Un muro divideva un popolo

 

Edmund, Geremia, altri amici ed io tornavamo a casa dopo una bella serata: la Scuola della pace nel pomeriggio, una riunione per programmare le attività e una cena in compagnia. È difficile pensare che non molto tempo fa una scena così abituale non si sarebbe potuta proporre: c’era un muro tra i nostri popoli di origine, io europeo dell’Ovest, loro europei dell’Est. Noi non eravamo ancora nati al tempo delle più forti divisioni, però abbiamo provato la gioia di poterci chiamare ufficialmente europei, rumeni e italiani, senza più avere le preoccupazioni di un tempo. Sappiamo che il nostro continente è stato lacerato da secoli di guerre e divisioni e ripercorrerne la storia, in questa giornata molto importante, ci fa capire quanto il corso degli eventi abbia faticato per farci incontrare e vivere serenamente insieme senza più divisioni.

Il 9 novembre 1989, esattamente venticinque anni fa, fu un giorno di festa per le donne e gli uomini della Germania dell’Est: poterono raggiungere i loro amici e parenti della Germania dell’Ovest, scavalcare il muro che li divideva. Nei giorni seguenti il muro fu demolito dal popolo, che voleva vivere unito. La caduta del muro significò anche la nascita di una nuova Europa, non più divisa tra Occidente e Oriente, tra il blocco statunitense e quello sovietico. L’Unione Sovietica fu ufficialmente sciolta due anni dopo.

Oggi, domenica 9 novembre, ore 20:30 alla basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, si terrà una veglia di preghiera per commemorare lo storico evento.

Oggi è festa della Germania unita e dell’Europa unita, frutto di un lungo percorso nato anche dal profondo rispetto di Giovanni Paolo II per l’Oriente russo, la Chiesa dei martiri. In un mondo diviso dalla guerra fredda, ha vinto il “non abbiate paura” insegnato ai popoli dell’Est, come ha ricordato Andrea Riccardi in una recente intervista.
Romania e Bulgaria fanno ora parte anche dell’Europa politica e la lotta per abbattere i muri della divisione continua, per accogliere nuovi europei, in particolare dall’Est e dal Sud.
Siamo contenti di celebrare questo giorno con i nostri numerosi amici dell’Europa dell’Est e consapevoli del fatto che quest’amicizia è il dono di un lungo corso storico, riflettiamo sui muri che risorgono, sulle nuove e passate divisioni.

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