Non c’è giustizia senza vita: testimonianza di Art Laffin

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Centinaia di liceali di Roma si sono riuniti il 27 novembre 2014 nell’aula magna dell’università La Sapienza per ascoltare la testimonianza di Art Laffin. Art lotta per abolire la pena di morte, nonostante questa sia ritenuta la giusta risposta, la vendetta contro chi compie i reati più gravi, come l’uccisione di una persona. Si pensa prima di tutto a una giustizia da rendere ai familiari della vittima, tuttavia Art ha capito che non si tratta di giustizia: l’uccisione di un uomo è sempre ingiusta. Art ha infatti cominciato a lottare per abolire la pena di morte nel mondo proprio quando questa condanna fu inflitta al senzatetto che uccise il fratello. Il fratello di Art gestiva da dieci anni un rifugio per i senzatetto nel Connecticut. Il desiderio di pace, maturato in una vita onesta, si è allora mostrato in tutta la sua forza in una prova della vita così dura. Non nasconde di soffrire ancora per la perdita del fratello, ma ha trovato la forza di amare il suo nemico. Si è scoperto in seguito che l’uomo soffriva di manie di persecuzione e che non era consapevole di quel che faceva. Per alcuni questo riscontro aggrava, per altri attenua la colpevolezza, ma Art ha visto comunque nel carnefice l’uomo, la persona.

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Al termine del racconto, alcuni ragazzi dei Giovani per la Pace hanno posto varie domande al testimone. Ve ne proponiamo alcune.

Come avrebbe reagito se non avesse avuto questo modo di pensare e come fa ad amare il proprio nemico?

Art ha ammesso che all’inizio non la pensava così, che per lui valeva la legge del taglione, occhio per occhio dente per dente, ma gli operatori di pace gli hanno insegnato il rispetto per la vita, attraverso la preghiera e l’amore di Dio, che gli danno la forza di amare il suo nemico. Ha superato l’odio e la rabbia pensando a cosa Gesù avrebbe voluto che facesse.

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Ma chi non ha fede come può affrontare i problemi della vita?

Tante persone non hanno fede – afferma Art – ma se nutrono un grande rispetto per la vita e per l’umanità da quest’amore trovano la forza per superare i problemi della vita. È l’amore che ci accomuna tutti e ci dà la forza.

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Come aiutare i rifugiati aggrediti, come a Tor Sapienza?” Come risponde Art, anche negli Stati Uniti non mancano accadimenti del genere, ma con l’aiuto della Parola del Signore possiamo trovare una soluzione perché Egli ci dice prima di tutto di rispettare il prossimo e sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento è scritto che dobbiamo accogliere gli stranieri.

Edmund Balasca

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