Manca poco meno di una settimana all’inizio della ventisettesima edizione degli incontri Internazionali per la Pace nello spirito di Assisi, voluti per la prima volta dal Beato Giovanni Paolo II, che dal 1986 si svolgono ogni anno in una città diversa. L’edizione di quest’anno, dal titolo “Il coraggio della speranza: religioni e culture in dialogo”, si svolgerà dal 29 settembre al 1 ottobre, e vedrà coinvolti, come sempre, centinaia di leader di tutte le religioni e personalità del mondo della cultura e della politica, provenienti da più di 60 Paesi. Consulta il programma in PDF Ci aspettano tre giorni intensi di amicizia, condivisione, dialogo e preghiera, nel rispetto della più genuina accezione di COMUNITÀ, come testimoniato da queste tre bellissime e-mail che ci hanno inviato i ragazzi del gruppo dei Giovani per la pace di Bari, di San Vito dei Normanni (Br) e della Sicilia: “La preghiera per la pace per noi “Giovani per la pace di Bari” rappresenterà un momento fondamentale per il nostro percorso. Dopo un anno difficile per la nostra città e per la nostra comunità che nel contesto cittadino ci vive, la preghiera per la pace vorremmo che rappresenti un punto di ripartenza. Un’esperienza da cui trarre spunto ed energia positiva, per poter affrontare un altro anno nel miglior modo possibile. I giorni che ci apprestiamo a vivere siamo certi che in questo senso ci daranno ottime risposte. Risposte all’insegna dell’amicizia, del dialogo e della cultura del convivere con gli altri e per gli atri. Bari è una città che ha bisogno di tutto ciò e noi nel nostro piccolo vorremmo accogliere questa esigenza come una grande opportunità. Un’opportunità che nasce proprio dall’incontro della prossima settimana. Innanzitutto siamo certi di trovare un clima di grande amicizia, che ci conforta e ci rende felici. Un’amicizia incondizionata che ci darà la forza e la gioia per ripartire. Poi ci sono i Panel, un’esperienza di grande profilo culturale da cui trarre spunto per importanti riflessioni. Ci viene in mente il discorso interculturale a noi tanto caro in virtù del nostro impegno con gli stranieri che cerchiamo di accogliere nella nostra città. O ancora quello relativo alla povertà fulcro essenziale dell’esperienza comunitaria. E soprattutto la preghiera e la fede in Dio che sorreggono come salde fondamenta il nostro cammino in Comunità. Nella prossima Preghiera per la pace insomma noi riponiamo immensa fiducia ed importanti aspettative. Siamo certi altresì che tutto ciò non verrà disatteso perché il nostro volere è quello dell’intera Comunità di S.Egidio di cui noi cerchiamo soltanto di essere umili interpreti. “ Angelo – Maddalena – Marika “Ci presentiamo, siamo Marinunzia, Adele, Cinzia, Emanuela, Annarita, Lucia, Maria Teresa, Maddalena, Mariangela, Angela, Angelo. Facciamo parte dei Giovani per la Pace, Puglia . Purtroppo, però, grazie a un tragico evento abbiamo avuto la fortuna di conoscere un mondo completamente diverso dalla nostra realtà. Una vecchia realtà, costruita su basi fragili che ci rendevano partecipi di una vita monotona. Grazie ai Giovani
Mese: September, 2013
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Diamo con piacere spazio a questa notizia che ha toccato il cuore di tutti noi. Guarda il VIDEO dal minuto 19:40 al minuto 21:40 La redazione si unisce nella Preghiera (Mt 25, 31-46) con Gabriela Caballero e tutta la popolazione carceraria.
