#prayforNigeria

Ci sono volte in cui la follia inganna la fantasia. Te la ruba e la distrugge.
E in una guerra c’é follia sì, nella sua massima espressione. La guerra é folle.
Ma stasera vorrei trovare una parola che non ho, che va oltre la follia e che mi spieghi questi giorni in Nigeria.
Non é follia se prendi due occhi di bambina ci guardi dentro e non ti fermano.
Non ti disarmano l’ anima.
Non ti fanno pensare un’ altra volta. Ma ne guardi un’ altra e un’ altra ancora. E non ti fermi. Gli frughi nelle tasche e gli rapini la vita.
E riduci in macerie quell’innocenza piena di sogni ma da sempre senza speranze.
Gli metti nelle tasche e sotto i vestiti il contrario di una nascita.
E li rendi alba senza fine.
Non può essere follia. É di certo qualcosa di più.
É una storia che la ragione non si spiega.
É una scena che il pensiero non si immagina.
La Nigeria é lontana da qui. Dall’ America. Da una gran parte del mondo.
Ma ad avere addosso le bombe erano tre bambine.
E i bambini sono un’ altra cosa. Devono essere un’ altra cosa.
I bambini sono quasi il contrario della guerra. Di una violenza inarrestabile.
Hanno gambe fragili ma futuri immensi.
Li strappano via come fiori di campo.
E li fermano lì alle luci dell’ alba.
La Nigeria è lontana da qui, ma certe fini pesano sul cuore di molti mondi.
É un buio che pesa sul cielo di tutti.
Per questo una parola probabilmente non troverò.
E neanche una spiegazione per chi pensa che le bambine ci sono andate piene di coscienza.
La Nigeria é lontana, ma ritorna tutte le volte che due occhi di bambina incontrano i miei.”
#prayforNigeria

di Francesca Sepe

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