Intervista a Flavio Insinna

L’intervista è stata rilasciata dall’amatissimo attore e pluripremiato presentatore televisivo, al termine della finale di Play Music Stop Violence.

 

 

 

D: Un commento su PMSV, sui testi delle canzoni. Che cosa ti è rimasto di questi ragazzi così giovani?

R: Una volta sono andato a messa sul prato dove c’era un sacerdote fichissimo che alla fine disse “andate, la messa comincia adesso“. Parafrasando potrei dire che Stop the Violence comincia ora! Qui dentro eravamo tutti ragazzi buoni con i genitori. La violenza sta fuori, è lì che dobbiamo giocarci la coppa: con le parole con i fatti, con la “ chitarra di tutti i giorni”.

Oggi è una gara, ma la gara vera è quella tutti i giorni.

La coppa dura 365 giorni fatti di civiltà, solidarietà e impegno nel guardare dietro di sé se c’è qualcuno che ha bisogno di una mano. Il nostro Paese si è incattivito, la parola crisi crea l’alibi a tutti per poter tirare fuori il peggio di sé, quando invece la crisi dovrebbe essere il motore per poter tirare fuori il meglio di sé stessi. A me, come essere umano, interessa che tutti loro: musicisti, arrangiatori, Totò direbbe “ fuochisti, macchinisti, uomini di fatica” diano il loro meglio in tutti i 364 giorni che ci separano dalla prossima edizione l’anno prossimo. Va benissimo la solidarietà, ma poi deve continuare! È come il sasso tirato nello stagno che deve fare i cerchi.È come il pranzo di Natale che fa la comunità di Sant’Egidio con i poveri. Quello è un giorno, poi c’è il 26 27 28 ecc.

D: Dal mancato superamento del test di ammissione all’Arma dei Carabinieri nel 1984 a Capitano Ancesti nella fiction Don Matteo, una bella rivincita?

R: No, più che una rivincita, è un bel regalo che può farti un mestiere molto strano come il mio, in cui un giorno sei carabiniere, un giorno medico, un giorno presenti Affari Tuoi, un giorno la Corrida. È stato un grande regalo e un grande piacere, portare la divisa che fa parte delle nostre istituzioni migliori.

D: All’accademia del maestro Proietti raccontavate mai barzellette sui carabinieri?

R: No, le barzellette sui carabinieri i più bravi a raccontarle sono loro, che hanno una grande autoironia, io non mi permetterei mai. Il maestro Proietti a scuola qualche volta ce le racconta, non sui carabinieri, ma per spiegarci i tempi comici. Una barzelletta può essere racconta in 1000 modi diversi. Proietti era un grandissimo insegnante. Ogni settimana ci diceva “ a regà, è un mestiere che può lasciare poveri e infelici, io ve lo insegno”. Mio padre era un chirurgo; si è messo a piangere due anni quando gli ho detto che volevo fare l’attore, è stato un dramma per lui.  Bisogna essere felici di quello che si ha. Scopri che nella vita oltre al cosa conta anche il come: cosa facciamo? come lo facciamo? Oggi ad esempio tornando a Stop the Violence, è stato fatto tutto con grande leggerezza, ma non nel senso di superficialità, ma nel senso datogli da Calvino quando ne parla in una delle sei lezioni americane.

La chiave è fare le cose con il sorriso se le hai pensate, se le senti, se ce le hai dentro, allora prova a trasferirle agli altri!

Mi danno fastidio con gli attori che dicono “ non saprei fare altro”. Ma non è vero! Ci sono le olive c’è la vanga, hai voglia se c’è da fare!”

D: Siamo giunti alla quarta edizione di PMSV. Un format che funziona, la Sala Sinopoli dell’Auditorium era piena oggi.

R: Questo è un fatto rilevante, questo format deve andare in giro, come il Festivalbar, va fatta d’estate nelle piazze sul mare.

Play Music Stop Violence è uno dei meravigliosi ami che lancia nel mare la Comunità di Sant’Egidio.

Per me è sempre un grande piacere e un grande onore stare insieme a Sant’Egidio, è una questione di tempo non di volontà.

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Emanuele Mendola, Roberto Barrella

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P.S. Potrebbe interessarti anche questo articolo ispirato dalle parole del Maestro Proietti: E’ morto un ladro

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