sempre come sia inaccettabile morire di speranza. Noi eravamo al porto per accogliere e per porgere un fiore su ciascuno di quelle bare, eravamo insieme al vicario del vescovo, a un monaco buddhista e al Presidente della Comunità Islamica di Messina, per pregare per questi fratelli che sono scappati dalle loro città, dalla guerra e povertà, che sono scappati per trovare un rifugio sicuro ed hanno trovato un muro di acqua a fermarli. Le nostre preghiere devono infrangere quel muro perché mai più chi parte dalle tragedie del mondo debba morire di speranza.