Il drink del male

Fermiamoci un attimo e guardiamo la cronaca con la prospettiva della storia. La Storia spesso ha degli snodi che si capiscono dopo, dei segnali, ghiandole ingrossate che indicano il cancro.
Troppo abbiamo fatto spallucce davanti a parole odiose credendole folklore.
Ho letto dello straniero aggredito da un gruppo di italiani. Gli hanno amputato due dita provando a sgozzarlo. Lo hanno fatto per punirlo di essere straniero:
si sta erodendo l’antico codice occidentale che abolisce la legge del taglione; è ancora peggio, non si risponde nemmeno al principio di azione e reazione: si è palesata una legge del taglione preventiva, tagli la gola a quello che credi un potenziale ladro.
Un diritto peggiore di quello dello stato di natura che umilia lo Stato di diritto.
Immaginate la scena, la violenza, prendere un uomo, umiliarlo, insultarlo; immaginate la claustrofobia, tiri fuori il coltello, in quel momento cosa fai? Quanta paura? Quanto terrore? Il sudore si fa freddo; pensate al dolore mentre vedi tagliare carne tendini ossa tra risate e insulti, provi a difenderti ed esce sangue, senti forte l’umiliazione, impotenza senso di vuoto. Dove vai? Come ti liberi da questa catena, da questa esecuzione. Senti i rintocchi dell’orologio in un tunnel di dolore con il collo bloccato al guinzaglio dell’odio. Poi finalmente la fuga con le mani sporche di sangue. Di sangue innocente.
Bisogna costruire ancora più velocemente una visione che sconfigga il male di certe parole, che schiacci chi ha certe idee, che faccia vergognare chi oggi si sente autorizzato a dire delle cose spaventose con leggerezza e senza pudore.
Il male si annida tra le nostre strade, tra chi urla che il problema è lo straniero senza capire che la società che oggi tocca lo straniero crea una società disastrata per il futuro, una società incapace e malata. Il male si annida nelle tribune, nelle piazze e nei bar, cresce quando non si oppone una visione larga alla violenza, quando non si lotta per conquistare la gente per costruire una società umana. Il male trova la sue gestazione in quei pensieri orribili, partorisce e si nutre sempre di sangue innocente servendosi della violenza. Al male non basta solo il sangue innocente di dita amputate, il male beve sangue senza saziarsi, inizia spesso con il sangue dei poveri, di chi viene con la barca, di chi vive per strada, di chi è straniero, poi però, nelle società ammalate che hanno amputato le braccia alla pace, si fa guerra e passa sempre a riscuotere. E quando il male ha fame non guarda al ceto, non guarda al censo e non guarda nemmeno all’accento.

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