“Perchè tu mi chiami col mio nome” #EstateSolidali

11666117_836335829796186_653925611166170192_nSono circa le 20 a Messina, davanti la Chiesa di San Giuseppe è appena finita la preghiera dei giovani per la pace, siamo tutti pronti per partire, ci dividiamo in due gruppi, io salgo in macchina con Pietro, insieme ad Andrea, Francesca e Beatrice, l’altro gruppo si dirige verso la stazione, ci incontreremo tutti là più tardi.
In due minuti arriviamo davanti al tribunale, sdraiato in una aiuola c’è Singh, mentre in piedi ad aspettarci c’è Giridhar. Insieme a loro ci sono anche Vadim e Achille, li salutiamo, diamo loro un panino e un bicchiere d’acqua e ci fermiamo a parlare un po’ con loro.
Achille ci canta qualche canzone di Vasco Rossi, mentre Vadim scherza un po’ con noi, parliamo anche con Giridhar che ci racconta che qualche giorno prima qualcuno è venuto e si è portato via la sua coperta e quella di Singh, Pietro allora torna in sede per vedere se ne abbiamo qualcuna da dare loro.
Nel frattempo ascoltiamo la storia di Vadim, lui è Ucraino ed è venuto in Italia per lavorare, è un macchinista e per un po’ di tempo ha lavorato a Reggio Calabria, dopo qualche tempo ha perso il lavoro ed ha iniziato a fare piccoli lavori come giardiniere e operaio. Non ha più alcun alcun impiego e da qualche anno vive in strada.
Gli chiediamo: “Perchè non torni a casa, dalla tua famiglia, in Ucraina?”. Lui ci risponde:: “E cosa dovrei raccontargli, che sono andato via per finire a vivere in strada?”. La sua è una storia triste, ed è simile a quella di tante altre persone che, avendo perso il lavoro, sono finite a vivere in strada.
Pietro è appena tornato, e per fortuna è riuscito a trovare delle coperte per i nostri amici, loro sorridono e ci ringraziano, non dovranno passare una notte al freddo.
Si è fatto tardi , allora salutiamo tutti e ci diamo il consueto appuntamento al prossimo venerdì. Io vado a salutare Vadim: “Ciao Vadim, stammi bene, ci vediamo al più presto”, lui mi stringe la mano e poi mi abbraccia dicendo: “Grazie, io ti voglio bene perchè tu mi chiami col mio  nome, ormai quasi nessuno lo fa, stammi bene anche tu, dottore.”.
11039309_836335823129520_126153705119470244_nRisaliamo tutti in macchina e andiamo alla stazione per incontrarci con gli altri.
Hanno già iniziato a distribuire i panini e noi ci uniamo per dare una mano. Alla stazione ci sono molti migranti, alcuni stanno al nei centri di accoglienza, altri a Messina, c’è chi è arrivato in Italia da qualche mese, chi da qualche anno, quasi tutti in attesa di risposta alla richiesta di asilo.
Facciamo la conoscenza di molti ragazzi del Niger, dell’Etiopia, del Mali, parliamo con loro tranquillamente, scherziamo un po’ e ci facciamo raccontare le loro storie.
11695844_836335826462853_2899576148610965337_nSono le 21:30 e per concludere  scattiamo una foto-ricordo con i nostri nuovi amici, siamo stanchi ma sorridiamo tutti, è stata una bella giornata, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima settimana.
Sono quasi le 10 e io sono sull’autobus, ripenso a quello che ho fatto oggi e provo a ricordarmi i visi e i nomi delle persone che ho incontrato, ripenso alle loro difficili storie, storie di dolore, di stenti, di rabbia, ma penso anche al loro domani, che gli auguro essere migliore di ciò che si sono lasciati alle spalle, loro hanno una speranza che noi forse abbiamo smarrito.

Di Giorgio Cannetti

CONTATTACI

Scrivici qui e ti rispondiamo per mail nel minor tempo possibile! Giovani per la Pace

Sending

©2024 LG-Design.it a theme from LG-Design

or

Log in with your credentials

or    

Forgot your details?

or

Registrati