Vi racconto una storia. Stamattina sono andata al mercatino. Tra la bancarella dei costumi e quella del pesce ho conosciuto Chico, 27 anni, nigeriano. Abbiamo cominciato a parlare e una delle prime domande che mi ha fatto è stata “dove vai in vacanza quest’estate?”. Gli ho risposto che andrò in Africa, in Mozambico, con i Giovani per la pace, per aiutare. A quel punto è stato come se ci conoscessimo da sempre. Mi ha raccontato di come quattro anni fa anni fa, grazie ai pochi spicci che aveva messo da parte a fatica, ha lasciato il suo la paese. Mi ha raccontato della traversata del deserto del barcone che ha preso per raggiungere l’Italia. Voleva arrivare qui, trovare un lavoro essere integrato e aiutare a casa. Facile. Mi ha raccontato che però ben presto ha capito che trovare un lavoro non sarebbe stato facile. Era in un paese straniero, da solo e non sapeva da dove cominciare. Ma soprattutto, non conosceva la lingua e nessuno si sforzava a capirlo. Fino a che un giorno ha conosciuto altri stranieri alla stazione. Questi gli hanno parlato della scuola di italiano della Comunità di Sant’Egidio, completamente gratuita. Chico oggi è un piccolo commerciante, ha trovato degli amici e un suo posto nella nostra società. Cos’altro devo aggiungere per dirvi che un po’ di solidarietà cambia il mondo? Ma soprattutto, che altro ci serve per capire che uno come Chico è un essere umano e non un extra comunitario venuto qui per rubarci il lavoro?
Mariangela gxp Napoli