A Catania, cristiani e musulmani insieme per la Pace

Dopo l’attentato di Parigi, la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Islamica di Sicilia hanno invitato la cittadinanza a riflettere sul dialogo tra Cristiani e Musulmani nella costruzione della società del convivere, a partire dalla vita comune nella città di Catania.

Sono  state organizzate infatti una serie di iniziative che hanno avuto luogo a partire da Venerdì 16 a Sabato 18 Gennaio 2015, che hanno compreso momenti di preghiera per la pace, una preghiera interreligiosa e, nella  Domenica 18 Gennaio 2015, una giornata di giochi per i bambini, all’interno della suggestiva cornice del monastero dei  Benedettini.

La  “tre giorni”, nata con l’intento di porre un argine ad un clima d’odio che sarebbe potuto nascere  dalla lettura miope della tragica cronaca degli ultimi giorni, ha avuto il merito di riempire gli occhi dei cittadini di Catania dell’immagine emozionante della bellezza di una città dell’integrazione in cui cristiani e musulmani pregano, vivono e giocano insieme.

Ci siamo riscoperti amanti appassionati della pace, costruttori pazienti di una città del convivere, necessaria per superare la difficoltà dei nostri tempi.

-L’attentato di Parigi- come suggerisce Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio,- infatti è un campanello d’allarme che dimostra che le periferie sono vuote di proposte. Chi arriva con un’idea forte le conquista. Se a Parigi attecchisce il fondamentalismo, nelle periferie siciliane i ragazzi trovano la mafia. Ma non per questo pensiamo che tutti i cristiani sono mafiosi. Insieme, tutte le comunità religiose, devono contribuire a una città basata sulla convivenza pacifica-.

E’ inaccettabile che ci si possa perdere in semplificazioni infauste sui musulmani, creando assiomi che fanno molto male a persone presenti in maniera assolutamente positiva nella vita della città di Catania e in particolare nel sostegno ai più poveri ed ai migranti durante la stagione degli sbarchi. I bambini musulmani sono nati in Italia, sono le seconde generazioni, si sentono italiani, frequentano le scuole italiane. Bisogna proteggerli da una demagogia indecente pronta ad additarli come “piccoli terroristi” o “figli di terroristi” creando una cultura d’insieme. La moschea è un luogo aperto a tutti dove si costruisce la pace e si aiutano i poveri, stranieri ed italiani, cristiani e musulmani.

Il mondo in cui viviamo ci è solo dato in prestito ed abbiamo il dovere di consegnarlo ai più piccoli, migliore di come ce lo hanno lasciato, l’integrazione, anche attraverso il linguaggio universale del gioco, porta i più piccoli, di tutte le religioni, ad assimilare una cultura della solidarietà. In una società sempre più colorata stare insieme diventa cultura, e la cultura è un argine importante alla violenza.

Allora perché non condividere insieme questa tensione per la pace ? Perchè non lanciare una proposta a tutta la dimensione cittadina per dare un’anima a quest’Europa delle semplificazioni e della fazioni. Perché non dimostrare che non solo è possibile ma che lo stiamo già facendo!

La “tre giorni” ha visto il suo esordio Venerdì 16 Gennaio alle ore 14:00, nella Moschea  della misericordia, dove centinaia di persone hanno pregato per la pace, orientati verso La Mecca, cercando una società dolce ed integrata, ringraziando alla fine una delegazione della Comunità di Sant’Egidio che ha partecipato alla preghiera.Consegna della targa alla moschea Catania

Nel pomeriggio un gruppo dei Giovani per la Pace ha incontrato in Moschea il presidente della Comunità Islamica di Sicilia, l’imam Kheit Abdelhafid a cui hanno donato, in segno di amicizia, una targa con su scritto “Amici di Dio, Fratelli per la Pace.
Alle 19:30 la Chiesa di Santa Chiara ha visto i cristiani pregare per la pace e contro ogni violenza e terrorismo, citando i nomi dei paesi in guerra.

Sabato 17 la grande Chiesa di San Nicola l’Arena ha ospitato una preghiera ecumenica, organizzata da Mons. Gaetano Zito che ha visto più di duecento persone, uomini e donne, cristiani e musulmani  di buona volontà che si sono incontrati per incontrare Dio nel rispetto reciproco della propria tradizione di preghiera.

Un momento maiuscolo nella vita della città, riassunto dall’abbraccio di pace tra Mons. Zito e Kheit Abdelhafid   per non permettere che si  venga schiacciata dalla divisione ma attraverso l’amicizia e la preghiera si ottenga la Pace.

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A conclusione della bellissima tre giorni passata con la Comunità islamica di Sicilia, al Monastero dei Benedettini, i bambini della Scuola della Pace e i bambini della Moschea di Catania si sono ritrovati insieme per un fantastico pomeriggio di giochi organizzati da “Officine Culturali”. Una giornata che è stata un esempio di città integrata  per tanti  che nel mondo che sostengono l’impossibilità della pace e della convivenza; la pace è sempre possibile, la convivenza lascia stupiti, allegri e felici!

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Questa tre giorni è un passaggio decisivo e molto importante di una amicizia tra cristiani e musulmani, nata dall’incontro sulla strada dei poveri, che ha visto Catania toccata da tante iniziative, come una cittadella della pace, e che la porterà ad essere una città del dialogo dove i poveri saranno lasciati meno soli; l’amicizia con i giovani, tra cristiani e musulmani, la preghiera per la Pace devono allora ispirare il cuore di tanti in Europa e nel mondo, perché là dove ci sono amici di Dio, ci sono uomini e donne, anziani e bambini che  vogliono essere amici della Pace.

Scritto da Sebastian Intelisano

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