La morte di una persona senza fissa dimora non fa notizia

La morte di un senzatetto non fa notizia. Non urge nemmeno trovare una soluzione, o già porsi il problema dei tanti senza dimora costretti dalle condizioni economiche a vivere ai margini della società. È inumano passare oltre rispetto a queste notizie: solo nell’ondata di freddo del febbraio 2012, in Italia, hanno perso la vita 57 persone. Nel resto d’Europa se ne sono contate almeno altre 600.
Da diverse settimane l’Italia è entrata nel clima invernale. E il calendario delle stragi sembra continuare il suo corso: i naufragi nel Mediterraneo in estate, i clochard privi di vita nelle strade d’inverno.
Ci uniamo al dolore, espresso anche dal Papa, per la morte dei senza dimora. Per la morte dell’uomo trovato ieri nel parcheggio del Gianicolo.
Riportiamo l’articolo apparso su Repubblica:
Clochard morto vicino al Vaticano 
Il Papa: “Profondo dolore”
la Repubblica, 11 dicembre 2013

L’uomo è stato trovato nel parcheggio del Gianicolo, vicino a Piazza San Pietro. Il Pontefice nel documento Evangelii gaudium aveva denunciato la scarsa attenzione per la morte di un senzatetto. “Profondamento addolorato“. Così si è detto Papa Francesco nell’apprendere che un clochard è stato trovato morto ieri nel parcheggio del Gianicolo, a ridosso di piazza San Pietro.

Il Pontefice si è rammaricato per il silenzio sul fatto di cronaca. Proprio Bergoglio, infatti, nel suo recente documento “Evangelii gaudium” aveva denunciato come la morte di un senzatetto non faccia notizia. Uno scritto fortemente dalla parte dei poveri e degli ultimi, dove con parole semplici ma vibranti il Papa si indigna per fatti come questi. “Non è possibile – scrive – che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada mentre lo sia il ribasso di due punti di Borsa”.

Da settimane ormai decine di senzatetto passano la notte intorno alla piazza come ha raccontato “Repubblica”. Lungo via della Conciliazione, quando scende la notte e calano le saracinesche su vespri e novene, ogni gradino diventa casa di uomini e donne diseredati, rifugiati, ammalati, anziani dimenticati.

E proprio in quell’area vicino al Vaticano, il Pontefice di recente ha mandato il fidato elemosiniere, il polacco don Konrad Krajewski, perché sia il suo braccio della carità. Quella zona, popolata di notte dagli “ultimi” della città, dove anche lui, se potesse affidarsi solo all’istinto, andrebbe in prima persona per aiutare, confortare, soccorrere.

 

La Comunità organizza ogni anno, in prossima del Natale, una raccolta speciale di generi di prima necessità, coperte e vestiti per i pranzi di Natale e per il sostegno delle persone senza fissa dimora.
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