Speravamo di non dover riscrivere una nuova pagina nella storia. Eppure le incomprensioni, l’ incapicità verso una soluzione, gli interessi economici hanno preso il sopravvento. Dopo mesi di scontri civili fra il governo e la popolazione oppressa, lo scontro ha assunto una dimensione internazionale con il pericolo di una deflagrazione mondiale. Il mio obiettivo in questo post è quello di dare una panoramica del conflitto, di spiegare le cause e forse di trovare una soluzione. Già nel post precedente(http://www.cittaditutti.net/2013/05/guerra-civile-siriana.html) avevamo analizzato le origini del conflitto interno. Oggi dobbiamo inserire due protagonisti mondiali che stanno mettendo a dura prova i trattati di pace: Stati Uniti e Russia. Tutto è iniziato il 21 agosto 2013. In questa data il governo siriano adottò armi chimiche contro la popolazione spezzando vite di bambini,donne e uomini. Tale gesto ha destato l’ indignazione degli Stati Uniti che di fronte a tale crudeltà erano e sono tuttora pronti ad intervenire militarmante a difesa della popolazione. La situazione si complica ulteriormente perchè gli interessi economici russi in Siria (come in parte anche degli Stati Uniti) sono notevoli ( petrolio e gas naturale) e se i civili dovessero vincere la guerra civile, ciò consentirebbe al Qatar di ottenere uno sbocco sul Mediterraneo per i suoi gasdotti. In tal modo farebbe concorrenza diretta con la Russia sul mare. Il G20 di questi giorni poteva rappresentare uno strumento di riconciliazione fra le due superpotenze ma così non è stato. Il faccia a faccia tra Putin e Barack Obama è terminato con nulla di fatto. Putin ha dichiarato: ” nel caso di attacco al governo siriano, Mosca manderà aiuti militari a Damasco”. Ha inoltre condannato il possibile intervento degli Stati Uniti affermando che l’ applicazione della forza nei confronti di uno stato sovrano(Siria) è possibile solo per autodifesa e con il mandato ONU e non sarebbe questo il caso. Così gli Stati Uniti violerebbero la legge internazionale. L’ aria che si respirava al G20 era quella di una nuova Guerra Fredda. Apettiamo con grande interesse e con un pizzico di preoccupazione l’ evolversi di un storia dal potenziale devastante e confidiamo nella diplomazia comunitaria e nella capacità di giungere a compromessi. Il primo passo deve essere fatto dal governo siriano e dal presidente Bashar Al-Assad, veri fautori di un clima di violenza. Oggi 7 settembre può essere un giorno di cambiamento, un giorno di pace. Il messaggio di papa Francesco ha portato una nuova linfa nelle menti spaventate e indifese(http://www.cittaditutti.net/2013/09/papa-francesco-la-pace-e-un-bene-che.html). Forse Siria, Stati Uniti e Russia guarderanno questa sera migliaia di persone radunate a Piazza San Pietro e capiranno che confidare nella pace è l’ unica soluzione.
Papa Francesco: “La pace è un bene che supera ogni barriera”. Preghiera e digiuno per la Siria, 7 Settembre 2013
Alessandro IannamorelliRiportiamo l’Angelus di Papa Francesco del 1° settembre 2013. “Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Quest’oggi, cari fratelli e sorelle, vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano. Rivolgo un forte Appello per la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso! Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana. Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini. Agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare le sofferenze della popolazione, sia assicurata la possibilità di prestare il necessario aiuto. Che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni: a tutti spetta il compito di ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore (cfr Lett. enc.Pacem in terris : AAS 55 , 301-302). Una catena di impegno per la pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! E’ un forte e pressante invito che rivolgo all’intera Chiesa Cattolica, ma che estendo a tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace è un bene che supera ogni
28 agosto 1963. Giornata afosa in una Washington ricca di folla. In quel pomeriggio, nonostante il clima avverso, ben 250.000 americani attendevano davanti il Lincoln Memorial un segnale, una svolta in un’ America ancora radicata ad una mentalità ottocentesca. Un singolo uomo mostrò le crepe di un’ America che, nonostante fosse fautrice di ideali democratici, non riconosceva una pari dignità sociale fra le diverse etnie nazionali. Uno stato che ogni 4 luglio giurava, con la mano sul cuore, fedeltà verso le patria ma soprattutto esaltava un’ ipocrita uguaglianza fra gli uomini. Quell’ uomo, con il suo celebre discorso “I have a dream”, riconobbe il dono, concesso dal creatore, di diritti inalienabili, tra i quali la vita, la libertà e la ricerca della felicita. Il sogno di Martin Luther King era il sogno di milioni di neri oppressi da una cultura razzista, cittadini che aspiravano a valori quali la fratellanza e la giustizia sociale. Il 1963 non era una fine ma un inizio. L’inzio di una rivoluzione culturale, l’ inizio della speranza, l’ inizio di una nuova convivenza. http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/28/news/martin_luther-king-discorso-65443575/ 28 agosto 2013. Stesso scenario, stessa folla. 50 anni dopo, il protagonista però è, così vuole il fato, il primo presidente nero Barack Obama. Accolto da diverse figure del cinema e politiche, il presidente americano riprende i fili del suo predecessore per fare altri nodi. Riconosce l’ urgenza di ripartire dalle speranze passate per affrontare problemi sociali odierni. Per Obama non basta l’affermazione economica di una minoranza per ignorare il persistere di diseguaglianze estreme, dalle scuole alle carceri. Un salario dignitoso, un’ assistenza sanitaria per tutti, un’ istruzione di qualità per i figli: sono questi i punti della battaglia sui diritti civili. Nell’ America di oggi (e non solo) il sogno è ancora incompiuto. Il discorso di M.L.King è e sarà fonte di ispirazione per le generazioni future. Anche nei momenti più bui le sue parole risuoneranno nelle nostre menti e ci insegneranno a sperare. http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/28/news/martin-luther-king_50_anni-65433896/ Ecco a voi il video. F. L.
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